È arrivato il digitale terrestre, e molti di voi sui social già parlano di scenari apocalittici. Discariche piene di “televisori nuovi o seminuovi”, il continente africano invaso da container di beni di lusso ridotti a rottami, famiglie costrette ad una spesa esosa…
Ma dobbiamo ricordarvi quanto già detto in tempi non sospetti. Probabilmente la vostra TV potrà andare avanti almeno fino al 2022 intero senza alcun intervento particolare, se non all’infinito.
Dopo potrà esserci bisogno di un piccolo decoder esterno.
Un test che viene spesso suggerito è risintonizzare e cercare il canale test 100, HEVC Main 10, per valutare il da farsi.
Se vedete un segnale video che conferma la ricezione del canale, vi dicono di tenere la TV, altrimenti sostituirla.
In realtà probabilmente se la vostra TV non supporta HEVC Main 10, potete tenerla con voi senza alcuna precauzione per un altro annetto.
Il test più importante è risintonizzare i canali e vedere se riuscite a vedere le “versioni HD” dei canali a cui siete abituati.
Ad esempio, i canali da 501 in poi.
Se questo avviene, potete tirare un respiro di sollievo: la vostra TV ha superato il primo scoglio, e fino al 2023, momento in cui dovrebbe concretizzarsi il passaggio alla codifica HEVC Main 10, ve la caverete benissimo con l’HD Mpeg-4 / H.264 (la tecnologia “immediatamente precedente”).
In realtà molte TV, anzi la maggioranza delle TV “seminuove” passeranno questo test.
Dal punto di vista tecnico, vendere in Italia TV prodotte dal 2017 non in grado di supportare HEVC Main 10 era infatti illegale.
Certo, come sempre accade in Italia qualche “fondo di magazzino” è finito comunque nelle case degli Italiani, ma dal 2017 siete al sicuro per il 2023, e ancora prima siete a sicuro fino al 2022.
Ricordate il passaggio al Digitale Terrestre “attuale”, il DVB-T?
Per molto tempo, persino sui vecchi CRT, fu una visione consueta il “decoder esterno”. Un piccolo scatolotto, perlopiù con una singola uscita SCART (all’epoca la più diffusa) e una presa USB per un videoregistratore digitale incorporato (per rendere la pillola meno amara).
Collegato lo scatolotto, sostanzialmente ti ritrovavi con due telecomandi: uno per accendere la TV e impostare volume, contrasto e luminosità. L’altro per sintonizzare il decoder e cambiare i canali.
Il Decoder, al pari di un attuale Chromecast o TIMVision, “prendeva il controllo della TV”.
Di fatto il vero “apparato di ricezione radiotelevisiva” diventava il decoder, apparecchio che trasmetteva le sue immagini, un suo menù di impostazioni e i suoi canali alla TV, usando il collegamento SCART per inviare il segnale televisivo.
Proprio per questo i decoder erano (e sono) perlopiù economici. La parte maggiore del costo di una TV è proprio il pannello LCD o OLED, nonché la logica per pilotarlo. Esattamente come un tempo il costo veniva dato dal tubo catodico o dal pannello LCD.
Se ricordate quel momento, la logica è la stessa.
Con cifre comprese tra i venti e i trenta euro potete acquistare un decoder DVB-T2 con supporto per HD MPEG4 / H.264 e il prossimo MPEG4 / H.265 (HEVC) continuando così a usare la vostra TV fino alla fine della sua vita operativa.
Certo, potreste dover sacrificare una presa HDMI, preziose per i videogiocatori accaniti, ma per cifre ancora inferiori (parliamo dai 10 ai 20 euro per un prodotto di eccellente qualità) potrete compare uno “switch” HDMI, uno sdoppiatore, automatico o con telecomando, che consenta di collegare il decoder ad una porta già usata.
A quel punto vedere i canali HD e, in futuro, il Digitale Terrestre tutto, sarà facile come accendere un dispositivo HDMI.
Ma immaginiamo lo scenario peggiore. Avete una TV che non supporta neppure l’attuale MPEG4.
Non volete comprare un decoder. Avete insomma valutato che non è una TV seminuova, ma direttamente un catorcio. Catorcio che però avreste tenuto altrimenti.
Temete che migliaia di altre famiglie facciano la stessa scelta, distruggendo l’ambiente.
Vi ricordo che nel momento in cui avete comprato la vostra TV, una quota dei soldi spesi andava in RAEE, raccolta rifiuti elettrici ed elettronici.
Potete essere incivili e buttare la TV in qualche fratta o vicino ai cassonetti, e questo sarebbe un reato.
O potete essere onesti e conferirlo in un centro di raccolta RAEE, dove questo sarà debitamente riciclato in modi ambientalmente accettabili.
O non buttarlo affatto: una TV priva dei requisiti per l’uso radiotelevisivo può ancora essere un monitor eccellente da dare ai vostri figli per giocare con una console per videogiochi senza troppe pretese.
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