Ci segnalano un post comparso sulla pagina Facebook Le notizie del giorno, che ha avuto un seguito sulle nostre pagine il 5 settembre 2018:
Al primo impatto il post si presenta con un linguaggio ben lontano dal linguaggio scientifico: La scoperta di molecole che bloccano la proliferazione tumorale, aggredendo soltanto le cellule malate. Quali siano queste molecole non è dato sapere.
Si tratta di una disinformazione che gira da parecchi anni sui social, spesso presentata con accuse diverse: in questo caso si tratta dei media corrotti. In altri post, più datati, si trattava di lobby farmaceutiche.
Roberta Benetti però si è subito movimentata a smentire la notizia sul blog Polsemantica, come si legge in un post del 28 febbraio 2013:
Gent.mo Prof. ,
grazie per la mail che mi ha scritto. Le notizie che girano in internet recentemente (ma che in realtà fanno riferimento ad una pubblicazione del 2010) si sono amplificate con un sensazionalismo giornalistico incontrollabile che in primis non garantisce il rispetto ai pazienti colpiti da questa terribile malattia.
In termini di applicabilità terapeutica lo studio sul miR-335 è ancora molto lontano dalla clinica e nessuno di noi ricercatori si è mai permesso di affermare che possa SOSTITUIRE la chemioterapia.
I passi per valutare i suoi effetti sono davvero lunghi e li stiamo ora studiando sperimentalmente anche sul topo. Certo, abbiamo dato seguito alle scoperte del 2010, approfondendo anche il suo ruolo nelle cellule staminali e pubblicando un recentissimo paper in cui troviamo assiociata a questo miRNA una nuova pathway che sembra anche attiva al momento soprattutto nei tumori di origine germinale. Speriamo davvero di continuare nella direzione giusta ma non siamo assolutamente arrivati al punto di poter promettere nulla.
Un aspetto critico per i tumori è al momento la loro classificazione e l’identificazione attraverso biomarcatori specifici dei casi a elevato rischio, requisito fondamentale questo per poter migliorare le strategie di cura e per guidare le scelte terapeutiche. Il nostro lavoro cerca di fornire un contributo di base proprio in questo ambito. Noi stiamo cercando di chiarire l’importanza di determinati componenti molecolari, per capire (in ottica ambiziosa) se essi possano risultare associati all’andamento della malattia e, quindi, per poter fornire interessanti futuri bersagli terapeutici.
Come certo capirà, vogliamo dare speranza alla gente (e per questo le forze di tutti noi ricercatori, di cui la mia è parte milionesima, sono sempre unite e stimolate) ma anche assolutamente evitare false illusioni.
La ringrazio per avermi dato la possibilità di chiarire e La prego laddove possibile di contribuire a questo chiarimento.
Cordiali saluti.
Questa disinformazione va soprattutto ai danni della professoressa Benetti e della sua ricerca, perché è vero che la ricerca esiste, ma i risultati non sono ancora consolidati e soprattutto questo studio non è stato nascosto dai media. Ad esempio, ne parla La Stampa in un articolo dell’11 settembre 2012.
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