Vi abbiamo appena illustrato l’inutile allarmismo generato dalla famigerata “tassa sul condizionatore“. Ora vi spieghiamo come ha avuto origine, partendo dal “libretto d’impianto” del 2002.
LiberoQuotidiano accusa il Governo Renzi per questa “tassa sul condizionatore”, ma come possiamo ben vedere queste scelte sono state fatte quando non era ancora al potere. Tra le altre cose sostiene che la legge sia stata approvata da Giugno 2015:
La legge – Il provvedimento è stato emanato dal governo Renzi alla fine di giugno di quest’anno.
In verità l’obbligatorietà del libretto per il climatizzatore doveva essere in vigore dal 1° giugno 2014 (poi posticipata ad ottobre 2014) e in seguito al Decreto del 10 febbraio 2014 del Governo Letta (ne parlava già Il Sole 24 Ore nel 2014).
Segue anche l’articolo de Il Giornale, il quale intitola “Renzi approva la tassa sul condizionatore, 200 euro sottratte alle famiglie” per poi scrivere:
A prevedere l’introduzione dell’imposta è una direttiva europea sulle emissioni di anidride carbonica che riguarda gli impianti con potenza nominale utile superiore ai 12kw, ossia quelli che servono a raffreddare ambienti oltre i 160 metri quadrati.
Sottrae 200 euro alle famiglie? Tutte le famiglie italiane hanno un impianto di 12 kW e ampie abitazioni? Capite già che il titolo è esagerato.
Riportiamo di seguito il percorso legislativo dal 2002 ai giorni nostri.
Durante il terzo Governo Berlusconi ci fu il Decreto Legislativo 19 agosto 2005 n.192, il quale recepiva la direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia (PDF) e istituiva il “libretto di centrale” o “libretto d’impianto” per gli impianti di riscaldamento.
In seguito alle elezioni del 24-25 febbraio 2013 e prima che si instaurasse il Governo Letta (il 28 aprile 2013, data di conclusione del Governo Monti), ci fu il Decreto del Presidente della Repubblica n.74 del 16 aprile 2013 collegato al Decreto Legislativo del 19 agosto 2005 n.192 del Governo Berlusconi II prima citato:
Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192. (13G00114) (GU Serie Generale n.149 del 27-6-2013)
note: Entrata in vigore del provvedimento: 12/07/2013
Non bastando la direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia, l’Italia dovette affrontare anche la direttiva europea 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia:
(26) La manutenzione e l’ispezione regolari, da parte di personale qualificato, degli impianti di riscaldamento e condizionamento contribuiscono a garantire la corretta regolazione in base alle specifiche del prodotto e quindi una prestazione ottimale sotto il profilo ambientale, energetico e della sicurezza. È opportuno sottoporre l’intero impianto di riscaldamento e condizionamento ad una perizia indipendente a intervalli regolari durante il suo ciclo di vita, in particolare prima che sia oggetto di sostituzione o di interventi di miglioramento. Per ridurre al minimo gli oneri amministrativi gravanti sui proprietari e sui locatari degli edifici, gli Stati membri dovrebbero adoperarsi per combinare il più possibile le ispezioni e le certificazioni.
Durante il Governo Letta ci fu il Decreto Legge 4 giugno 2013, n. 63, che recepiva la direttiva europea del 2010:
Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea, nonche’ altre disposizioni in materia di coesione sociale. (13G00107) (GU Serie Generale n.130 del 5-6-2013) note: Entrata in vigore del provvedimento: 06/06/2013.
Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 3 agosto 2013, n. 90 (in G.U. 03/08/2013, n. 181).
Successivamente il Decreto doveva essere convertito in Legge passando per il voto del Parlamento. Ciò avvenne con la votazione finale nominale n. 39 del 30/7/2013 durante la seduta n. 61:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale» (Approvato dal Senato) (DDL 1310)
Questi sono stati i voti alla Camera dei Deputati:
Su ben 481 presenti hanno votato a favore 480 deputati, 1 solo astenuto (il deputato del PDL Pili Mauro, ora Gruppo Misto) e nessun voto contrario.
Ecco il numero dei presenti e votanti per gruppo parlamentare alla Camera dei Deputati:
Infine ci fu il Decreto 10 febbraio 2014, che riprende tutta la trafila da quello del 2005 del Governo Berlusconi II e pubblica il modello del libretto anche per gli impianti di condizionamento (richiesto nei precedenti provvedimenti):
Modelli di libretto di impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 74/2013. (14A01710) (GU Serie Generale n.55 del 7-3-2014)
L’obbligatorietà del libretto per il climatizzatore doveva essere in vigore dal 1° giugno 2014, ma fu posticipata all’ottobre 2014.
Se ne parla adesso, in questa calda estate 2015, ma il tema fu affrontato già nel 2014 dal Sole 24 Ore.
Non solo LiberoQuotidiano, che omette il limite minimo dei 12 kW di cui abbiamo parlato nel precedente articolo, ma anche altri siti e politici hanno cavalcato l’ondata di indignazione.
Tra i siti che sfruttano il “click baiting” ne abbiamo in abbondanza. Da quelli che sfruttano la disinformazione di LiberoQuotidiano, chi a luglio e chi in precedenza a giugno 2015 (come Jedasupport), a quelli che copiano e incollano da altri siti (come il “satirico” Il Matto Quotidiano che copia da Jedasupport) per generare ulteriori visite.
Tra i siti legati a schieramenti politici abbiamo “La Cosa” con l’articolo intitolato “Tassa sul caldo: una sberla da 200 euro!” con tanto di video che intona la sigla di Robin Hood della Disney e uno spezzone del cartone animato con protagonista il Principe Giovanni che si gode gli introiti delle sue amate tasse. Riportiamo qui i contenuti del video:
Quello che state per vedere…. non è fantasia!
Questo è il governo italiano degli ultimi 20 anni…
Destra
Sinistra
Centro
Sono tutti dannatamente uguali!
Tutti uniti da un unico obiettivo:
Oggi, vi parliamo dell’ultima
trovata per spillare soldi
ad ognuno di voi:
la tassa sul caldo!
Buona Estate italiani!
“La Cosa”, sito ospitato nel sito Beppegrillo.it, dovrebbe ricordare che anche il Movimento 5 Stelle votò nel 2013 a favore della direttiva europea (vedi tabelle sopra riportate).
Ricordiamo, ancora una volta, che la cosiddetta “tassa sui condizionatori” non riguarda ogni possessore di un condizionatore (“ognuno di voi“), ma solo di coloro che ne possiedono un impianto superiore ai 12 kW. Questo, almeno, viene riportato a fine dell’articolo pubblicato da “La Cosa”.
Tra i politici abbiamo infine Matteo Salvini, il quale annuncia battaglia su Twitter:
Renzi obbedisce a Bruxelles, arriva la “tassa sui condizionatori”: 200 euro in più a famiglia.
Ovviamente la Lega si opporrà! #Salvini
E su Facebook:
Renzi obbedisce a Bruxelles, arriva la “tassa sui condizionatori”.
Ci vorranno libretto e bollino per gli impianti ad aria condizionata, secondo Federconsumatori saranno 200 euro in più a famiglia.
Prima tassano il pellet da riscaldamento, ora l’aria fresca.
Ovviamente la Lega si opporrà in ogni maniera ma… questi al governo secondo voi sono normali???
Peccato che la Lega, così come tutti gli altri partiti politici, votò nel 2013 a favore della direttiva europea (vedi tabelle sopra riportate).
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