“Ecco cosa contiene una mascherina dopo soli 20 minuti”, grida a gran voce un post che vorrebbe mettere in guardia i genitori dal far indossare il dispositivo di protezione ai propri bambini. Ciò che vediamo è una piastra – calmi, ci arriviamo – che conterrebbe funghi e batteri – calmi, ci arriviamo – che secondo la letteratura dei disinformatori seriali e dei condivisori compulsivi verrebbero così assorbiti dai bambini “costretti” a indossare la mascherina durante le ore di scuola. Il post si presenta come l’ennesima immagine con didascalia senza fonti, un tipo di contenuto dal quale in questo articolo vi avevamo invitato a diffidare.
Questa immagine mostra cosa contiene effettivamente una mascherina dopo soli 20 minuti! Immaginate 7/8 ore in una classe, in negozio o alla guida di un autobus? Senza contare le pessime norme igienistiche come l’aprire la finestra raramente. Non scendete a compromessi del genere. Ritirate i vostri fili. Se nessuno più ci va a scuola, saranno costretti a cambiare le regole.
Nella giornata di ieri riportavamo le dichiarazioni della comunità scientifica contro la credenza (im)popolare secondo la quale, addirittura, l’uso prolungato della mascherina porterebbe alla demenza. Gli stessi medici hanno ricordato a più riprese che per il loro lavoro si ritrovano a indossare le mascherine per giornate intere senza accusare alcuna forma di malessere.
La piastra di Petri è uno strumento utilizzato dai biologi per osservare a occhio nudo le colonie batteriche. Chi – come noi – è digiuno dell’argomento ne ha sentito parlare per la prima volta quando la dottoressa Tasha Sturm aveva pubblicato l’immagine suggestiva di una colonia batteria catturata da una mano umana.
Siamo di fronte allo stesso fenomeno, ma per i condivisori compulsivi si tratta di batteri presenti nelle mascherine. Questa disinformazione arriva dall’estero, e anche a questo giro i mendicanti del web arrivano in ritardo. L’Associated Press australiana ha interpellato Emad El-Omar, docente di Medicina, che ha riferito che la piastra mostrata nella foto è “vecchia e contaminata” in quanto al suo interno sono presenti anche dei funghi generati da “spore presenti nell’aria”.
A rafforzare il parere del professor El-Omar troviamo, nello stesso articolo, il dottor Richard E. Davis, direttore di microbiologia presso il Providence Sacred Heart Medical Center di Washington. Davis aggiunge che nessuno dei microbi presenti nella fotografia può causare malattie.
Sull’immagine che oggi prendiamo in analisi e su altri post virali analoghi è intervenuto anche il servizio di fact checking tedesco Correctiv in questo articolo. Truth Or Fiction, invece, ha contattato direttamente alcuni utenti che hanno condiviso istintivamente il post chiedendo loro cosa sapessero della foto, e nessuno di essi è stato in grado di rispondere.
La bufala delle infezioni fungine causata dalle mascherine è già stata smentita durante l’estate da Reuters in questo articolo. Per andare più in fondo, Truth Or Fiction ha raccolto i pareri di diversi scienziati e tutti, in concerto, hanno risposto che ciò che vediamo nella capsula di Petri ampiamente condivisa sui social è il risultato in una coltura intenzionale di batteri, non di un dispositivo tamponato e posto in analisi: “Questa sembra essere una sorta di immagine stock di batteri, muffe e funghi trasportati dall’aria”.
Ciò a cui assistiamo con questo post, in sostanza, è un’opera di insistenza sulla presenza di funghi nelle mascherine: nei mesi precedenti i condivisori compulsivi avevano un’ossessione per la candidosi polmonare causata dalle mascherine, e di questa bufala si erano occupati i colleghi di Facta e gli autori di Giornalettismo.
Siamo di fronte all’ennesimo post ad alto contenuto virale costruito con la strategia dell’immagine+didascalia ad effetto, ma senza riferimenti scientifici al suo interno. A chi condivide questa bufala è sufficiente il taglio sensazionalistico del post, e la credibilità è così conquistata. I fact checker internazionali hanno contattato diversi scienziati i quali, all’unisono, hanno riferito che ciò che vediamo nell’immagine è una piastra di Petri vecchia sulla quale si trovano batteri e funghi contaminati tra loro per via dell’esposizione all’aria aperta.
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