Ci segnalano i nostri contatti una card social contenente frasi per cui Elly Schlein aggrava l’imposta successoria. Siamo abituati alle “card” (volti con citazioni spesso poco probabili) contenenti fake news. Come prevedibile questa non fa eccezione alcuna.
Si tratta infatti di una frase tratta dagli scritti di Luigi Einaudi, per essere precisi raccolta in L’imposta patrimoniale, Roma, Edizioni de «La Città libera», 1946, pp. 50-56, in un preciso momento storico e, si prega di notare, con ben sei pagine di spiegazioni che la card omette.
I più acuti tra voi avranno notato il logo “imgflip.com” in basso a sinistra: un servizio gratuito usato per creare memes. Avrebbe dovuto essere un campanello di allarme: figurarsi se un partito politico usa un servizio gratuito anziché avvalersi di un creativo.
Ma come abbiamo detto, l’indizio più grande è in libreria: nei citati scritti di Luigi Einaudi compare la seguente frase
Ma il fine si ottiene altresì decimando le fortune acquisite da tempo, cosicché i nipoti ed i pronipoti di chi formò una fortuna, non possano valersene se non in parte ed alla fine non possano valersene affatto, nella gara per la vita.
In secondo luogo, la imposta successoria deve essere congegnata in modo che gli eredi di colui che formò una fortuna, piccola o grande, con l’opera sua e con il suo patrimonio, mentre sono costretti a trasferirne allo stato una porzione sempre più grande, sino al tutto, ad ogni successivo trapasso a causa di morte, siano contemporaneamente indotti, se vogliono conservare il podere, la casa, l’industria avita, a ricostituire col lavoro e col risparmio la quota che essi debbono consegnare allo stato.
La spiegazione non è una proposta di “esproprio proletario degli averi altrui”, ma una discussione sulla “Proposta Rignano” un modello fortemente espropriativo del quale Einaudi propose una via di mezzo.
Stante che l’eredità è un mezzo col quale la generazione passata precedente trasmette il frutto del suo lavoro alla generazione successiva, Luigi Einaudi proponeva che comunque la generazione successiva fosse comunque onerata dal dover mettere a frutto il lavoro passato, ricostituendo un proprio peculio personale che a morte sarà trasmesso e tassato.
L’idea finale di Einaudi si declina nell’esempio di tre generazioni: la prima consegna alla seconda un patrimonio, con una tassazione di un terzo dello stesso. La seconda mette a frutto quel patrimonio e vive comunque in agiatezza, ma alla fine comunque trasmette la propria eredità, e paga l’equivalente di un terzo di quel patrimonio. La terza generazione fa lo stesso.
Alla fine il patrimonio del terzo è quello creato da lui e dal suo dante causa: il primo patrimonio è stato “incamerato dallo stato”.
Possiamo discutere quanto volete del funzionamento delle due proposte, la più diretta proposta Rignano e la proposta Einaudi, e perché possono o non possono funzionare.
Non è il punto di questa indagine.
Il punto è che ovviamente, non può essere proposta di Elly Schlein.
La cosiddetta “proposta di Elly Schlein aggrava l’imposta successoria” è in realtà un estratto decontestualizzato di Einaudi inserito in una “card” a lei falsamente attribuita.
Non è del resto la prima volta che vediamo “card” con frasi, teorie e concetti falsamente attribuiti a politici, come qui, qui e qui.
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