Tra le segnalazioni pervenute c’è quella di Valerio che ci chiede di verificare il contenuto di un post Facebook condiviso il 31 gennaio 2016:
+++Svezia, Stoccolma. – Migranti cacciati dalla polizia dagli alloggi assegnati perché dichiarati non idonei all’asilo politico. Passeranno la notte in strada in attesa di essere trasferiti in areoporto dove un aereo del governo li riporterà a Damasco, lontano dalle città e villaggi d’origine ridotti a cumuli di macerie. #VergognaSvezia #VergognaEuropa #VergognaSenzaFine – #RefugeesWelcome (rdn) –
La foto è ben nota nelle ultime settimane, tanto che venne usata dal Guardian per la condivisione Facebook e Twitter del suo articolo del 28 gennaio 2016 dal titolo “Sweden sends sharp signal with plan to expel up to 80,000 asylum seekers“:
Nel caso ce ne fosse bisogno, a maggior prova di ciò che affermiamo, basta andare su WebArchive e leggere il codice Html del sito fino a trovare la seguente riga:
<meta name=”twitter:image” content=”https://media.guim.co.uk/6dea8ee0b1f19e17201efb4bf17dc05c97f26639/0_94_3500_2100/master/3500.jpg“/>
L’url dell’immagine è proprio quella dei bambini condivisa dal post Facebook. Tuttavia c’è un errore, perché la foto in questione riguarda un fatto ben diverso.
La foto venne diffusa l’8 gennaio 2016 da siti svedesi Dt.se e Yallakompis.se, quando più di 30 profughi siriani e iracheni, assieme alle loro famiglie e bambini, si sono diretti presso gli uffici dell’immigrazione svedese a Märsta (a nord di Stoccolma) chiedendo di essere trasferiti proprio a Märsta dal loro alloggio a Trängslet (a nord di Dalarna). Ecco il tragitto dei profughi:
Come mai hanno chiesto di essere trasferiti a Märsta? In seguito ai duri fatti di violenza accaduti a dicembre 2015 nei centri di Trängslet.
Teresa Lindström, direttore dell’ufficio immigrazione di Märsta, dichiarò sia ai profughi che ai giornalisti che non avevano posto per trasferirli e alloggiarli in città. Tuttavia li avevano fatti entrare a dormire durante la notte fornendo loro dei materassi per terra. Alla fine vennero riportati in autobus al campo di Trängslet.
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