DISINFORMAZIONE Profughi pakistani vogliono portiere di notte e personal trainer – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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Come abbiamo spiegato più volte in passato, per disinformazione intendiamo la diffusione di notizie o informazioni distorte, fuorvianti, non oggettive o non complete, che alterano la realtà dei fatti ed ingannano, confondono o modificano le opinioni verso una persona, un argomento o una situazione.
Ci chiedono spiegazioni per quanto riguarda un articolo pubblicato da un sito noto a Bufale.net, il quale afferma già falsità a partire dal titolo: “Profughi pakistani vogliono portiere di notte e personal trainer“.

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Articolo completo


La notizia, in realtà, è ripresa in parte da un articolo del Resto del Carlino del 28 giugno 2015 dal titolo “Ammutinamento al centro profughi: ‘Non ci fanno rispettare il Ramadan’“, il quale riporta che i profughi non erano solo pakistani, ma anche afghani:

Ancona, 28 giugno 2015 – Ammutinamento al Centro ‘Alle Terrazze’ di Arcevia che ospita diversi immigrati. Ieri mattina richiedenti asilo per la maggior parte originari dell’Afghanistan e del Pakistan – tutti di religione musulmana – hanno infatti inscenato una singolare protesta. Dopo le 7 una cinquantina di ospiti del Centro ha deciso di allontanarsi e raggiungere Senigallia a bordo di un pullman di linea; probabilmente l’intenzione era quella di recarsi alla Prefettura di Ancona. Ma il gruppo che a piedi è sceso fino in paese è stato bloccato dai carabinieri all’uscita di Arcevia.

Ecco, invece, il testo pubblicato dal noto sito che riprende quello del Resto del Carlino, ma alterandone come al solito alcune parti:

Ancona – Disordini al Centro ‘Alle Terrazze’ di Arcevia che ospita, a spese nostre, diversi clandestini. Ieri mattina richiedenti asilo per la maggior parte originari del Pakistan – quindi tutti clandestini di religione musulmana – hanno inscenato una violenta protesta.

L’importante, per l’autore anonimo del sito noto a Bufale.net, è “informare i lettori” che sono solo “falsi profughi” pakistani e ritenere che in Pakistan vada tutto bene. Di questo, però, ne parleremo tra poco.

C’è stata una violenta protesta?

Assolutamente no. Essi si erano solamente allontanati dal centro con un autobus di linea e sono stati intercettati dalle forze dell’ordine. Ecco quanto riportato dal Resto del Carlino:

Gli stranieri hanno fatto presente che la decisione di allontanarsi era legata a richieste precise che avrebbero voluto avanzare alle autorità. Un sit-in sulla piazza nel quale gli stranieri hanno ribadito la volontà di voler seguire il ‘Ramadan’ ma che questo sarebbe loro reso difficile dagli orari e dalle abitudini del Centro ‘Alle Terrazze’, dove tra l’altro ci sono anche una trentina di ospiti africani, di religione cristiana. Dopo un paio di ore ed un primo conciliabolo con le forze dell’ordine, i richiedenti asilo hanno accettato di ritornare al Centro ‘Alle Terrazze’ dove sono stati raggiunti dal vice prefetto, rappresentanti della questura, dal sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi e dal vice, Fiorenzo Quajani.
I rappresentanti istituzionali e gli amministratori hanno ascoltato le regioni degli ospiti della struttura, nonché la responsabile del Centro, Katia Vecchi che da più di venti anni ospita profughi e richiedenti asilo. Un confronto andato avanti per qualche ora, fino a che la manifestazione è rientrata. Fuori dalla struttura, un gruppetto di musulmani stempera la tensione accumulata durante la protesta. Il loro tono è pacato, anche se fermo: «Nel periodo del Ramadan – spiega qualcuno in inglese – noi non possiamo né mangiare, né bere durante il giorno. Ma solo dopo il tramonto. Però non possiamo usufruire della cucina. Anche rispetto agli orari, vorremmo più elasticità; se la sera usciamo, dobbiamo rientrare prima delle 23 perché il Centro a quell’ora chiude. E poi c’è un medico che deve seguire tutti e tutto, ma ognuno ha delle proprie esigenze».

Leggete da qualche parte la notizia di qualche azione violenta da parte dei profughi? È nota la tecnica utilizzata dall’autore anonimo del sito in questione, il quale altera le notizie per generare indignazione e aumentare visitatori e fan nella propria pagina Facebook.

I profughi afghani e pakistani vogliono un personal trainer?

La prima falsità riguarda il presunto “portiere di notte”. Il problema sollevato dai musulmani ospiti presso il Centro “Alle Terrazze” di Arcevia riguarda le loro difficoltà  nell’affrontare il periodo del Ramadan. Riportiamo la dichiarazione di uno di loro riportata dal Resto del Carlino:

«Nel periodo del Ramadan – spiega qualcuno in inglese – noi non possiamo né mangiare, né bere durante il giorno. Ma solo dopo il tramonto. Però non possiamo usufruire della cucina. Anche rispetto agli orari, vorremmo più elasticità; se la sera usciamo, dobbiamo rientrare prima delle 23 perché il Centro a quell’ora chiude. E poi c’è un medico che deve seguire tutti e tutto, ma ognuno ha delle proprie esigenze».

La richiesta è quella di poter mangiare dopo il tramonto, potendo usufruire eventualmente della cucina. La probabile alternativa, in effetti, potrebbe essere effettivamente uscire dal centro e mangiare altrove, ma visto che il centro chiude prima delle 23 per loro resta difficile celebrare il Ramadan.
Dall’articolo in esame si legge:

Vogliono il portiere di notte e il personal trainer.

Per quanto riguarda il presunto “personal trainer“, sappiamo benissimo di cosa si tratta. In pratica, l’autore anonimo del sito in questione dichiara per voce sua che i profughi pakistani vorrebbero la presenza della figura professionale di un allenatore personale che gestisca il loro esercizio fisico e per migliorare il loro stato di salute.
Niente di tutto ciò. Come per le parti prese dal Resto del Carlino, e alterate per aumentare l’indignazione di chi legge, l’autore anonimo spaccia per “personal trainer” il medico che possa seguire il Ramadan dei credenti musulmani del centro. Fa più presa spacciare un medico come “personal trainer”, chi legge potrebbe pensare che vogliano far palestra a gratis ben sapendo quanto ne costa uno.

In Pakistan non ci sono guerre e conflitti?

Parliamo ora del Pakistan. L’articolo del noto sito a Bufale.net dichiara:

Non serve un genio in geopolitica, per sapere che in Pakistan non ci sono guerre, eppure, noi manteniamo pakistani in hotel come ‘profughi’ di guerre che non ci sono: per ingrassare le coop di Renzi e di Bergoglio

Non serve un genio in geopolitica per sapere che in Pakistan sono presenti estremisti islamici che uccidono, come avviene in Iraq e Siria, altri musulmani. Basterebbe una semplice ricerca, anche attraverso Google, per leggere le notizie riguardanti la fuga dei cittadini pakistani sciiti e sunniti dalle loro terre perché minacciati da gruppi terroristici. I duri scontri generati, così come i rapimenti, sono il risultato del fallimento dei negoziati tra le autorità di Islamabad e i talebani ostili al governo filo-americano.
Come per coloro che scappano dai conflitti e dai terroristi nel continente africano, anche in Pakistan esistono dei veri e propri gruppi criminali che gestiscono il trasporto clandestino di chi vuole scappare nei Paesi limitrofi o per l’Europa, ovviamente in cambio di grosse somme di denaro.
In un articolo pubblicato dal sito Lettera43.it un profugo pakistano racconta la sua esperienza: rapito dai talebani, insieme ad altri prigionieri è riuscito a scappare, ma una volta tornato a casa venne nuovamente rapito dagli stessi. Al confine afghano un posto di blocco della polizia permise all’uomo di tornare libero, ma a quel punto la decisione fu quella di abbandonare il Pakistan. Come? Proprio grazie ad uno dei gruppi criminali che gestivano il traffico di esseri umani al di fuori del territorio pakistano.
A inizio 2015, precisamente il 2 gennaio, il giudice monocratico del Tribunale di Catanzaro, Dott. Antonio Scalera, pronunciò l’ordinanza (pdf) in cui veniva riconosciuto lo status di rifugiato a favore di un cittadino pakistano. H.M. , di religione sciita, fu costretto a lasciare il suo Paese per sfuggire alle minacce da parte di un gruppo terroristico pakistano che ha come obiettivo l’eliminazione degli sciiti in Pakistan.

Accuse nei confronti della gestione del centro

All’interno dell’articolo in esame, l’autore anonimo compie uno dei suoi classici atti di accusa e denigrazione nei confronti dei protagonisti dell’episodio, modificando ancora l’articolo del Resto del Carlino.
Resto del Carlino:

Dopo un paio di ore ed un primo conciliabolo con le forze dell’ordine, i richiedenti asilo hanno accettato di ritornare al Centro ‘Alle Terrazze’ dove sono stati raggiunti dal vice prefetto, rappresentanti della questura, dal sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi e dal vice, Fiorenzo Quajani.
I rappresentanti istituzionali e gli amministratori hanno ascoltato le regioni degli ospiti della struttura, nonché la responsabile del Centro, Katia Vecchi che da più di venti anni ospita profughi e richiedenti asilo.

Articolo in esame:

Al Centro ‘Alle Terrazze’ sono stati raggiunti dal vice prefetto, rappresentanti della questura, dal sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi e dal vice, Fiorenzo Quajani. Tutti a novanta gradi.
I rappresentanti istituzionali e gli amministratori hanno ascoltato le regioni degli ospiti della struttura, nonché la responsabile del Centro, Katia Vecchi che da più di venti anni specula sull’accoglienza di sedicenti profughi e richiedenti asilo a spese nostre.

Oltre a ritenere che il vice prefetto, i rappresentanti della questura, il sindaco e il vice, siano “tutti a novanta gradi”, l’autore anonimo ritiene senza alcun dubbio che Katia Vecchi, responsabile del Centro, “specula sull’accoglienza”:

Speculare
2. intr. (aus. avere)
a. Trarre un notevole utile da operazioni finanziarie e commerciali, sia comprando un bene per poi rivenderlo a prezzo molto più alto (s. al rialzo), sia vendendolo per ricomprarlo a un prezzo molto più basso (s. al ribasso): s. in Borsa; s. sul dollaro, sui titoli azionarî; s. sulle aree fabbricabili; ha incettato forti quantitativi di olio per s., al momento della congiuntura, sul rialzo dei prezzi.
b. Per estens., trarre un profitto o un vantaggio personale, con mezzi più o meno illeciti e disonesti, sfruttando una situazione o una contingenza favorevole a sé stessi e sfavorevole ad altri: molti speculano sulla dabbenaggine, sull’ignoranza, sull’ingenuità altrui; si è arricchito speculando sul bisogno di lavoro degli operai.
c. Per ulteriore estens., spec. nell’ambito politico, cercare di sfruttare, ai proprî fini, una situazione, un fatto, un avvenimento, alterandone l’obiettivo significato, esagerandone l’importanza o attribuendone le responsabilità agli avversarî: è gente capace di s. anche sulle disgrazie; bisogna evitare che l’opposizione speculi sullo scandalo che ha coinvolto alcuni esponenti del partito di maggioranza.

Se l’autore anonimo dell’articolo in esame ha le prove di ciò che dice le dovrebbe mostrare e denunciare presso le autorità il centro.

Sono falsi profughi?

L’autore anonimo del sito in esame continua a sostenere che si tratti di falsi profughi. Bisogna capire se sono profughi o sono rifugiati.
Considerando quanto raccontato in precedenza, in merito ai problemi causati dai gruppi terroristici talebani sulla popolazione pakistana, la definizione profugo è attinente al caso. Pur essendo un termine generico per indicare “chi lascia il proprio Paese” a causa di guerre, invasioni, rivolte o catastrofi naturali, bisognerebbe sapere con precisione se questi siano effettivamente dei rifugiati, ossia quello status riconosciuto dall’articolo 1 paragrafo 2 della convenzione di Ginevra del 1951 per coloro che temendo di essere perseguitati per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trovano fuori del paese di cui hanno la cittadinanza, e non possono o non vogliono, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese:

2) a chiunque, per causa di avvenimenti anteriori al 1° gennaio 1951 e nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure a chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi.

Lo status di rifugiato non viene concesso a cuor leggero. Per capire come avviene la procedura per il riconoscimento della protezione internazionale vi suggeriamo la lettura della scheda pratica a cura del sito Meltingpot.org.
A parte tutte queste definizioni e spiegazioni, non è possibile definirli “profughi fasulli” senza conoscerne realmente la loro storia. Nel caso fossero riconosciuti con lo status di rifugiati, ritenerli “fasulli” equivale a ritenere che le autorità competenti a decidere in merito alle domande di protezione internazionale, le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, non svolgono correttamente il loro lavoro. Anche in questo caso, come in quello della responsabile del Centro Katia Vecchi prima citata, se l’autore anonimo ha con se delle prove che dimostrano la sua tesi le mostri e denunci alle autorità competenti.

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