Tra gli effetti collaterali delle elezioni di Trump si registra un aumento della richiesta di pillola del giorno dopo e pillola abortiva negli USA.
E si tratta, come precisato dal New York Times di “richieste in previsione”. Sostanzialmente le elezioni di Trump non hanno provocato un aumento dei rapporti sessuali non protetti, hanno provocato il timore che nel prossimo futuro sia la contraccezione di emergenza che l’aborto siano a rischio.
E ricordiamo inoltre che la pillola del giorno dopo e la pillola abortiva non sono la stessa cosa ma vi è evidente percezione che nell’America Post-Trump i diritti riproduttivi potrebbero essere ancora più difficili da esercitare.
Abbiamo visto in passato come l’abrogazione del principio sancito da Roe vs Wade aveva di fatto creato una balcanizzazione dell’aborto con stati in cui diventava più o meno facile ottenerlo.
Wisp, uno dei principali venditori online di prodotti medicinali legati alla salute riproduttiva, ha infatti riferito al NYT di aver avuto un raddoppio delle richieste per la pillola del giorno dopo a seguito della trascorsa settimana elettorale, perlopiù da nuove clienti con una preferenza per confezioni multiple da tre o sei.
Il Massachusetts Medication Abortion Access Project (MAP), organizzazione che si occupa di “pareggiare” l’asimmetria nell’accesso ai diritti riproduttivi negli USA conferma di aver ricevuto nel periodo successivo alle elezioni mille richieste legate a previsioni e timori per l’immediato futuro più che a un bisogno urgente e già concretato.
La posizione di Trump sull’aborto e sui diritti riproduttivi non è del tutto chiarita, ma il rischio di una agenda conservatrice aleggia, con quanto ne consegue.
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