Ci segnalano i nostri contatti un post pubblicato su Facebook, relativo alla teoria che “l’immigrato che arrostisce un gatto è un attore pagato 50 euro”
E così i Carabinieri di Campiglia Marittima avrebbero scoperto che il “video dell’immigrato che arrostisce un gatto” è un FALSO.
Il ragazzo sarebbe un attore pagato CINQUANTA EURO.
Susanna Ceccardi e Matteo Salvini: davvero non avete (altri) argomenti per governare? Intanto, se quanto ipotizzato fosse vero, vi consiglierei di chiedere scusa.
Ovviamente, abbiamo sempre detto che il fact checking non è un mestiere che si improvvisa, anzi non è un mestiere.
Chi si improvvisa scopritore della verità dovrebbe avere il buon gusto di evitare di brandirla come un maglio contro l’avversario politico di turno. Come diceva Ovidio, una pessima causa diventa anche peggiore col difenderla. E intimare a personaggi politici a caso di scusarsi per aver diffuso una fake news diventa un autogol colossale quando la tua ingiunzione arriva basandosi su una fake news di potenza uguale ma senso opposto.
Insomma, a questo punto non potremmo biasimare i citati Salvini e Ceccardi se decidessero di chiedere al profilo pubblico scuse immediate, innescando così una catena di discussioni e eventi in grado di obliterare per sempre ogni possibilità di discutere seriamente della vicenda.
Perché questo è quello che succede quando si decide di usare il fact checking come mezzo di dibattito politico: diventa impossibile provare a discutere seriamente di qualcosa senza spaccarsi in tifoserie.
Il 30 Giugno arriva a questo portale una notizia: a Campiglia Marittima un individuo di colore, presumibilmente immigrato, è stato ritratto in video mentre arrostiva un gatto per strada.
I citati Salvini e Ceccardi dedicarono degli status.
Il sindaco Ticciati reagì nel modo più corretto, rilevando una serie di elementi utili.
Il sindaco non ha mai negato la morte del gatto, ma lo stesso intervistatore fa notare delle incongruenze. Il gatto sembra essere già carbonizzato, e la fiamma nel video è una fiammella inidonea alla cottura o a pervenire alla cottura. Il sindaco replica dicendo che semplicemente ci sono delle indagini in corso, come è giusto che sia, e che si è di fronte ad un atto da condannare in un caso, ad un atto grave nell’altro caso.
C’è da domandarsi il perché, chiede il sindaco, non senza astenersi dalla condanna.
Un immigrato che uccide e cucina un gatto per fame? Sarebbe un contesto strano laddove ci sono mense e Caritas. Uno squilibrato che gioca con una carcassa animale? Dall’intervista possiamo ascoltare che tra le prime dichiarazioni rilasciate agli inquirenti risulta proprio che il ragazzo abbia trovato la carcassa per sottoporla alle macabre azioni del video.
Enfasi su “trovato la carcassa”.
È un atto di onestà intellettuale chiedersi come sia avvenuto il fatto.
È un atto di disonestà intellettuale invece fare finta che l’atto non esista, arrivando ad inventarsi affermazioni degli inquirenti.
Non si sa come, si è preferito diffondere la voce che il ragazzo fosse un attore pagato 50 euro, e il gatto è un pelouche.
Come hanno detto i colleghi di Facta
Il caso è oggetto di indagine da parte della locale sezione dei Carabinieri ma, contrariamente alle informazioni riportate nel post oggetti di analisi, non si registrano comunicazioni ufficiali delle forze dell’ordine, né indiscrezioni riguardo una pista investigativa che porterebbe a dubitare della veridicità del filmato.
Contattati dalla redazione di Facta, i Carabinieri di Campiglia Marittima hanno declinato ogni commento sulle indagini in corso.
La storia è una bufala.
Ovviamente, il ragazzo non è un attore pagato 50 euro, ma è un immigrato irregolare che, allo stato attuale delle indagini, si è imbattuto nella carcassa ed ha deciso di dedicarsi a tale attività.
Fame? Squilibrio mentale? Disperazione?
L’unica cosa da fare per sapere come arrivare al finale è evitare di trasformare la cosa nella solita gazzarra politica e lasciare stare gli inquirenti.
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