Se la libertà di espressione e di stampa deve ridursi a un colabrodo sgrammaticato di disinformazione, strumentalizzazione e articoli fuorvianti, i miasmi ammorbanti che fuoriescono da CronacaPiù sono un esempio. Gli autori, alla pari di quelli di VoxNews e TgQuotidiano, di fatto, scrivono da un loculo nel quale respirano il lezzo dei trapassati, bevono il sangue e le lacrime dei feriti e masticano con voracità le carni morte dei defunti. Perché diciamo questo? CronacaPiù sfrutta i fatti di cronaca con una lieve attenzione ai trend di Google e li ripropone in una versione distorta, spostando la verità a favore di un certo pubblico che ogni giorno si nutre di xenofobia, indinniazione, facili associazioni mentali e velocità nelle conclusioni.
La xenofobia è un concetto esule dall’appartenenza politica, perché si tratta di un disturbo mentale nato da un’inesistente coscienza sociale e un insistente odio maturato da un’interpretazione distorta dell’esistenza. Chi odia lo fa a 360 gradi, perché lo xenofobo/la xenofoba chiede l’eliminazione di tutto ciò che è straniero e sarebbe capace di augurare la morte anche a colui che ritrova il suo portafoglio e glielo riporta a casa, se questo è un cittadino straniero. L’amore dello xenofobo si riduce solamente al proprio dispositivo, come CronacaPiù ci insegna.
Più che occuparsi di cronaca, come il nome del sito suggerisce, gli autori abusano del vocabolo e ingannano i lettori che sono convinti di trovarsi di fronte a una vera testata dalla quale condividere informazioni. Il nostro archivio, a tal proposito, suggerisce degli esempi.
CronacaPiù fece un collage tra immagini di repertorio usate più volte dai bufalari e sfruttò una notizia scritta in lingua spagnola di cui riportava lo screenshot, come avevamo dimostrato nella nostra smentita. La notizia non compariva in alcuna testata nazionale né internazionale, ma agli autori di CronacaPiù interessava il click del lettore, dunque creò il titolo acchiappautenti e ottenne la dose quotidiana di gloria infondata.
Con un’altra operazione di collage fuorviante, CronacaPiù fece uso dell’immagine di un’emergenza sanitaria per la presenza di profughi a Ventimiglia del 2017 e la associò alla notizia di un ragazzo dell’est con disturbi mentali sorpreso ad espletare bisogni fisiologici. Una volta arrivate le autorità, sul posto erano presenti anche dei parcheggiatori abusivi, dunque la sommatoria di brutte notizie fece diventare un singolo episodio in un castello di deiezioni.
Senza citare fonti né dati attendibili, i mendicanti del web di CronacaPiù parlarono di un 83% degli italiani che spensero la TV «per non ascoltare il discorso immigrazionista del Presidente», con la mestizia di insultare un’autorità e soprattutto di fare gnegne nella consapevolezza di mentire, correndo anche il rischio di una querela per diffamazione. Il discorso del Presidente Mattarella, al contrario, ottenne ottimi risultati come dimostrarono gli organi di stampa tanto odiati dai bacilli che scrissero per CronacaPiù.
Papa Francesco è un altro personaggio odiato dai viralizzatori antropofagi e dai condivisori compulsivi coprofagi, in quanto lo spirito cristiano che ha contraddistinto anche i Pontefici precedenti, con Bergoglio, capita nell’era dell’Internet e dei social network. La vera colpa di Bergoglio è di trovarsi nei panni del Capo della Chiesa nel periodo storico in cui tutti hanno un account dal quale potersi esprimere anche quando nessuno lo richiede. Le sue considerazioni sugli ipocriti, in realtà, interessavano i frequentanti la Chiesa che però vivono nell’odio, ai quali il Pontefice ha ammesso di preferire gli atei. Secondo CronacaPiù, come era prevedibile, Bergoglio avrebbe invece detto di preferire gli atei ai cristiani che odiano i migranti. In questo modo Papa Francesco diventa il nemico dei cristiani, e non esiste modo di convincere del contrario chiunque vi abbia creduto.
Dopo questi esempi, concludiamo che il benaltrismo, le false associazioni e attribuzioni e la scontata disinformazione offerta dagli autori ci porta a collocare il sito CronacaPiù nella nostra Black List, con lo stesso trattamento riservato ad altri siti e pagine social già presenti nella lista nera.
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