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Elon Musk contro Assassin’s Creed: chi era Yasuke?

Uno scambio al vetriolo riguardante l’elusivo Yasuke ha interessato Ubisoft, produttori del gioco Assassin’s Creed e Elon Musk, magnate al comando di X noto per le sue affermazioni ad alto contenuto di ottani, ovvero infiammatorie e volatili, sempre pronte ad ottenere attenzione.

In questo caso l’oggetto del contendere è Yasuke, personaggio del prossimo capitolo della saga di Assassin’s Creed, samurai al servizio di Nobunaga Oda e parte della setta degli Assassini, che nella storia alternativa presentata dal gioco sono un gruppo di guerrieri per la libertà che da migliaia di anni combattono una guerra clandestina per le reliquie di Coloro che vennero Prima coi Templari (altro gruppo solo ispirato a quelo storico) per decidere della libertà del genere umano rimuovendo oggetti di potere in grado di conferire ad alcuni uomini il dominio sugli altri.

Elon Musk contro Assassin’s Creed: chi era Yasuke?

Discutere di realismo in una saga in cui puoi rivivere i ricordi di famosi personaggi storici con un macchinario “scientifico” e una popolazione evolutissima esistente “prima della storia ufficiale” ha forgiato spade che conferiscono carisma eterno, la Sacra Sindone e pomi d’oro che conferiscono il potere di dominare le menti e sottomettere al proprio volere chi ha meno forza interiore è un po’ un azzardo.

Ma Elon ci è riuscito.

Elon Musk contro Assassin’s Creed

“Diversità, Equità e Inclusione uccidono l’arte”, ha risposto il magnate ad una spunta blu evidentemente oltraggiata dalla presenta di un “personaggio di colore e pure gay” nei suoi amati videogames.

Alla spunta blu saranno sfuggite licenze narrative che prevedono ad esempio Alessandro VI proprietario di un pastorale antico che consente il potere di sottomettere le menti, Lucrezia Borgia che usa la Sacra Sindone per guarire suo figlio, il Duca di Nepi, diventato poi un affascinante avventuriero che ha scoperto e usato i Teschi di Cristallo secoli prima di Indiana Jones.

O quelle che vedono la Mysthios Kassandra, principessa Agiade, ottenere le non volute attenzioni erotiche di Alcibiade e ottenere un’esenzione per partecipare alle Olimpiadi, e Aya, nel mito “l’ancella che porse l’aspide a Cleopatra“, essere moglie dell’ultimo medjay, parte della futura setta degli Assassini se non diretta fondatrice e una dei Cesaricidi che aveva preso una nave apposta per andare ad accoltellare Cesare.

Insomma, lamentarsi dell’assenza di realismo in un videogioco in cui la Spada di Giovanna d’Arco viene descritta come un oggetto di una tecnologia perduta responsabile del carisma della Pulzella d’Orleans e delle sue visioni è un assoluto non sense.

Al quale Ubisoft ha comunque risposto di “giocare con la mente aperta”.

Anche perché pretendere fedeltà storica “a targhe alterne” da un videogame sarebbe la morte del divertimento.

Chi è Yasuke

Lo Yasuke-Assassino è da considerarsi quindi liberamente tratto dallo Yasuke storico, uomo africano (verosimilmente del Mozambico) al servizio dell’Oda Nobunaga storico per quasi un anno prima della morte del secondo.

Secondo le poche tracce storiche “Yasuke”, il cui vero nome è di fatto sconosciuto, faceva inizialmente parte del seguito del gesuita Alessandro Vallignano, e Nobunaga Oda, vedendo un uomo di colore dall’aspetto possente ne fu incuriosito.

Vallignano si era infatti recato da Nobunaga Oda per assicurarsi di poter proseguire la sua predicazione senza inconvenienti: dato non scontato nel Giappone fortemente nazionalista e isolazionista di quegli anni, causa questa di persecuzioni e martiri.

A Vallignano andò abbastanza bene, proprio grazie a “Yasuke”: Nobunaga, che non aveva mai visto un uomo di colore, secondo i resoconti dell’epoca (che potrebbero essere romanzati dalla forte novità della scena prospettata ai giapponesi dell’epoca) chiese dapprima che fosse lavato per provare il colore della sua pelle, poi chiese che l’uomo di colore “dalla forza di dieci uomini e nero come un toro” gli fosse lasciato.

Lo ribattezzò Yasuke, gli diede un piccolo stipendio e decise di portarlo sempre con sé come suo attendente.

Assai più realisticamente, Nobunaga era tanto nazionalista e lontano dall’inclusività come i suoi pari, e considerò Yasuke un qualcosa da esibire come simbolo della sua autori)à: del resto Matsudaira Ietada, vassallo di Tokugawa Yeyasu il futuro Shogun, nel 1582 descrisse nei sui scritti come Nobunaga fosse seguito da un gigante di 182 cm “nero come l’inchiostro” che gli era stato “dato dai missionari.”

Quando Oda Nobunaga fu tradito e spinto al seppuku nel 1582 dal suo vassallo Akechi Mitsuhide, Mitsuhide ordinò bruscamente che Yasuke fosse rimandato dagli occidentali, dichiarando che in quanto sia straniero che un uomo di colore a suo vedere non era un vero giapponese, era una “natura bestiale e ignorante” e quindi non avrebbe dovuto essere condannato a morte dai suoi uomini ma rimandato con gli altri stranieri, ovvero i Gesuiti.

Da quel punto in poi la storia ne perde le tracce, e non è neppure chiaro se le sprezzanti frasi di Mitshuide siano state attribuite ad una vena xenofoba, ad un tentativo di giustificare la sua scarsa volontà di condannare Yasuke o ambo le cose tutte e sue assieme.

La relativa oscurità della meteorica storia di Yasuke lo rende dunque una perfetta tela in bianco da riempire con diverse storie.

Yasuke nell’immaginario

La storia alquanto stringata di Yasuke è stata riempita nel tempo di ogni immaginazione: un libro di bambini del 1968 chiamato “Kurosuke” (traducibile con “Yasuke il nero”), qualche apparizione nei manga e negli anime ed è stato ispirazione per la saga di Afro Samurai.

Avere uno Yasuke parte di una setta segreta che si nasconde nelle pieghe della storia per compiere azioni ignote al resto del mondo sembra quindi essere la cosa meno strana che gli è attribuita, senza scomodare il woke o improbabili vandalismi della sua pagina Wikipedia nati dal livore xenofobo.

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