“Elementare Watson!” è una delle frasi più celebri attribuite a Sherlock Holmes, il brillante detective scaturito dalla mente geniale di Sir Arthur Conan Doyle. Nell’immaginario collettivo di chi non ha mai letto un romanzo di Sherlock Holmes (e ora vedremo perché) quella frase raffigura il “momento Eureka”, la parte della storia in cui il detective risolve il caso o spiega ai suoi collaboratori la geniale intuizione che l’ha messo sulla retta via.
Un po’ come quando la Signora in Giallo comincia a punzecchiare in modo sarcastico il cattivone della settimana fino al momento del “Ah, ah, lei si sbaglia Signora Fletcher” per vomitargli addosso il fallimento del suo alibi nel modo più crudele possibile, Detective Conan anestetizza Goro e le folle si riuniscono per guardare il “Detective in Trance” e Don Matteo prepara il predicozzo evangelico con alibi.
Ma in realtà la frase non è mai stata detta. Si tratta di un virgolettato inventato.
La cosa più simile alla frase “Elementare Watson” appare in “The Crooked Man” (Il caso dell’uomo deforme, in italiano), dove all’affermazione “Eccellente!” del collaboratore e amico Dottor Watson Sherlock risponde seccamente “Elementare”.
L’affermazione appare invece nelle varie traslitterazioni cinematografiche e teatrali, laddove il “momento eureka” viene rappresentato sul piccolo e grande schermo col brillante detective pronto a deridere con saccenza l’amico meno dotato di facoltà deduttive e percettive, entrando così nell’immaginario collettivo come esempio dell'”ovvio non così ovvio”, visibile al genio ma non alla persona comune.
Del resto, la stessa iconografia tradizionale di Sherlock Holmes con mantellina e cappello da cacciatore di cervi quadrettato non nasce direttamente dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, ma da un’intuizione dell’illustratore Sidney Paget, che secondo alcuni interpreti volle così creare del “marketing occulto” ante litteram per un amico cappellaio.
Altri esempi di frasi del piccolo schermo e della letteratura mai pronunciate sono ad esempio “Beam me up, Scotty” (“Teletrasporto, Signor Scott!”), frase attribuita al Capitano Kirk della serie originale di Star Trek e mai pronunciata almeno nel doppiaggio originale e la celebre “Ha un’aura potentissima” della serie Dragonball.
Quest’ultima frase dal destino curioso e controverso: per decenni attribuita al personaggio di Piccolo, alieno verde dapprima rivale e poi amico del protagonista Son Goku e padrino del suo figlio primogenito e della sua nipotina (e relativa al suo potere di percepire il potere combattivo degli avversari a distanza, tenendosi lontano da quelli evidentemente troppo forti), fino a diventare meme dopo decenni è stata finalmente usata in un film cinematografico (Dragonball Super: Broly) per l’enorme ilarità dei presenti alle prime proiezioni.
Immagine di copertina tratta da Sherlock Holmes (2009)
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