Due missili colpiscono la Polonia e quindi armi Russe in suolo NATO. Non un buon segno, non un buon segno per nulla.
La notizia viene confermata dalla testata tedesca Bild e rilanciata da ANSA: i due missili sarebbero caduti su Przewodow, un paese polacco vicino alla frontiera ucraina.
Va detto che l’equipaggiamento russo non è esattamente il paragone di modernità che i fanboy dell'”invincibile eredità dell’Armata Rossa” amano sciorinare sui social: tra equipaggiamento rattoppato con componenti occidentali obsolete e di dubbia provenienza, missili provenienti direttamente dall’era del massimo splendore dell’URSS e dalla precisione comprensibilmente bassa e droni costruiti con bottiglie, materiale reperibile sui siti di hobbisti online a poco prezzo e fotocamere a scarsa risoluzione smontate e riavvitate su placche di metallo la macchina da guerra Russa non solo ha un buco nella gomma, ma le gomme sembra non potersele permettere proprio.
Dolorose imprecisioni sono sempre state un’eventualità presente, che adesso ha dispiegato i suoi effetti.
Due missili sono quindi arrivati al confine polacco, e la reazione non si è fatta attendere.
“Il presidente del Consiglio polacco Mateusz Morawiecki ha convocato una riunione urgente del Comitato per la sicurezza nazionale e la difesa”.
Dichiarano le autorità locali a mezzo social.
I vigili del fuoco confermano la presenza di due morti civili. Il Pentagono al momento non conferma, ma annuncia indagini sulla vicenda e la piena difesa del suolo NATO.
Anche l’Ungheria di Orban cita espressamente lo sconfinamento polacco: unitamente allo stop al petrolio, Orban sembra considerare i due eventi sufficienti per convocare il consiglio di difesa.
Ancora nessuna replica dalle autorità Russe, la cui situazione internazionale, nonostante i roboanti proclami di Lavrov per cui il mondo “dovrebbe sapere che la colpa è degli USA” scivola decisamente verso il basso.
Aggiornamento: Col diniego della Russia parte il solito rimpallo di responsabilità e la caccia all’esperto di ballistica da tastiera.
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