Samira al Nuaimy, avvocatessa e attivista per i diritti delle donne, sarebbe stata torturata e uccisa pubblicamente a Mosul, il 22 settembre 2014, dal gruppo jihadista ISIS. La notizia rimbalza in tutto il mondo, anche in Italia dove il Corriere della Sera pubblica un articolo riportante la foto dell’avvocatessa irachena, stessa cosa l’ANSA, TGCOM24, Repubblica e Il Messaggero.
La morte dell’attivista irachena pare essere confermata da più fonti tra cui, anche se qualcuno potrebbe dubitare, il governo americano. La foto venne pubblicata anche da Mohammed Sultan, membro del Bahrain center for human rights.
Mosul è diventato un luogo citato per numerose notizie riguardanti l’ISIS, alcune confermate e altre sbufalate. Alcuni siti in arabo, come il Raialyoum.com e Diaryofaniraqi.com, affermano il contrario e dimostrano l’infondatezza della foto utilizzata dai media internazionali. La donna ritratta da queste foto sarebbe Samira Saleh Al-Naimi, ma non è la donna presumibilmente uccisa dal gruppo jihadista ISIS bensì una docente degli Emirati Arabi, ed è viva e vegeta. Si tratta di un terribile caso di omonimia.
La docente degli Emirati Arabi, in seguito alla pubblicazione delle sue foto, ha rilasciato un’intervista in televisione affermando di procedere per vie legali se i media non negheranno il suo coinvolgimento. Se ci pensiamo, qualche estremista potrebbe prenderla di mira.
Il Mattino e Il Messaggero avevano pubblicato un’altra fotografia per citare Samira, ma anche in questo caso non si tratta di lei, bensì di Tawakkul Karman, attivista yemenita premio nobel per la pace. E pensare che Repubblica aveva pure pubblicato una sua intervista, con la medesima foto, nello stesso periodo.
Per ora ci soffermiamo al caso di omonimia, confermando il caso come disinformazione. Ringraziamo Isamar per le segnalazioni.
Aggiornamento ore 12:01
Sarebbe confermata la morte dell’attivista.
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