Dopo il colorato e rosa mondo di Barbie, il cinema che verrà ci regala un’altra operazione nostalgia ad alto girl power e non solo: si parte da Polly Pocket, ma le indiscrezioni descrivono un intero indotto che verrà legato alla nostalgia.
Polly Pocket, l’iconica collezione di bamboline ha un copione. Ha un’attrice. Ha una sceneggiatrice, ed anche di pregio.
Tutte le tessere vanno al loro posto.
Per i quattro sassi che ancora non sapessero cosa è una Polly Pocket, parliamo di una collana di bamboline lanciate sul finire degli anni ’80. Bamboline è d’obbligo: al contrario delle Barbie di dimensioni usuali per un giocattolo, il concetto delle Polly Pocket è avere bamboline minuscole che le bambine potessero sempre avere al loro fianco in playset non più grandi di un portacipria, passando dall’ingombrante casa delle bambole di Barbie (o Casa Villa Mojo Dojo, se capite cosa intendiamo…) alle agili casette pieghevoli di un mondo di piccole bamboline.
Mattel lanciò sullo stesso concetto le “action figures” (in questo caso bamboline, ma per i maschietti) di “Mighty Max”, adolescente “intrepido e furbo” erede di un cappellino da baseball incantato che gli consentiva di salvare il mondo combattendo in diversi playset, sempre minimali come quelli della sua controparte femminile, ma ricolmi non più di amiche e “dolcezze”, ma orrendi mostracci da combattere e alleati.
Arrivato il 2000 Mighty Max sparì dagli scaffali e Polly Pocket fu “promossa” a bambola a dimensione intera avendo un suo franchise mediatico come quello della Barbie, ancorché meno noto al grande pubblico.
Ora anche Polly Pocket avrà il suo film.
Film con Lily Collins nel ruolo di Polly, basato sull’incarnazione “minimale” del personaggio e non sulla versione “a grandezza naturale”, scritto e diretto da Lena Dunham, icona del femminismo moderno con la dark comedy Girls, descritta come l’anello di congiunzione tra Gossip Girl e Sex and the City.
Proprio la combinazione di un forte cast femminile e una sceneggiatura al femminile garantiscono che il progetto Polly Pocket avrà una forza dirompente pari a quella di Barbie: la bambola diventerà così lo strumento per parlare ad una generazione che affronta i problemi del mondo mondo moderno, dove ogni sforzo per raggiungere l’eguaglianza è ancora così frustrato che non solo una donna in carne ed ossa, ma neppure una bambola può attraversarne indenne le mille trappole e contraddizioni.
Ma nell’arrivo di Polly Pocket sul grande schermo c’è anche altro.
In pochissimi anni abbiamo avuto due film di Sonic, idolo videoludico della generazione anni ’90, un film di Super Mario, l’Italoamericano più famoso del mondo dei videogames in diretta dagli anni ’80, un film di Barbie e un ricchissimo mercato della nostalgia.
I bambini che erano bambini negli anni ’80 e ’90 ora sono donne e uomini. Ora sono loro a portare i loro figli al cinema, e spesso non “portare la prole” al cinema, ma “andare al cinema portando i bambini”, cosa diversa.
Se, senza spoiler, i primi minuti di Barbie si rivolgono letteralmente alle madri sedute accanto alle figlie dando la loro presenza come un assoluto e scontato dato di fatto, lì fuori esiste un intero mercato basato sul fatto che ciò che desideri da bambino, spesso comprerai in abbondanza nella tua vita adulta, ancorché rivisitato per il mondo moderno.
In questo mondo puoi comprare “versioni anniversario” di vecchi giochi tascabili e vecchie console, rivisitate per funzionare con tecnologia moderna. Puoi vedere una versione di Barbie in cui Barbie affronta le contraddizioni del mondo moderno, una principessa Peach pronta a smettere di cucinare torte e aspettare che Mario la salvi per salvarsi da sola e guidare il suo regno.
E non solo: rumori di fondo insistenti parlano di dodici proprietà Mattel pronte a diventare film
Elenco che comprende titani del gioco come Uno, la “Magica Palla 8”, le macchinine Hot Wheels e Matchbox, Thomas il trenino, Barney il dinosauro e Big Jim.
Anche contando Polly Pocket (già nell’elenco originale) e Barbie, mancano tre proprietà intellettuali Mattel.
Potremmo vedere nei prossimi giorni un diluvio di nostalgia: ma la domanda ora è: a chi sarà rivolto? Ai bambini o ai loro genitori?
Immagine da “C’era una volta: II tempio dei Ricordi”
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