Approfondimento

Elezioni USA: l’audio Whatsapp di Trump tra critiche e guai

L’audio Whatsapp di Trump rischia di diventare, se non il Watergate di Trump stesso, quantomeno un modo imbarazzante per chiudere un mandato elettorale.

Forse, più imbarazzante di momenti già tragicomici come la conferenza stampa al Four Seasons (il negozio di giardinaggio scalcinato, non l’hotel) e la valanga di ricorsi risolti con un nulla di fatto.

Elezioni USA: l’audio Whatsapp di Trump, l’inevitabile premessa

Si premette una cosa: al ballottaggio in Georgia non si votava per sovvertire il risultato elettorale.

Ormai, tecnicamente e stabilmente, il Presidente Eletto degli USA è Joe Biden, e questo è vero qualsiasi cosa accada da qui al 20 gennaio.

Biden entrerà in carica, il Presidente Uscente dovrà lasciare la Casa Bianca.

Questo è ovvio.

Il senso è rendere il lavoro più facile, o difficile, al governo Dem.

Se dal ballottaggio, come dai dati che si prefigurano, dovesse uscire una maggioranza, anche risicata, Dem, Joe Biden si ritroverebbe la maggioranza al Senato e il controllo dell’intero Congresso.

Gli sarebbe quindi assai facile dettare l’intera agenda politica della Nazione fino almeno alle elezioni di Medio Termine per il Senato e la Camera dei Rappresentanti.

Ove invece prevalessero i Repubblicani, gli stessi avrebbero la maggioranza al Senato, potendo quindi avere una azione maggiormente incisiva sulla politica della nazione.

Il che non comporta automaticamente un vantaggio per Trump, specie date le recenti tensioni tra Trump e il resto del partito Repubblicano, ma un ostacolo per Biden sì, e la possibilità di poter partire in pompa magna con la Campagna elettorale 2024 capitalizzando su una vittoria in qualche modo “mutilata” dal mancato controllo del Senato.

Ecco come si spiega il malpancismo di Trump, e la telefonata di cui parliamo

Elezioni USA: l’audio Whatsapp di Trump tra critiche e guai

Telefonata che il Washington Post riporta per intero, e che contiene la contestata frase

“Guarda, voglio che tu faccia questo. Voglio che tu trovi 11.780 voti, uno in più di quelli che abbiamo. Perché abbiamo vinto lo stato”

A onor del vero, se alcune testate e commentatori parlano di una minaccia o quantomeno una richiesta “forzata”, il contesto di questo spezzone fa pensare più all’atto di disperazione di qualcuno che creda davvero, nel profondo del suo cuore, che quei voti esistano da qualche parte e sia possibile trovarli, magari in qualche angolo riposto

“Ok, lo sai. Lo sai bene. Non ci sono dubbi. Lo sai e scoprirai che abbiamo 11.779 a minuti, perché la Contea di Fulton è corrotta, oh sì quanto è corrotta…

E ti ridono dietro! Ti prendono in giro! [riferito al Governatore]. Brad, ti prendono in giro anche se tu non lo sai! Ti ridono dietro tutti! Hai preso uno Stato Repubblicano, hai reso quasi impossibile che un Repubblicano vinca perché barano, barano come nessuno ha barato mai! Non mi importa quanto tempo ci metterai, lo sai, abbiamo altri stati che si fanno avanti, bene.

Ma io non… questo non accadrà mai… questo è … abbiamo un talento incredibile, e nessuno ha visto niente… ma il problema che hanno bisogno di tempo per i grandi numeri! Ma sono numeri importanti. Ma io credo che tu debba trovare … comunque… delle informazioni. Scoprirai che distruggono le urne! Distruggono le urne perché devono liberarsi delle urne perché le urne non sono controfirmate! Le urne sono corrotte, e sono nuove, e non hanno sigilli, c’è un problema con le urne che sono corrotte.

E tu scoprirai che – e questo è illegale – è più illegale per te perché, lo sai, tu sai quello che hanno fatto e non lo vuoi dire. È un reato, è totalmente un reato! E tu lo permetti! Ryan, è un guaio grosso per te ed il tuo avvocato! È un rischio grosso! Ma quelli distruggono le urne, nella mia opinione, in base a quello che mi hanno detto. E fanno sparrie i macchinari, e li fanno sparire perché sono prove! Non puoi farlo accadere e lo stai facendo accadere! Lo sai, io te lo dico che io so che lo stai facendo accadere, quindi guarda, io voglio questo. Voglio trovare 11.780 che uno di più di quello che abbiamo perché abbiamo vinto lo stato.

La telefonata, in sé, è uno straordinario esempio della logica circolare che ha animato tutti i ricorsi (bocciati) presso le Corti di Appello di ogni stato e l’intera macchina elettorale di Trump. Nonché, quella dei QAnon.

Sostanzialmente, Trump conferma di sapere per certo che lui ha perso le elezioni perché vittima del “Big Steal”, i grandi brogli dei Dem.

E sa benissimo che tutti sono a conoscenza della cospirazione, compresi gli stessi governatori Repubblicani dei singoli stati, e nessuno ha il coraggio di dirlo.

E sa benissimo di avere in mano la “pistola fumante”, la grande prova del Broglio Elettorale più grande della Storia d’America.

E la prova dell’esistenza fisica del Big Steal è che lui ha perso, perché ovviamente se non ci fossero stati brogli avrebbe sicuramente vinto, e la controprova è che i Democratici ridono di lui e dei Repubblicani perché ovviamente sanno di aver vinto coi brogli.

Ovviamente

Elezioni USA: l’audio Whatsapp di Trump tra critiche e guai, le reazioni Dem e le teorie di QAnon che possono confermare o ribaltare la situazione (con Alessandro Borghese)

Ovviamente però gli avversari non si fanno lasciare al palo.

Il Washington Post resta del parere che quella sezione possa essere letta come un tentativo di intimidazione del Governatore per ottenere un risultato favorevole.

Ora, ricordate quando vi abbiamo parlato della nomina di Biden?

Esiste una teoria QAnoniana che conosciamo per cui, combinando diversi ordini presidenziali scelti a caso (quello che sanziona interferenze abusive nelle elezioni USA, quello che ammoderna i tribunali penali e l’Insurrection Act del 1807) Trump potrebbe sostanzialmente instaurare un golpe legale per prendere il controllo degli USA con una Giunta Militare comandata dal Patriota Q, dal Kraken e dalla Tempesta.

Ma attenzione, la stessa identica teoria, depurata degli eccessi dovuti al fatto che il Patriota Q abbia uscite da Laureando alla Life University con specializzazione in “Perzony Falzeee”, consente ora a Kamala Harris di accusare Donald Trump di un insolente e sfrontato abuso di potere.

Non già, attenzione, liberando il Kraken, la Tempesta e Miocuggino, ma accusando platealmente Trump di tentativo di interferenze abusive nelle elezioni USA, con tanto di rischio Impeachment.

E ancora una volta, le bizzarre teorie di Q tornano a mordere il sedere, e con forza, al loro paladino.

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