Oggi alle 21:00, Papa Francesco chiama tutti in tutto il mondo, non importa dove ti trovi, né il credo o religione per un momento di meditazione o preghiera per la pace in Siria e nel resto del mondo. L’intero pianeta unito in preghiera per la pace.Se si riesce a trasmetterla, unitevi a noi nella preghiera urgente, perché il gruppo islamico radicale ha appena preso Quaragosh, la più grande città cristiana irachena. Dove ci sono centinaia di uomini cristiani, donne e bambini che stanno per essere decapitati. Si chiede per la copertura di preghiera. Si prega di prendere un minuto e pregare per loro. Far passare il messaggio a tutti i contatti, non tagliare la catena.Ci è stato chiesto di pregare, si prega di trasmetterla agli altri. eur-lex.europa.eu eur-lex.europa.eu … UNIAMOCI al papa, ovunque ci troviamo! … la solidarietà nella preghiera fa miracoli!
Il Santo Padre in questo caso non c’entra niente, e sarebbe ben strano ritenere che Bergoglio, sia pur noto per aver usato il telefono per cordiali comunicazioni amichevoli e senza pompa con prelati e conventi, si “riduca” ad usare Catene di S. Antonio per sollecitare preghiere.
Ma andiamo con ordine: la catena di S. Antonio suddetta nasce nel 2014, come testo in lingua inglese.
La narrazione era la medesima, ma il protagonista era un perfetto sconosciuto che dichiarava di aver ricevuto l’impulso a lanciare l’appello da un messaggio privato di Sean Malone, per la presunt Crisis Relief International, rivelatasi essere una storpiatura di Crisis Response International.
Si tratta quindi di un pensiero privato, ispirato ai disordini allora presenti di Quaragosh. Disordini che, comunque, ricorda Snopes non prevedevano decapitazioni di massa, oggetto a loro volta di una separata disinformazione ottenuta esibendo foto del conflitto siriano per rendere la narrazione (sia pur turpe) ancora più viralizzata, ma comunque prevedevano, come in ogni conflitto, morti e distruzioni.
Sempre secondo Snopes, che ha contattato Crisis Response International, l’appello era una richiesta privata inviata da un volontario scioccato dai conflitti e dall’aver sentito da un ufficiale locale della tragica morte di cinque bambini, asseritamente per decapitazione, sfuggito poi di mano e viralizzato.
Quindi, siamo ad un conflitto reale che, in una moderna versione del telefono senza fili, viene gonfiato e viralizzato.
Come siamo arrivati fino al Santo Padre?
Da una nota di Catholic Online, noto portale cattolico che, nel fare fact checking della notizia era pervenuto alle nostre stesse conclusioni, ma limitandosi ad aggiungere che, stante l’importanza della preghiera per il Santo Padre, probabilmente non gli avrebbe recato dispiacere il fatto che, di loro iniziativa, alcuni fedeli potessero decidere comunque di pregare per le vittime di Daesh.
Il che non significa che Papa Francesco abbia mandato il whatsapp virale, e non cancella il fatto che Quaragosh è caduta due anni fa. Non pervenuto è comunque il motivo per cui la catena si chiude con un link ad Eur-Lex, una raccolta di giuriprudenza europea.
Ogni conflitto è una cosa orribile. È naturale che i civili siano le vittime predestinate, ed è giusto dedicare loro un pensiero e, per chi crede in Dio, una preghiera.
Dubitiamo che farlo con un testo virale attribuito a questo o quel personaggio famoso sia il modo giusto di tributare rispetto.
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