Tanti ancora i punti oscuri attorno all’omicidio di Litvinenko, ma si punta sempre di più il dito verso i servizi segreti russi (FSB) accusandoli di averlo ucciso esponendolo a sua insaputa alle radiazioni del Polonio 210. Ex agente russo, poi dissidente, nel 2002 pubblica un libro dove attribuisce all’FSB addirittura degli attentati. Non è ancora molto chiaro se la contaminazione sia avvenuta per ingestione o semplicemente per esposizione.
Secondo Angelo Mandaglio, in un articolo pubblicato nel blog di Claudio Messora “Byoblu“, i conti non tornerebbero:
«Le tanto elogiate democrazie anglosassoni … spiazzano una parte dell’opinione pubblica con una sentenza che sembra invece una tesi accusatoria di un pubblico ministero che ha solo prove indiziarie … Gli indizi principali che hanno condotto l’inchiesta su Lugovoi e Kovtun (unici indiziati), sono le tracce di polonio 210 … Come prova confirmatoria di questa tesi ci sarebbe il fatto che questa sostanza non sarebbe reperibile se non nei segretissimi magazzini dei servizi segreti russi. Tesi del tutto falsa».
L’articolo cita anche una “commissione indipendente” Francese che avrebbe denunciato la possibilità di acquistare Polonio radioattivo online, indicando un sito:
Già dal dicembre 2006 la commissione francese per la ricerca e l’informazione indipendente sulla radioattività denunciò che era possibile acquistare del polonio radioattivo con soli 69$ su un sito americano. Quindi non c’era bisogno del FSB per procurarselo! Inoltre il polonio era usato in campo industriale come antistatico per le pellicole fotografiche.
Abbiamo inviato una mail al servizio clienti del portale per avere conferma. Quando abbiamo chiesto loro se ce lo potevano vendere ci hanno risposto affermativamente, ma al chiedergli la provenienza e che genere di documenti presentare hanno fatto scena muta. Dopo ulteriori solleciti gettiamo la spugna.
Ad ogni modo ci teniamo a precisare che la società in questione – la United Nuclear – è stata fondata da Bob Lazar, il sedicente fisico che sostiene di aver lavorato nell’Area 51 su tecnologie aliene che ricordano in maniera imbarazzante quelle di Star Trek. Già altri debunker si sono posti dubbi sulla credibilità di questa curiosa azienda, come i colleghi di Hoaxes.
«Inoltre il Polonio era usato in campo industriale come antistatico per le pellicole fotografiche».
Bisogna innanzitutto capire che l’isotopo 210 del Polonio non è l’unica forma conosciuta e la si può ottenere solo in laboratorio, per non parlare dei composti in cui è presente. L’articolo parla genericamente di questo elemento, dando per scontato si parli sempre e solo del 210.
«Litvinenko è morto il 24 novembre 2006, ventitré giorni dopo l’incontro con i due presunti assassini. Un lasso di tempo eccessivo perché la causa della morte possa con essere legata con assoluta certezza al polonio, perché tale elemento è estremamente volatile».
Abbiamo chiesto un parere in proposito al Fisico Marco Coletti, noto soprattutto per il suo canale YouTube “La Fisica che non ti aspetti“:
«Sicuramente ci sono alcune inesattezze. Il Polonio (almeno il 210 che è un po’ più comune degli altri che si ottengono solo per via artificiale) ha sì la tendenza ad evaporare, ma solo a partire dai 50°C in maniera “rapida”, la cinetica di evaporazione è quindi molto lenta. Insomma, quella dell’articolo non mi sembra un’obbiezione tanto forte. Suppongo inoltre che possa essere facilmente individuato nel corpo – post-mortem – di una vittima, proprio perché radioattivo».
Angelo Mandaglio pone dubbi anche riguardo la maneggiabilità, il che contraddice gli argomenti iniziali: non si era detto che può essere acquistato facilmente online? Almeno secondo il servizio clienti di un noto guru della nufologia. Oltre a questo sappiamo che se usate le debite precauzioni il Po 210 è proprio l’ideale per questo genere di omicidi:
Il polonio 210 è infatti altamente radioattivo e, benché non passi attraverso la pelle, per manipolarlo sono necessari luoghi e strumentazioni adeguate perché l’inalazione o l’ingestione di un solo milligrammo può essere letale. Piccole quantità di questo materiale possono danneggiare in maniera irreversibile tessuti e organi e una volta in circolo è molto difficile da rilevare: per questi motivi si ritiene sia l’arma utilizzata per alcuni omicidi eccellenti.
Ad ogni modo, supponendo che l’attività di questa azienda sia genuina, i campioni mostrati non differiscono da quelli comunemente usati nei laboratori universitari. Abbiamo chiesto maggiori chiarimenti ad un altro fisico, Daniele Barile, dell’Università di Cagliari:
«Il polonio non lo vendono nel sito come direbbero. Nel sito riportato ci sono emettitori standard di laboratorio. L’emettitore a polonio ne contiene pochissimo, va maneggiato con cautela ma ha 0.1 micro-curie. Dovrei fare il calcolo di quanta dose assorbita sarebbe ma non è tanta… certo fa male ma per avvelenare così tanto da uccidere serve roba seria, quelle piastrine radioattive del sito le usiamo anche noi – non le mangiamo certo – ma ci stiamo vicini senza problemi. La dose nel corpo di Litvinenko era di 50mCi (circa 200 volte la dose letale stimata) ci vorrebbe il polonio di circa 2300 di quei dischi – e andrebbe ingerito. In ogni caso poi questi elementi vengono spesso prodotti come scarti di centrali e hanno tutti una composizione ben definita a seconda della centrale da cui provengono, una sorta di marker».
Del resto basterebbe un minimo di buon senso: per quale motivo in un paese civile dovrebbe essere permessa la vendita incontrollata di materiale radioattivo a livelli mortali? Provate ad immaginare quali sarebbero le conseguenze.
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