Innumerevoli segnalazioni giunte alla nostra redazione oggi 29 marzo in merito ad un gadget riguardante un feto a 10 settimane che, a quanto pare, sarebbe stato presentato agli ospiti in occasione del Congresso Mondiale delle Famiglie partito in queste ore a Verona. Un messaggio di marketing forte, molto forte, con il quale è stato lanciato un chiaro segnale a chi sostiene la causa dell’aborto. Il tutto accompagnato dal testo “È Michele rappresenta un feto di 10 settimane e per la legge 194 può ancora essere ucciso“.
Al dì là delle idee, tutte rispettabilissime, che si possono portare avanti su un argomento tanto delicato, viene criticata la decisione di ridurre tutto ad un gadget. Come se non bastassero le polemiche che da tempo aleggiano attorno al Congresso Mondiale delle Famiglie a Verona. Dai nostri approfondimenti, emerge che siamo al cospetto di una testimonianza autentica, mente il messaggio integrale è quello che segue:
“Michele, 10 settimane nel grembo materno. Gli abbiamo dato un nome, Michele. Per la legge italiana sull’aborto si può terminare la vita del bambino entro la tredicesima settimana di gestazione ma anche oltre. Quindi Michele può essere ucciso. Michele rappresenta tutti i bambini nel grembo materno che non possono ancora far sentire la loro voce. Aiutaci a salvare Michele!”.
Questione calda quella dell’aborto e al centro di polemiche social tra notizie vere come quella di oggi e bufale, in riferimento al tipo di interruzione di gravidanza che sarebbe stata concepita a New York e che in realtà non ha mai trovato forma, come emerso da un nostro articolo specifico. Di sicuro la storia del gadget di gomma che rappresenta il feto a 10 settimane dalla sua creazione rappresenta un’iniziativa destinata a far discutere, anche in riferimento a coloro che non scelgono in modo spontaneo di abortire.
A conferma del fatto che siamo al cospetto di una notizia vera, in riferimento alla distribuzione di un gadget relativo ad un feto a 10 settimane durante il Congresso delle Famiglie di Verona, abbiamo sia la testimonianza diretta, tramite video, dei colleghi di Dire.it. Senza dimenticare il filmato che trovate a fine articolo da parte di Fanpage, con un’iniziativa di marketing contro l’aborto che come accennato in precedenza ha fatto storcere il naso a molti. Ecco le immagini.
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