Letteralmente tagli alle ricevute. E non stiamo parlando del sogno della dematerializzazione. Non stiamo parlando di quegli imprenditori virtuosi che grazie alla diffusione dei pagamenti a mezzo POS possono rilasciare ricevute e scontrini per mezzo eMail o SMS.
Parliamo del fatto che nella Russia delle sanzioni Europee, quelle che per la propaganda del Cremlino “danneggiano più loro che noi” ci sono problemi a reperire la carta per gli scontrini.
Alfa Bank, una delle principali banche russe, ha dovuto anunciare a mezzo social l’emissione di un nuovo formato di scontrini lunghi un quarto dei precedenti.
Il messaggio tradotto è così:
Vi è carenza di nastri per scontrini in Russia. Non ci sono. E quelli che si trovano sono aumentati molto di prezzo.
Questo è un problema per molti imprenditori. Per aiutarli a ridurre lo spreco di cara abbiamo abbreviato gli scontrini emessi dai nostri terminali di pagamento.
In precedenza gli scontrini erano di 21 centimetri, ora sono di 5,5. Un nastro standard potrà essere usato non per 90 acquisti come prima, ma 360.
Nel corso degli anni gli imprenditori risparmieranno 61000 chilometri di scontrini, ovvero 300 milioni di Rubli. O un’intera foresta.
Effettivamente misurare il risparmio in rubli, col rublo diventato una valuta estremamente volatile pronta a impennarsi e scendere a seconda dei venti del mercato è un po’ inutile.
Nessuno sta dicendo che la crisi della carta non vi sia: la sentiamo anche da noi, e Alfa Bank stava cercando di ridurre l’uso di carta da un annetto.
È indubbio però dal senso di urgenza del comunicato che gli effetti della guerra e delle sanzioni hanno accelerato e di molto questo processo.
Processo accelerato perché interi indotti sono stati mutilati dalle sanzioni.
Secondo Interfax alla scarsità di carta comune ad altri mercati va aggiunta la perdita di interi pezzi di indotto.
L’industria della carta, secondo Elvira Nabiullina, capo della Banca Centrale della Federazione Russa, soffre per la mancanza dei prodotti chimici per lo sbiancamento della carta.
La Russia potrebbe sostenere una produzione di carta in proprio, se riuscisse a rimpiazzare quei prodotti chimici, impresa resa difficile dalle sanzioni.
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