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DISINFORMAZIONE Scienziati scoprono che l'Olio di cocco elimina il 99% del cancro al colon in 2 giorni – Bufale.net


Ci è stato segnalato un articolo di Dionidream in merito alle straordinarie proprietà dell’olio di cocco contro le cellule tumorali a livello del colon, con risultati a dir poco incoraggianti: ben il 99% (nel titolo del link che appare su fb, mentre il 93% nel titolo una volta aperto il link) in circa 2 giorni. Troppo bello per essere vero ed infatti non è proprio così.

Lo studio

Tanto per cominciare, benché l’articolo sia stato pubblicato il 28 Gennaio di quest’anno (2016), lo studio citato è stato invece pubblicato il 13 Dicembre 2013. Già diversi siti, in particolar modo esteri, hanno proposto notizie analoghe (se non identiche su più punti) in merito alla faccenda, come questo pubblicato nel 2014. Senza citarne altri, si può leggere nel titolo come ancora le persone scambino le ricerche in vitro per quelle in vivo (errore in buona fede o voluto?), a cui vorrei ricordare il significato: il primo implica una ricerca effettuata su un campione di cellule in un contenitore esterno all’organismo per eliminare l’interferenza con le altre cellule, mentre il secondo implica studi direttamente sulle cavie.
Ancora una volta, lo studio citato da Riccardo Lautizi (alias Dioni) nel suo articolo parla di studi e analisi dei risultati ottenuti in vitro e, per di più, con dosi citotossiche (ossia tossiche per le cellule) di diversi composti per paragonarne gli effetti e constatare quale tra questi risultava essere più efficace: Butirrato e Acido Laurico, legati più nello specifico al Sodio (NaB e NaLa). Le cellule, come detto in precedenza, sono state esposte a quantità citotossiche di questi due composti e attraverso analisi più specifiche si è osservato l’effetto ottenuto da questa esposizione: tanto per cominciare, non tutte le cellule tumorali sono andate incontro ad apoptosi (morte cellulare programmata), ma alcune sono state bloccate in fasi specifiche del ciclo cellulare come le Fasi G0/G1 (G = “gap”, il G0 indica lo stato di quiescenza nella quale la cellula ha smesso di dividersi e/o semplicemente non è pronta per farlo). Uno degli altri effetti ottenuti e citati nello studio è la riduzione della viabilità/vitalità cellulare.

Effetti sia in vivo che in vitro

Nell’articolo viene scritto che questi effetti sono stati osservati sia in vitro che in vivo su test eseguiti in animali vivi affetti da tumore, citando questo articolo e asserendo che nello stesso studio vengono citati studi che ne riportano gli effetti. Nell’articolo citato viene menzionato il nome di un ricercatore che avrebbe condotto esperimenti del genere, asserendo che la prova in vivo ha dato esiti positivi. Tuttavia, lo stesso sito riporta la messa in guardia della American Institute for Cancer Research (AICR) sugli effetti antitumorali dell’olio di cocco, asserendo come questi risultati possano scatenare aspettative anche troppo alte come sostanza antitumorale e che ancora poco può essere detto su questa faccenda.

Nello studio, inoltre, non vengono riportati altri studi in cui si è dimostrata l’efficacia dell’olio di cocco anche in vivo, ma vengono tuttavia citati due studi in cui si parla di questo sistema: uno è questo, che parla però del coinvolgimento dei ROS (reactive oxygen species, specie reattive dell’ossigeno) accumulati assieme ai farmaci antitumorali nella loro citotossicità e nello specifico con Paclitaxel (nello studio); il secondo, questo, parla dell’utilizzo del Butirrato di Sodio come mezzo per rendere il tumore endometriale più sensibile alla radioterapia, dimostrandosi utile come adiuvante o neoadiuvante, ma dipende dai livelli di Bcl-2 presente nelle cellule tumorali. Insomma, i risultati in vivo non riguarderebbero nemmeno studi sull’olio di cocco.
Infine, gli studi che porterebbero l’efficacia in vivo sarebbero stati condotti dal Dr. Bruce Fife che, come scritto nel sito riportato nel link, ha un certificato come naturopata. E questo già dice tutto.

Problema intrinseco nell’assunzione dell’olio di cocco

Nello studio preso in considerazione da Dioni viene detto come le cellule tumorali del colon sono state esposte in vitro a quantitativi citotossici di Acido Laurico. Anche volendo, in base ai risultati ottenuti, provare ad assumere 3 cucchiaini (o più) di olio di cocco nella dieta, riusciremmo ad ottenere gli stessi risultati ottenuti in vitro? Decisamente no.
Tanto per cominciare, ricordiamo che nello studio le cellule tumorali sono state esposte direttamente e queste rappresentano un campione di cellule provenienti dal tratto intestinale del Colon, la penultima parte dell’intestino. Gli acidi grassi non hanno modo di raggiungere direttamente in quel tratto, poiché vengono captati direttamente nell’intestino Tenue, all’altezza del Digiuno, resi solubili ed assimilabili dalla Bile rilasciata. Una volta nel tessuto, questi vengono impacchettati in strutture, dette Chilomicroni, che poi viaggiano nel sistema Linfatico ed in seguito rilasciati nel sangue, per poi venir captati nel fegato dove verranno processati (ripartizione nelle vescicole o partecipazione nella sintesi di sali biliari o precursori si composti come ormoni). Già con questo aspetto, possiamo dire che i livelli assunti di Acido Laurico si abbassano di molto, poiché, oltre alla loro diluizione nei sistemi Linfatico ed Sanguigno, vengono poi processati.
In secondo luogo, ammesso che raggiungano, tramite il flusso sanguigno, il tratto del Colon alle concentrazioni utili, il solo fatto che possano persistere alcune cellule tumorali (7-1%) espone l’individuo a un discreto rischio di recidività del tumore. Anche l’esposizione costante a concentrazioni basse potrebbe però portare queste cellule ad una resistenza a questo agente, sebbene le probabilità che possano acquisirla sia piuttosto bassa (rimane sul piano ipotetico).
In conclusione, pur non presentando effetti collaterali significativi, l’olio di cocco non rappresenta un efficace mezzo di cura/prevenzione contro i tumori (soprattutto quelli a livello del colon) e Dionidream non si smentisce nemmeno questa volta con il suo articolo altamente speculativo per incentivare l’acquisto dei prodotti.

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