Ci segnalano i nostri contatti un approfondimento che in realtà, a onor del vero, avrebbe dovuto essere ulteriormente approfondito a sua volta prima di sparare il titolone clickbait e fomentare indignazione e sconcerto
Lodi, 4 apr – Cedere alle richieste, per non dire ai ricatti, di una confessione religiosa o per meglio dire di alcuni richiedenti appartenenti a una fede. Quando però si arriva a prendere decisioni assurde e pericolose, almeno dal punto di vista del messaggio che con queste inevitabilmente si manda, la situazione da grottesca si fa inaccettabile. E’ il caso dell’ospedale di Lodi, che ha messo al bando le membrane di origine suina in corsia e ha deciso di impiegare solo medici donna a disposizione delle pazienti per venire incontro alle esigenze delle donne di religione islamica.
Come riportato da Il Cittadino, il primario del reparto di Chirurgia plastica Daniele Blandini ha steso un protocollo ad hoc, che è stato approvato dalla direzione e concordato con la comunità islamica, nella moschea di via Lodi Vecchio. Si tratta del primo progetto in Italia. Un progetto che prevede anche l’assistenza di sole operatrici donna per le ammalate musulmane.
Una sorta quindi di progetto pilota, perché così facendo è evidente che in altri ospedali gli islamici possano avanzare richieste analoghe. Un precedente quindi che rischia di avere strascichi scongiurabili, se non altro perché siamo ancora uno Stato laico che non dovrebbe cedere al ricatto di nessuno, a prescindere dall’appartenenza religiosa.
Potremmo ben chiamarlo Disinformazione del primo tempo: quel particolare fenomeno per cui, dando una notizia incompleta, la stessa ne risulti del tutto in parte travisata o modificata.
Ipotizziamo un soggetto che decida, dopo tanti anni, di andare a vedere Titanic, il film di James Cameron basato sulla tragedia dell’omonimo transatlantico ma, per motivi suoi, abbandoni la sala appena finito il primo tempo.
Il tale racconterà agli amici, esponendosi al loro sarcasmo ed alla loro ironia, di aver visto una leggera e allegra storia d’amore a lieto fine tra una donna ricchissima ed un giovane pittore povero, bello e sorridente che coronano finalmente il loro sogno d’amore su una nave lussuosa: e, dal suo punto di vista, non avrebbe torto, dato che avendo abbandonato la sala prima del secondo tempo si è perso, ad esempio, l’affondamento della nave, la morte del bel Jack e l’epilogo della vicenda.
Capirete come sia facile quindi ottenere una disinformazione del primo tempo: prendi uno scoop, lo diffondi, le testate giornalistiche diffondono celermente rettifiche e smentite ma tu invece lasci il contenuto originale al popolo della Rete, che continuerà a diffonderlo ignaro della smentita, esattamente come lo sfortunato, improvvidente e stolto spettatore che continua a ripetere a gran voce che Titanic è una bellissima storia d’amore.
Infatti Il Giornale, che ha inizialmente riportato la stessa storia con lo stesso titolo, in meno di un’ora ha provveduto a diffondere smentita sui suoi social, dal titolo Caso Lodi, l’ospedale: “Nessun protocollo pro-islam, solo attenzione al paziente”
Dopo le polemiche sull’ospedale di Lodi che avrebbe adottato un nuovo “protocollo” con lo stop alle membrane di origine suina per le protesi e la presenza esclusiva di perosnale donna per le pazienti musulmane, arriva la risposta del nosocomio lombardo che spiega cosa è accaduto negli ultimi giorni.
“Nessun protocollo Islam all’ospedale di Lodi, ma solo una naturale attenzione alle diverse esigenze di tutti i pazienti”, fa sapere la struttura all’Adnkronos. “Da chiarimenti fra la direzione generale dell’Asst e Daniele Blandini”, il primario di Chirurgia plastica è emerso “un fraintendimento” e cioè “l’attribuzione all’azienda di una normale forma di attenzione che il medico applica all’interno del suo reparto – precisano dalla struttura – pur senza essere codificata in una procedura ad hoc o in una istruzione operativa”.
Insomma l’ospedale non parla di un vero e proprio protocollo ma di una prassi adottata dal medico. Resta comunque aperto il fronte delle polemiche con Fratelli d’Italia che va all’attacco: “Stop alle membrane di origine suina per le protesi e solo personale donna per le pazienti musulmane: è il delirante contenuto di un protocollo adottato dall’Ospedale di Lodi. A nome di Fratelli d’Italia presenterò oggi stesso, insieme a tutti i nostri parlamentari eletti in Lombardia, un’interrogazione urgente per bloccare questa follia. La sharia non sarà mai legge in Italia”, ha affermato Giorgia Meloni.
Niente da vedere quindi: ricordate che le notizie sono come i film dei supereroi: si resta al cinema fino alla fine dei titoli di coda.
E, come spesso facciamo noi, è meglio uscire in ritardo con una notizia compiuta ed accertata che, frettosolamente, con mezza notizia in mano, che sarà pure uno scoop ad alto numero di ottani, lanciato verso viralità e condivisione, ma non vale la pena diffondere incompleto con la confusione da esso generata.
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