Effetti delle sanzioni: dentisti russi senza gli strumenti più usati. In un capitolo precedente abbiamo visto come l’ultimo round di sanzioni lascia i Russi a digiuno del Viagra, tra le altre cose.
Ma se le ormai celeberrime “fonti russe” sono certe di poter produrre il citrato di sildenafil in patria, la sparizione della nota ditta 3M dal mercato russo a causa delle sanzioni causa non pochi problemi ai pazienti odontoiatrici.
Parliamo della scomparsa degli usatissimi prodotti 3M, dei quali le “versioni russe” sono descritte come meno efficaci.
Parliamo dell’Ubistesin, anestetico occidentale per uso dentistico e del Vitremer, resina dentale per implantologia e ricostruzione dei denti.
L’allarme non è secondario: secondo lo stesso Moscow Times (quindi non esattamente fonti degli occidentali “kattivi e nazisti kapitalisti”) i Russi avrebbero sostituti patriottici per i due prodotti.
Ma come i sostituti di McDonald’s e Starbucks hanno palesato qualche problema, anche i prodotti Russi hanno degli svantaggi rispetto ai collaudati prodotti 3M: l’anestetico “locale” che ha sostituito Ubistesin richiede l’iniezione di tre o quattro fialette monodose per aver gli stessi effetti di una singola dose del prodotto occidentale.
Con l’evidente disagio per tovarish paziente che si ritrova traforato come un puntaspilli, e con resine dentali dalle caratteristiche di modellabilità inferiori.
Non soccorre l’abilità del dentista Russo quando ci si ricorda che 3M produce anche il materiale necessario per lucidare, rifinire e modellare i denti ricostruiti.
Anche qui il Moscow Times riporta un succedaneo russo, ma della capacità abrasive inferiori per cui si consuma più rapidamente, richiedendo almeno il doppio dei dischetti, se non il triplo, per ogni lucidatura.
Costo che, naturalmente, si scaricherà sul cliente. Rendendo più economico sfoggiare i sorrisi storti dei “vatnik virtuali” apparsi più volte tra le “fonti russe”, generati con Computer Graphics.
Ammesso che gli studi dentistici restino aperti, dato che cominciano a scarseggiare anche i ricambi e le forniture della ditta KaVO, lasciando gli strumenti a corto di ricambi e rendendo difficile approvvigionarsi di igienizzanti e consumabili.
La situazione è simile al mercato dell’informatica Russo attuale, laddove diventa sempre più difficile trovare ricambi, componenti “particolari” come le tastiere in cirillico vengono prodotte incidendo tastiere occidentali o applicando adesivi e l’importazione parallela o dalla Cina diventa l’unico modo per procurarsi taluni beni.
Anche gli apparecchi ortodontici, come gli Invisalign, cominciano a latitare secondo il report della testata, rendendo ogni tentativo di sostituzione alquanto faticoso.
«Le sanzioni Ue sono un veleno ad azione lenta come quello prodotto dall’arsenico. Richiedono tempo per produrre i loro effetti, ma lo fanno ed è irreversibile». Così ha descritto i loro effetti l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Josep Borrell, e non possiamo che vederne gli effetti ora.
Nonostante tutt’ora sui social i Vatnik filorussi si ispirino ai roboanti proclami di Putin per cui le sanzioni non avrebbero colpito Mosca ma “il mondo intero”, sembra che alla fine gli effetti stiano davvero colpendo Mosca.
Mentre in Occidente il prezzo del gas ritorna sotto controllo, in Russia scopriamo diverse cose che hanno smesso di funzionare.
Nel fiorente settore videoludico la Russia si trasforma in una nazione di Bender creando il primo “motore grafico autarchico per giochi Russi” (ignorando che dovrebbe convincere i maggiori produttori di schede video del mondo a supportarlo).
Come abbiamo visto, sono spariti i computer occidentali nei negozi, se non di importazione parallela.
Diventa impossibile trovare ricambi per quelli ancora funzionanti, i quali dovranno usare programmi ottenuti tramite pirateria informatica, legalizzata di fatto per ovviare alle sanzioni.
Nel settore automobilistico, le nuove vetture per Vatnik sono ormai “catorci” Euro 0, senza ABS, computer di bordo e antifurto satellitare.
Nel settore audiovideo sono spariti da un anno i film occidentali al cinema, e anche qui si invocano la pirateria, class action per chiedere a Netflix di “riattaccare la spina” ai russi e tentativi di Putin di proporre “Eroi Russi” al posto di Batman.
In economia di guerra il governo si riserva di “prendere decisioni sull’introduzione di speciali misure nella sfera economica”, mentre scarseggiano carta e bottoni e non è più possibile verificare la qualità degli integrati importati dalla Cina, aumentando il numero di prodotti difettosi acquistati
Salterà ancora l’appuntamento con l’Eurovision, ormai per due anni di fila, e l’indotto perirà con esso nonostante si vagheggi il ritorno all’austero Intervision, festival anticoSovietico tratto da un’era di dischi occidentali malamente duplicati su lastre radiografiche e cloni Nintendo made in China e sold in Russia.
Il settore della moda probabilmente non va bene come si crede, date le numerose polemiche solo perché una catena di moda non ha venduto ad un cittadino russo una costosa giacca rientrante nei beni di lusso sanzionati.
Se l’effetto era “togliere carburante alla macchina bellica Russa” e provocare un effetto di “dissuasione morale” che spinga gli stessi russi a considerare l'”operazione speciale” dannosa e autolesionistica, possiamo dire che ci stiamo arrivando.
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