Una donna ha perso del liquido cerebrale dal naso dopo il test rinofaringeo per il COVID-19. Lo riporta Blog Sicilia in un articolo pubblicato il 2 ottobre 2020. La notizia arriva dagli Stati Uniti, più precisamente dall’Ospedale dell’Università dello Iowa. La donna, 40 anni, aveva consultato il medico in quanto dopo il tampone rinofaringeo accusava vomito, sapore metallico in bocca, torcicollo e fotosensibilità. All’ospedale hanno rilevato un liquido cerebrale nella sua narice destra.
La donna, prima ancora di sottoporsi al test per il Coronavirus aveva subito un intervento per un’ernia. Al manifestarsi dei sintomi di cui sopra il medico le ha consigliato un controllo approfondito. I medici dell’ospedale dello Iowa hanno riscontrato una massa all’interno della cavità nasale destra. Durante il drenaggio si è scoperto che la massa conteneva una proteina presente nel tessuto cerebrospinale.
Blog Sicilia riporta il Mirror come fonte e aggiunge che il caso è stato riportato dalla rivista scientifica JAMA Otolaryngology Head & Neck Surgery.
Troviamo l’articolo del Mirror a questo indirizzo, e le informazioni riportate sono le stesse presenti nell’articolo di Blog Sicilia. Il rapporto sulla rivista scientifica, invece, lo troviamo in questo documento e troviamo un dettaglio che non viene riportato dalle fonti appena citate.
La paziente, infatti, soffriva di encefalocele (qui la definizione dettagliata), uno dei difetti che si manifestano in presenza di una malformazione del tubo neurale e della spina bifida. In particolare, l’encefalocele colpisce i pazienti affetti da spina bifida cistica che presentano una sporgenza di tessuto cerebrale.
Su Health.com troviamo, a tal proposito, un approfondimento sul caso riportato da Blog Sicilia e Mirror. A rilevare la presenza dell’encefalocele è stata la TAC alla quale i medici hanno sottoposto la donna dopo aver riscontrato la presenza di liquido cerebrospinale nella narice destra. L’encefalocele riscontrato nella donna faceva sì che il rivestimento del cervello sporgesse sul naso.
Per questo motivo il rivestimento era vulnerabile alla rottura, specialmente se sollecitato dal tampone nasale. Anche su Medical Xpress precisano che l’incidente è stato causato dalla malformazione alla base del cranio, una circostanza che nei pazienti sani non si verifica.
L’encefalocele riscontrato nella donna durante la TAC lascia presumere che nemmeno la paziente fosse a conoscenza della sua malformazione, altrimenti gli operatori che avevano effettuato il test del tampone avrebbero adottato una diversa procedura.
Omettere la parte più importante della notizia, dunque la presenza di una malformazione alla base del cranio della donna, significa trascurare un dettaglio fondamentale per la comprensione della notizia che altrimenti viene intesa come la conferma della pericolosità del tampone per il cervello, una bufala già smentita a più riprese.
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