Dopo il porno, la Wagner recluta coi videogames (di nuovo): i mercenari diventati famosi, anzi famigerati per aver di fatto sostituito nel cuore rossobruno lo spettro dell’Armata Rossa reclutano in modi sempre meno probabili le persone meno probabili.
Ovvero rivolgendosi alla comunità di gamer e nerd dei wargames, non proprio rinomati per le doti atletiche, confondendo il film “The Last Starfighter” (Giochi Stellari in Italiano, nel tentativo di capitalizzare sulla fama di “Guerre Stellari”) con la vita vera.
Nei capitoli passati della campagna acquisti della Wagner infatti una serie di “ad”, spazi pubblicitari mirati sui siti porno invitavano erotomani di mezzo mondo a togliere la mano dalle pudenda e metterla su un fucile al servizio di Putin e di Madre Russia.
Nel capitolo successivo un improbabile influencer col nickname “GrishaPutin” aveva pubblicato uno “streaming” in diretta dagli uffici della Wagner in cui giocava una altrettanto meno probabile campagna del gioco “Hearts of Iron IV”, modificata per include una campagna militare in cui Putin sottomette l’Occidente costringendo il “Presidente Trump” (al giovine non è arrivato il memo della sua sconfitta elettorale…) a stipulare un trattato di pace con lui.
Ma come si dice in certi casi, la realtà supera la fantasia.
Siamo ora nel mondo di “Giochi Stellari”, ovvero “The Last Starfighter”, film di fantascienza degli anni ’80 in cui una misteriosa “Lega Stellare” recluta piloti di caccia disseminando il pianeta Terra di cabinati arcade di videogiochi “Sparatutto” con astronavi (all’epoca del film, l’ultima moda videoludica) e offrendo vere navi spaziali ai giocatori migliori.
Con l’unica differenza che qui non c’è una benevola unione spaziale “contro Xur e l’armata di Ko-dan”, gli invasori spaziali dei videogiochi e della realtà del film, ma ci sono invasori che reclutano invasori tra i ragazzini.
Ignorando che persino nel film degli anni ’80 la realtà dei videogames e il mondo reale si sono dimostrati così diversi da causare la morte di tutte le reclute tranne il protagonista (appunto “L’ultimo degli Starfighters” del titolo originale), i Wagner hanno affidato ai social Russi la loro campagna acquisti.
Giovani di età compresa tra i 21 e i 35 anni, avere buone capacità di utilizzo del PC e una generica buona forma fisica. Dato quest’ultimo contraddetto dalla seconda lista di requisiti: la capacità di passare ore ed ore a giocare ai simulatori di volo con un Joystick in mano.
Se avete tali requisiti complimenti, sarete spediti nei campi di battaglia Ucraini e Africani per guidare “Droni o qualcosa di più serio” (sic!). Naturalmente non è richiesta alcuna esperienza nel campo militare.
Cosa che getta ombre sull’effettiva capacità dei futuri soldati.
Del resto non è la prima volta che la Russia pesca dai ragazzini: una campagna militare del 2020 descriveva la leva volontaria come un mezzo per giocare ai giochi di guerra senza cheat, mettere in pausa o salvataggi.
Ignorando che in quel caso il game over significa perdere l’unica vita che hai una bad ending di invalidità e mutilazioni fisiche permanenti.
Mentre recenti campagne contro l’aborto in Russia mettono in evidenza la grave colpa della donna che abortisce: privare la patria di un futuro soldato che, ove gli fosse consentito vivere, potrebbe morire in guerra colpito da una raffica di mitra o saltare su una mina.
Potremmo obiettare che la posizione del pilota di drone dovrebbe essere più sicura di quella del soldato in trincea. Finché non ti arriva un missile sulla base.
Almeno questo potevano impararlo da “Giochi Stellari”
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