“Ecco uno degli sbarcati”
La pagina Facebook Il Popolo Decide ha pubblicato, il 29 giugno, l’immagine di un migrante catturata da un servizio del TG La7 con la didascalia: «Ecco uno degli sbarcati, sui loro visi e corpi potete notare i segni delle guerre, delle torture e della fame. Ci avete preso per fessi?»
Ecco uno degli sbarcati, sui loro visi e corpi potete notare i segni delle guerre, delle torture e della fame. Ci avete preso per fessi?
La nostra analisi risponde alla domanda: «Si tratta di una foto catturata a bordo della Sea Watch 3?», e la risposta è sì. Il caso della Sea Watch 3, in questi giorni, è al centro di un infinito dibattito politico fatto di numeri, prese di posizione e, in questo caso, di immagini. Il nostro archivio ci è testimone, e oggi vi parliamo di una chiave di lettura che gli autori de Il Popolo Decide propongono ai loro lettori, concentrando l’attenzione sul dibattito sulla fisicità dei migranti, che per diverso tempo ha colpito anche Giobbe Covatta con una falsa attribuzione. Ciò che si opera, in questi casi, è il focus su un dettaglio e non su un argomento.
Il fotogramma estratto dal servizio del TG La7 a cura di Silvia Resta è disponibile al minuto 2:01 di questo filmato, e ve lo riproponiamo per intero:
Parliamo di acchiappalike senza l’intento di negare la realtà sottintesa dal post degli autori de Il Popolo Decide, perché l’immagine mostra realmente un migrante a bordo della Sea Watch 3. Parliamo di acchiappalike perché il fine degli autori è di tornare al discorso dei migranti fisicati, con una conformazione che può non essere compatibile con il discorso della fuga dalla guerra e dalla fame. Sappiamo tutti che la realtà è un’altra e non si può liquidare con le parole: «Sui loro visi e corpi potete notare i segni delle guerre, delle torture e della fame. Ci avete preso per fessi?», ma la si potrebbe argomentare con dati che rafforzano la teoria lievemente esposta dagli autori.
L’immagine è vera. Il messaggio in calce è un acchiappalike, uno dei tanti che incontriamo in queste ore, quando il caso Sea Watch e la cronaca su Carola Rackete sta facendo la fortuna di tante pagine Facebook.
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