Ci hanno girato un post di Facebook, che fa riferimento ad un caso realmente accaduto:
Questo è il risultato del morso che ieri un extracomunitario ha dato ad un Poliziotto della Polfer che, assieme ad altri colleghi, ha tentato di fermare a seguito di una richiesta di intervento da parte del capotreno. L’uomo aveva l’epatite B e il collega ora è sotto profilassi. Ovviamente l’extracomunitario è stato subito rimesso in libertà. Ai colleghi che operano su strada, consiglio di comprarsi dei guanti rinforzati e indossarli sempre soprattutto quando si ha a che fare con stranieri provenienti dall’Africa in quanto spesso attaccano o si difendono con i morsi.
Auguri per una pronta guarigione amico mio.
Non voglio commenti razzisti sul mio profilo. Ve lo dico prima così evitiamo liti.
Persino Il Giornale (archive.is) ne ha parlato. Riportando però il post senza fare alcun tipo di verifica, senza dire né dove né quando, solo con una breve introduzione e il copia-incolla del post:
Da qualche giorno stanno girando in maniera virale in rete le immagini di una ferita inferta ad una mano che sarebbero di un agente di polizia, aggredito da un migrante. Le foto sono state pubblicate dal profilo Facebook di Gianni Palagonia, “nome falso di un poliziotto vero, costretto a nascondersi dietro uno pseudonimo per proteggere se stesso e i propri congiunti”. Autore di due libri contro la mafia “Il Silenzio” e “Nelle Mani di Nessuno”, pubblicati da Piemme.
Il poliziotto è stato morso? Sì, il 4 ottobre 2017, nei pressi della stazione di Arezzo. Ne parla Arezzo Tv:
Brutto episodio nel pomeriggio di ieri alla stazione di Arezzo. Un giovane nigeriano richiedente asilo, dopo essere stato sorpreso in viaggio senza biglietto, era stato fatto scendere dal capotreno alla prima stazione utile, richiedendo l’intervento della Polfer. All’arrivo di tre agenti l’uomo è andato in escandescenza arrivando a mordere la mano di uno dei poliziotti intervenuti. Per fortuna l’agente indossava i guanti antitaglio che hanno limitato quelle che potevano essere conseguenze ancora più serie: guanti che dovrebbero essere in dotazione e che invece gli agenti stessi si comprano da soli come forma di ulteriore protezione. L’agente ferito alla mano ha rimediato una prognosi di 5 giorni ed è stato sottoposto a profilassi a scopo preventivo mentre il nigeriamo dopo il fermo è stato già rimesso in libertà dal tribunale di Arezzo.
Il Sap, Sindacato autonomo di polizia, ha già protestato contro quanto accaduto, soprattutto perché il ragazzo è stato rilasciato poche ore dopo il fatto. Lo riportano Arezzo Notizie e Il Corriere di Arezzo:
Nigeriano trovato in treno senza biglietto morde alla mano un poliziotto della Polfer, viene portato negli uffici ma la procura non ritiene di trattanerlo con misure cautelari e scoppia l’ira del sindacato di polizia Sap. L’episodio è avvenuto ad Arezzo due notti fa a bordo di un convoglio. Nell’affrontare il passeggero, sprovvisto di titolo di viaggio e molto agitato, l’agente della Polizia ferroviaria è stato ferito. “Il fatto ancor più grave – scrive Antonio Claudio Gibelli, segretario provinciale Sap – è la beffa conseguente all’ennesima aggressione ai danni di un rappresentante delle forze dell’ordine: mentre l’agente si trovava ancora in ospedale per le profilassi del caso, il responsabile del reato era già uscito dall’ufficio di polizia, in quanto il sostituto procuratore di turno non aveva ritenuto di chiedere misure cautelari a suo carico. C’è qualcosa che non va… ” Il sindacato di polizia Sap invoca, al di là delle statistiche sui reati “di dubbia pertinenza”, “più risorse umane e logistiche, efficaci strumenti di protezione e strumenti normativi adeguati”.
La Sap stessa ha riportato la rassegna stampa che riporta la sua denuncia: VIAGGIA SENZA BIGLIETTO E MORDE AGENTE DELLA POLFER – La denuncia del Sindacato Autonomo di Polizia.
Il ragazzo ha morso il poliziotto, ma nessuna fonte parla di epatite B, solo il post su Facebook. Altrove si parla esclusivamente di profilassi, e di profilassi preventiva. In più, cosa che forse Il Giornale nella fretta di pubblicare una notizia del genere ha dimenticato, il periodo di incubazione del virus dell’epatite B è di almeno due mesi (con oscillazioni fino a 45 giorni, ma di sicuro non si può essere sicuri il giorno dopo che la persona morsa sia stata effettivamente infettata). Significa che le analisi del sangue non evidenzieranno alcuna presenza di virus prima di due mesi, a meno che la persona non fosse già infetta (da più di due mesi, appunto), mentre il post su Facebook è stato pubblicato il giorno dopo i fatti, e il Giornale appena cinque giorni dopo (il 9 ottobre). E qui si arriva ad un altro fatto, che sempre Il Giornale ha dimenticato: le forze dell’ordine hanno l’obbligo di vaccinazione contro l’epatite B.
Quindi:
a. Nessuno ad oggi conferma che il ragazzo nigeriano abbia l’epatite B;
b. Nessuno può confermare che il ragazzo nigeriano abbia passato l’epatite B al poliziotto prima di (almeno) due mesi;
c. Le forze dell’ordine hanno tutte l’obbligo di vaccinarsi contro l’epatite B.
Il fatto che venga divulgato così a cuor leggero che il poliziotto morso abbia ora una malattia non solo è una notizia falsa perché non è possibile che le analisi abbiano evidenziato questa connessione (se il virus già era presente nel sangue, come già detto, significa che il poliziotto era infetto da prima), ma è anche lesiva della dignità di quella persona e dei suoi dati clinici privati. L’unica fonte attendibile sarebbe nel caso la conferma del poliziotto ferito in persona fra diverse settimane, perché nessuno del personale sanitario ha il diritto di divulgare informazioni del genere, violando il segreto professionale.
È impensabile che una testata diffonda notizie così delicate (delicate come tutto ciò che riguarda la sfera della salute) senza neppure preoccuparsi di registrare dove e quando si siano verificati i fatti, rendendola di fatto una non-notizia.
Come se non bastasse, altri hanno provveduto a far girare la notizia, citando Il Giornale e il post di Palagonia come fonti (Blitz Quotidiano, inews24, Diretta News 24).
Nessuno nega la gravità di quanto accaduto, ma è impensabile continuare a ritenere un giornalismo simile un servizio pubblico.
Si ringrazia il gentile supporto dello staff medico sanitario.
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