Huffington Post riporta un documento ufficiale pubblicato dall’ISS e dall’INAIL in cui sono elencate alcune misure indirizzate agli operatori delle località balneari, bagnini inclusi, sull’intervento nei confronti di bagnanti che si potrebbero trovarsi in pericolo di vita.
Nell’occhiello di Huffington Post apprendiamo che la respirazione bocca a bocca non sarà consentita e che l’operatore potrà solo guardare il petto dell’affogante.
L’orwelliana disposizione raccomanda “di valutare il respiro soltanto guardando il torace della vittima alla ricerca dell’attività respiratoria normale, ma senza avvicinare il proprio volto a quello della vittima”.
Ancora:
Guai a chi si avvicinerà a soccorrere il moribondo, pena l’arrivo di un drone poliziottesco e una diretta tv che inchioderà l’untore – vai poi a capire chi sia dei due, se l’affogante o il soccorritore – alle proprie responsabilità e a una multa salatissima. Divieto di annegare, dunque, l’assurdo di una società in cui morire sta iniziando a diventare accettabile, a patto che non sia per Covid.
L’argomento è stato ripreso anche da Il Fatto Quotidiano e stiamo parlando, in sostanza, di un documento che INAIL e ISS riprendono dall’Italian Resuscitation Council (IRC) e dall’European Resuscitation Council (ERC), e nel pezzo pubblicato dal Fatto troviamo l’elemento tralasciato dall’Huffington Post: “Senza venire meno della necessità di continuare a soccorrere prontamente e adeguatamente le vittime di arresto cardiaco“. In sostanza non è consentita la respirazione bocca a bocca ma bisogna comunque intervenire adeguatamente sulle vittime di arresto cardiaco.
C’è di più: Huffington Post dà per scontato, probabilmente, che la respirazione bocca a bocca sia l’unica manovra applicabile nei casi di annegamento, ma come riporta Il Fatto i soccorritori sanno che possono ricorrere anche alle bombolette di ossigeno o al palloncino autoespandibile, proprio senza avvicinare il viso a quello dell’annegante. Generalmente le bombolette di ossigeno e i palloncini autoespandibili (detti ambu) rientrano tra le dotazioni di sicurezza dello stabilimento balneare.
A pagina 17 del Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento di contenimento del contagio leggiamo:
Pertanto, ogni volta che viene eseguita la rianimazione cardiopolmonare (RCP) su un adulto è necessario diffondere le indicazioni fornite da ERC e IRC come di seguito riportato.
In attesa di nuove evidenze scientifiche, si raccomanda di valutare il respiro soltanto guardando il torace della vittima alla ricerca di attività respiratoria normale, ma senza avvicinare il proprio volto a quello della vittima e di eseguire le sole compressioni (senza ventilazioni) con le modalità riportate nelle linee guida. Se disponibile un DAE utilizzarlo seguendo la procedura standard di defibrillazione meccanica.
Le linee guida per la RCP (rianimazione cardiopolmonare) sono elencate in quasi tutti i siti tematici. Nel documento viene indicato anche l’utilizzo del DAE quando disponibile, da impiegare seguendo la procedura standard. Il DAE è nient’altro che il Defibrillatore Automatico Esterno.
Si parla, dunque, della RCP che deve comunque avvenire attraverso le sole compressioni o tramite un DAE, e ricordiamo che la respirazione bocca a bocca non è l’unica manovra adottata dai bagnini per soccorrere gli anneganti. Non esiste, in sostanza, un divieto di annegare: il documento ISS e INAIL tutela il soccorritore dal contagio e vieta la respirazione bocca a bocca quando si interviene su un annegante, che può essere salvato attraverso sistemi di cui i soccorritori sono già a conoscenza.
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