Quanto accaduto a Napoli nella notte tra sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo è ancora all’attenzione delle cronache, ma nelle ultime ore è emersa la storia di una donna di 39 anni, morta per emorragia mentre il Pronto Soccorso dell’Ospedale Pellegrini veniva devastato dai parenti di Ugo Russo. Lo riporta Nurse Times in un articolo pubblicato ieri, 2 marzo 2020, riprendendo un post del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.
Nel post pubblicato alle 19 di ieri 2 marzo il consigliere Borrelli scrive:
Donna vittima di aggressione deceduta nella notte della follia al pronto soccorso del Pellegrini. Borrelli: “Chi è vittima muore tra l’indifferenza generale mentre ai criminali viene dato spazio e solidarietà.”
Nella notte della violenza all’ospedale dei Pellegrini, ad opera dei familiari del 15nne che ha tentato la rapina al carabiniere, è deceduta tra l’indifferenza generale una donna di origine ucraina di 39 anni ricoverata nei giorni scorsi in grave condizioni in seguito a violenze e percosse con lo spappolamento di fegato e milza da parte di un familiare.
“E’ incredibile come l’attenzione in questi giorni si sia concretata solo sulla morte di Ugo Russo, che era sì un ragazzo giovane ma è stato protagonista di un’attività criminale, uno che ha tentato una rapina. Invece una donna vittima di violenze è morta nel silenzio, nell’indifferenza generale. I parenti di questa donna, che la notte di sabato 29 febbraio si trovavano in ospedale, sono stati spintonati dai familiari e amici di Russo, si sono ritrovati nel caos causato da chi ha preferito aggredire i medici piuttosto che fare un mea culpa sulla tragica fine del ragazzo. Si tende a dare spazio e solidarietà sempre più spesso ai carnefici e sempre meno alle vittime.” – è stato il commento del Consigliere Regionale del sole che ride Francesco Emilio Borrelli.
La notizia della morte della donna è è reale, ma il suo decesso è stato indipendente dalla devastazione del Pronto Soccorso operata dai parenti di Ugo Russo come invece cercano di far intendere gli autori di Nurse Times con il titolo, e soprattutto come riportano in una frase: “Il personale sanitario era probabilmente impegnato a difendersi dal lancio di oggetti della famiglia del giovane o a proteggersi da pugni, calci e spintoni ricevuti”.
Come riporta anche Borrelli, infatti, la donna era arrivata all’ospedale in gravi condizioni dal momento che aveva fegato e milza spappolati dal suo carnefice e i sanitari non sono riusciti a contenere l’emorragia. Le sue condizioni di salute, inoltre, erano rese più gravi da patologie pregresse di cui soffriva la povera donna. Il ricovero era iniziato il 20 febbraio.
Non è ancora chiaro se i suoi famigliari abbiano subito l’aggressione dei parenti di Ugo Russo durante gli atti di devastazione e sull’accaduto sono in corso le indagini dei carabinieri. I militari, inoltre, stanno indagando insieme ai servizi sociali per ricostruire le condizioni di vita della coppia, che secondo i primi accertamenti viveva in uno stato di degrado e alcolismo. La brutale aggressione che ha portato alla morte della donna, inoltre, non sarebbe un episodio isolato.
La morte della donna di 39 anni e la devastazione dei parenti di Ugo Russo sono avvenute nello stesso momento, ma si tratta di episodi indipendenti: la morte per emorragia è avvenuta a seguito di un quadro clinico già compromesso dal momento che la donna soffriva di altre patologie e si trovava all’ospedale con fegato e milza spappolati dalle percosse. Affermare che i sanitari fossero “probabilmente occupati a contenere la devastazione dei parenti di Ugo Russo” mentre la donna moriva per emorragia serve soltanto a cercare il click.
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