Il 12 marzo 2016 Il Giornale pubblica un articolo dal titolo “Rimane incinta grazie a 500 sanguisughe“. No, non stiamo parlando del GioMale:
Nina Evans non poteva più avere i figli perché per i medici erano troppo anziana e poi aveva molti tumori benigni. La donna non ha perso le speranze e con un metodo alternativo è rimasta incinta.
I medici le avevano detto che alla sua età non avrebbe più potuto avere figli, ma la donna non si è rassegnata e con un metodo alternativo è rimasta incinta.
Nina Evans ha 50 anni e abita a Londra. Dopo il primogenito, ne desiderava un secondo, ma nonostante cinque anni di impegno non è mai rimasta incinta [1]. I medici, dopo una serie di analisi, le hanno diagnosticato miomi multipli all’interno del suo utero (i miopi sono dei tumori benigni che si sviluppano nell’utero delle donne intorno ai cinquant’anni ndr [2]). I miopi erano tanti e quindi avrebbe dovuto fare un intervento impegnativo [2]. Secondo i medici, Nina non avrebbe più potuto avere figli sia per l’età che per i tumori benigni.
La donna non si è fatta scoraggiare dalle diagnosi degli esperti e ha messo in pratica una tecnica casalinga [2]. Nina, è originaria della Lituania, e nel suo Paese le sanguisughe vengono spesso utilizzate per guarire dalle malattie. La donna, infatti, si è inserita nella vagina 500 sanguisughe per purificare il suo utero [3]. Questi animaletti, oltre a far scomparire i miomi, le hanno prolungato gli orgasmi durante i rapporti sessuali con il marito. La donna ha vissuto per otto mesi con le sanguisughe addosso perché erano terapeutiche [3].
“I benefici si sono vista già dopo un mese, avevo più energia grazie alle sanguisughe che succhiavano il sangue malato sul mio collo dell’utero” – ha raccontato al The Sun Nina. La donna si sentiva meglio e i rapporti sessuali con il marito erano migliori. Un giorno si è accorta di avere un ritardo, per questo è corsa dai medici e le hanno detto che era incinta. Le sanguisughe avevano fatto il loro lavoro e la donna non ha più potuto stare senza di loro [2].
Durante il parto gli animaletti le strisciavano sulla schiena perché le riducevano il dolore. Nina ha anche stimolato la produzione di latte con le sanguisughe. Questi animaletti, mentre succhiano il sangue, con la loro saliva rilasciano una serie di sostanze che vanno a stimolare il cervello [2]. Nina è uno dei primi pionieri femminili che utilizza la terapia delle sanguisughe. La donna, con la sua testimonianza, ha anche aiutato la “British Association of Hirudotherapy “ad ottenere il riconoscimento del governo per poter usare con altri pazienti questa terapia [4].
La fonte de Il Giornale è un articolo del 10 marzo della testata inglese Sun (ai livelli del DailyMail e di certo non seria e attendibile quanto un Guardian). Verifiche? Nessuna, lo han raccontato i giornali inglesi e bisogna stare al passo con le “notizie”.
Ad una prima lettura sembrerebbe che la donna sia rimasta incinta all’età di 50 anni. Vediamo cosa riporta il Sun:
A LONDON mum told she had no chance of having children has celebrated her son’s sixth birthday – claiming over 500 leeches helped her to conceive.
Nina Evans, 50, who was diagnosed with pre-cancerous fibroids in her 40s, is now turning to the blood-sucking worms again in a bid to have a third child.
[…]
Nina went into labour on January 28, 2010, with leeches attached to her back to help with pain.
L’articolo de Il Giornale non spiega questa situazione, ossia che la donna sta tentando di avere il terzo figlio all’età di 50 anni. La storia delle 500 sanguisughe riguarderebbe il suo secondo figlio concepito sei anni fa, Noel.
I miomi, o fibromi, sono tumori benigni che hanno origine dal muscolo uterino.
Secondo Il Giornale “si sviluppano nell’utero delle donne intorno ai cinquant’anni“, ma in realtà possono svilupparsi già ad un età compresa tra i 30 e i 40 anni. Nina, in questo caso, aveva meno di 50 anni quando rimase incinta.
C’è da dire che queste masse non ostacolano per forza la gravidanza, ma nel caso ciò accada è possibile procedere tramite terapie non chirurgiche:
Le alternative chirurgiche sono generalmente due:
Nina, attraverso uno strumento avrebbe fatto “attaccare” da un medico (di quale clinica non si fa ancora il nome) le sanguisughe all’interno del collo uterino:
“My first treatment was like having a pap smear. The doctor used the plastic device known as a speculum and inserted it into my vagina so three leeches could be popped in.
“The leeches attached themselves to the inside of my cervix. I didn’t feel it, the speculum was the most uncomfortable thing really.
Quella descritta da Nina sembrerebbe mirare allo stesso obiettivo dell’embolizzazione delle arterie uterine, ossia togliere nutrimento alla massa tumorale affinché decresca di volume o che non si ingrossi più. Questa tecnica necessita di mani esperte, quelle di un chirurgo, ma lei stessa parla prima di una serie di interventi in Russia e poi del “semplice fai da te”:
She added: “I had another five treatments in Russia and then got my own leeches to continue treatment myself.
Le affermazioni peggiori arrivano quando la donna cerca di spiegare l’effetto dell’utilizzo delle sanguisughe nelle masse tumorali:
“Over a period of one month I started having more energy, my complexion cleared and I hoped the leeches were also helping to cauterize or cut the blood flow to the fibroid.”
Insomma, le sanguisughe avrebbero aiutato a “cauterizzare” o addirittura “tagliare il flusso di sangue” alla massa tumorale. Le sanguisughe non cauterizzano e non tagliano il flusso di sangue, al contrario promuovono il sanguinamento e inibiscono la coagulazione. Non solo un effetto anticoagulante, la saliva della sanguisuga avrebbe sostanze con effetto vasodilatatore ed anestetico, ma nulla a che vedere con “cauterizzare”, nulla a che vedere con il “latte materno” e con la “stimolazione del cervello”.
Nina racconta la sua storia avvenuta anni fa e senza alcun monitoraggio attendibile.
Lei cita di alcuni interventi in Russia e successivamente “a casa”. Siamo sicuri che in Russia non abbia fatto qualcos’altro? Nina, inoltre, parla di otto mesi di trattamento:
She recalled: “In June 2009, after eight months of treatment, I missed a period. I’d given up the thought of ever having children so at first I thought it was early menopause.
La donna potrebbe aver benissimo seguito la terapia medica con analoghi del GnRH, la quale si effettua per un tempo di circa 6 mesi. Così come potrebbe aver effettuato altre tecniche non chirurgiche precedentemente citate affinché potesse risolvere almeno parzialmente il problema delle masse tumorali.
Nell’articolo del Sun si ritiene che Nina abbia aiutato un’associazione ad ottenere un riconoscimento:
Nina is now one of the top female pioneers in modern leech therapy and helped the British Association of Hirudotherapy gain government recognition as a valid complimentary therapy organisation.
Il Giornale riporta la stessa informazione:
La donna, con la sua testimonianza, ha anche aiutato la “British Association of Hirudotherapy “ad ottenere il riconoscimento del governo per poter usare con altri pazienti questa terapia.
La domanda sorge spontanea: chi lavora presso la British Association of Hirudotherapy? Proprio la stessa Nina, la quale ne è direttrice:
Every week BAH offers regular courses with doctor hirudologist, British Association of Hirudotherapy director, International Community of Hirudopractitioners secretary, health & life coach Nina Barbora Evans.
A chi è intestato il sito dell’associazione, Bah.today? A Nina, registrato nel 2014 e con host situato in Lituania:
Il nome completo di Nina è “Nina Barbora Evans” ed è una “specialista” della hirudoterapia (il trattamento delle sanguisughe) con oltre 20 anni di esperienza. Ecco la scheda del congresso internazionale della hirudoterapia tenutosi a Mosca nel 2013:
She has over 20 years educational and business experience, is actively involved in coaching people to improve their performance and to swiftly implement ‘management transformation’ projects. Nina Barbora runs – BAH – also her own coaching business and her particular interest lies in coaching individual people, groups and businesses to enrich their knowledge about Natural Medicine & communication skills, develop their careers and completely eliminate limiting beliefs.
Ecco il suo profilo Linkedin:
Insomma, lei parla per se stessa (“ottima” pubblicità), ma sia le testate inglesi che quelle italiane non hanno controllato. Risulta davvero strano che un avvenimento del genere non sia stato citato dalla stessa associazione nel suo sito già nel 2010 o nei primi anni dopo la nascita del piccolo Noel.
Queste storie legate alla pessima stampa inglese ricordano casi come quelli di David Hibbit.
Nelle foto pubblicate dal Sun troviamo la scritta “www.reallifestoryagency.co.uk”.
Dalla home page del sito leggiamo:
Or boutique agency aims to use our combined knowledge and extensive media contacts to get your story published– the way you want it written.
We place stories on the front page of magazines and newspapers each week, as well as TV programmes, and are available to our clients 7 days a week.
Dalla pagina Facebook dell’agenzia leggiamo:
Clients include:
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