È improbabile ottenere un Green Pass falso: perché è inutile provarci
È improbabile ottenere un Green Pass falso: se questa realtà fosse arrivata a molteplici “nopass” in vena di scorciatoie, sarebbe stato meglio. Per loro, per noi, per tutti quelli che hanno dovuto vivere o leggere la triste saga dei nopass che cercano di comprare documenti falsi e vengono ricattati dai loro falsari/truffatori/aguzzini.
Partiamo da un punto di vista: il Green Pass, fisicamente non è un documento autosufficiente e falsificabile.
Sarebbe bastato leggere le FAQ del Governo Italiano o, per i malfidenti del “La kasta ci nasconde le cose, è meglio cercare su Internet”, la documentazione tecnica relativa su Github e la Decisione di Esecuzione Europea sul Green Pass.
Ne possiamo desumere che il Green Pass è per natura più affine alla Firma Elettronica Digitale che ad un documento falsificabile.
Per quanto il paragone possa essere tenicamente improprio, è un buon metodo per fissare in mente il concetto principale per cui è improbabile ottenere un Green Pass falso.
Come abbiamo spiegato, esiste una app di verifica. Ed abbiamo spiegato che essa funziona scaricando chiavi di lettura da un database centrale.
Le chiavi pubbliche, proprio come per le firme digitali, sono custodite in un database centrale, la chiave privata è quella usata per produrre il Green Pass.
Capirete come, anche riuscendo a produrre un Green Pass contenente i dati secondo il sistema indicato dalla documentazione tecnica, e anche riuscendo a simulare una chiave privata nessuno avrebbe modo di creare la chiave pubblica nel Digital Green Certificate Gateway.
A meno che, come indicato da alcuni “nopass” in vena di hackeraggio da film “corrompere un medico o un farmacista” per dichiarare una vaccinazione inesistente.
Cosa altrettanto turpe e non meno fallimentare.
Cosa comporta tutto questo?
Sostanzialmente, un Green Pass falso, metafora per metafora è una chiave che non apre alcuna serratura, e il truffatore ti illude di poter aprire un armadietto pieno di tutto quello che desideri, senza dirti che non troverai in nessuna parte della porta blindata un foro dove inserire la chiave che ti ha venduto a caro prezzo.
O, per i nostalgici con accesso a Netflix, è come cercare di aprire la porta del Castello di Greyskull con solo una delle due parti della spada di He-Man, con i Masters of the Universe che ti guardano male e ti prendono in giro.
Con un tempo sufficiente ed un’organizzazione superlativa non mettiamo in dubbio che potrebbe anche essere, astrattamente possibile arrivare ad una forma di falsificazione del Green Pass.
Ma così come stanno le cose, è altamente improbabile, anzi praticamente impossibile che chi promette un Green Pass a modico prezzo e in breve tempo sia davvero in grado di produrre quel documento.
Quello a cui punta sono i soldi e le identità fisiche e digitali dei “no pass” desiderosi di eludere i divieti, che saranno poi rivendute sul Deep Web per fare di loro prestanomi per organizzazioni criminali e crimini sordidi e aberranti, allo scopo di guadagnare altro danaro.
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