Conoscete tutti il vaccino contro il vaiolo, vaccinazione obbligatoria abrogata solo nel 1981 grazie all’eradicazione della malattia. E per fortuna molti di voi lo conoscono solo dai libri di storia e dalla cicatrice sul braccio tipica dei nonni e qualche genitore più anziano che hanno fatto in tempo a vivere quell’epoca.
Il vaiolo non è una passeggiata: alcuni suoi effetti erano simili a quelli della varicella, lasciando importanti e deturpanti lesioni sul corpo dei malati, viso compreso, ma anche mani, piedi e arti, diffondendosi sul resto del corpo in modo centrifugo.
Si distinguevano due forme cliniche di vaiolo: il “vaiolo minor” che aveva un tasso di letalità sotto l’1%, e il “vaiolo major” che aveva un tasso di letalità nelle persone non vaccinate del 20-50% (in media 30%).
Non era quindi una passeggiata: se ti andava male, morivi. Se ti andava bene rimanevi sfregiato a vita. E qui entra Edward Jenner.
Edward Jenner era un valente medico inglese dagli interessi poliedrici.
Si interessò ovviamente di medicina, ma anche di chimica, farmaceutica e dello studio dei fenomeni naturali. In quegli anni non vi era prevenzione per il vaiolo, a parte la pratica della vaiolizzazione o “variolizzazione”, un “compromesso” rispetto all’immunità noto da secoli ai popoli orientali, diffuso in Turchia e portato in Europa da Angelo Gatti.
La variolizzazione era una tecnica ancora grandemente imperfetta e quindi non più praticata: si trattava di inoculare piccole dosi del vaiolo umano in pazienti consenzienti, cercando quindi di ottenere una forma blanda della malattia. Meno rischiosa del vaiolo, ma comunque rischiosa: ciò nonostante, tra i ceti elevati (in grado di sostenere la convalescenza dal punto di vista economico) si diffuse la consapevolezza della variolizzazione come mezzo per evitare almeno gli sfregi, e si diffusero le prime polemiche che sarebbero poi tracimate nell’antivaccinismo.
Jenner invece pervenne ad un punto di svolta e puramente per spirito di osservazione e senza partire per esotici viaggi: anche egli in prima linea contro il vaiolo, osservò che le contadine delle sue terre, deputate alla mungitura delle vacche statisticamente contraevano il vaiolo bovino ma infrequentemente quello umano.
Nel 1782 Jenner divenne in grado di distinguere tra il vaiolo umano, il vaiolo bovino e il vaiolo equino: il vaiolo bovino causava lesioni sulle sole mani delle mungitrici, ma mai sul corpo e sul viso e con sintomi assai più blandi e meno fatali del vaiolo umano.
Jenner cominciò dunque a chiedersi se fosse possibile diffondere il contagio del vaiolo delle mucche con metodi simili a quelli della variolizzazione di Gatti: l’idea, secondo la volgata, venne da una giovane donna che esibendo una cicatrice sulla mano e il resto dell’incarnato ancora perfetto rispose al medico che le chiedeva se temesse gli sfiguranti e potenzialmente letali effetti del vaiolo umano con
“io ho già preso il vaiolo delle mucche, e non prenderò quindi il vaiolo degli uomini. Guardi la mia mano: questo è il segno del vaiolo delle mucche e io sono immune”
Decise quindi di fare una mossa che di questi tempi sarebbe stata considerata del tutto impossibile anzi vietata: procurarsi un soggetto per una sperimentazione diretta.
Jenner si procurò del pus dalla mano della contadina Sarah Nelmes, e lo inoculò ad un bambino di otto anni, James Phipps, figlio di una famiglia di poveri contadini cottimanti e il cui padre lavorava come giardiniere per Jenner.
Jenner aspettò che il meno pericoloso vaiolo bovino facesse il suo decorso e iniettò a Phipps materiale preso da malati di vaiolo umano, valutando se il bambino si sarebbe ammalato.
Né James, né altri bambini a contatto con lui contrassero la malattia.
Va detto che Phipps non fu il primo caso di vaccinazione: il tedesco Peter Plett e l’inglese Benjamin Jesty avevano battuto sul temmpo Jenner mentre li lui meditava sull’azione: ma Jenner fu il primo a prendere note dettagliate e preparare una pubblicazione scientifica con disegni.
“Il settimo giorno lamentò un fastidio all’ascella e il nono ebbe un poco di brividi, perse l’appetito ed ebbe un leggero mal di testa. Per tutto il giorno rimase sensibilmente indisposto e passò la notte con un certo grado di irrequietezza, ma il giorno seguente stava perfettamente bene”
Scrisse Jenner che sei settimane dopo inoculò il ragazzino col vaiolo. Dopo circa venti tentativi falliti di infettarlo (oggi sarebbe improponibile) Jenner certificò che Phipps era diventato immune.
Jenner inviò le sue osservazioni su oltre venti immunizzati alla Reale Società di Medicina: ricevendo un rifiuto, si autopubblicò An Inquiry Into Causes and Effects of the Variolæ Vaccinæ.
Jenner considerava la sua invenzione “inoculazione di vaccino bovino”, che divenne “inoculazione vaccina” e nell’uso comune poi semplicente “vaccino”.
I benefici della vaccinazione spinsero Napoleone a renderla obbligatoria, nel 1800 a Berlino venne fondata la Royal Vaccine Institution e nel 1820 il vaccino aveva già fatto il giro di tutto il mondo.
Jenner fu onorato da premi e onorificenze da tutto il mondo e inventò involontariamente il suo mortale nemico: i novax che non avendo un account X di Jenner da funestare sparsero in tutto il mondo “divertenti disegni” di gente che si trasforma in mucche a causa del vaccino, inventando contemporaneamente le fake news sui vaccini.
Il piccolo James Phipps divenne adulto e padre di due figli in perfetta salute: Jenner gli concesse in comodato per lui e famiglia a vita un cottage che nel XXmo secolo diventerà la sede del museo dedicato a Jenner ed alla vaccinazione.
Phipps fu tra invitati al funerale dell’illustre medico e scienziato.
Era così cominciata una nuova era per il genere umano, quella con la scoperta per cui si poteva immunizzare un essere umano evitando nella maggior parte dei casi (95% in questo caso) di sviluppare la malattia.
Nel 1967 l’OMS ha lanciato il programma per l’eradicazione globale del vaiolo, pervenuto nel 1977 all’ultimo caso registrato in Somalia: il vaiolo è stato quindi eradicato, ma sono disponibili vaccini per il personale di laboratorio che deve scontrarsi con virus della famiglia ortopox.
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