Ci segnalano i nostri contatti il seguent\e articolo, targato TG News Italia, relativo ad una asserita recente (la nota è datata 28 aprile) proposta di legge caldeggiata da niente poco di meno che Vladimir Putin, compagno di mille bufale, un capo di stato sovente trasformato in un meme umano
La Camera bassa del parlamento russo, controllata da Russia Unita (il partito di Vladimir Putin), ha approvato con ampio margine il testo già nella prima delle tre letture previste.
Una decisione forte per contrastare una piaga della società. Secondo Oleg Morozov, deputato del partito di maggioranza, si tratterebbe della risposta alle preoccupazioni della società davanti all’aumento dei crimini sessuali contro i bambini. Il disegno di legge al vaglio della Duma prevede la castrazione chimica attraverso un’iniezione di sostanze che inibiscono la libido e che potrebbe essere applicata anche su base volontaria ai condannati che intendano guarire. Secondo le ultime stime rese pubbliche dall’Interfax, il numero di pedofili in Russia è cresciuto quattro volte negli ultimi dieci ani. Dal 2005 i crimini sessuali contro bambini al di sotto dei 13 anni sono aumentati di quasi venti volte.La proposta era stata avanzata anche in Italia alcuni anni fa. Nel 2005, all’indomani della quindicenne violentata a Bologna e delle due studentesse stuprate a Milano, il leghista Roberto Calderoli aveva proposto di introdurre la castrazione chimica per tutte le persone condannate di reati sessuali. “Davanti a delitti così aberranti, come le violenze sessuali degli ultimi giorni, l’unica legge che può valere è quella del taglione – aveva spiegato l’esponente del Carroccio – così come in altri Paesi, credo sia necessario introdurre come pena la castrazione chimica per i reati sessuali”. Secondo Calderoli, la castrazione chirurgica potrebbe essere “la più idonea a funzionare anche da un punto di vista della prevenzione”, ma “anche quella chimica, ancorché non irreversibile, consente di mettere queste bestie in condizioni di non offendere”. Calderoli è stato subito assalito dalle protesto. E il dibattito, nel parlamento italiano, non c’è mai stato.
Seguendo le fonti, arriviamo ad un articolo di Italiainmovimento del 24 febbraio, che a sua volta dichiara di essere citazione diretta di un articolo del 4 febbraio targato Pazzoweb5stelle che, infine conduce al corretto articolo:
Un nota di Il Giornale del 2011.
Siamo di fronte all’ennesimo caso di una notizia ormai vecchia che viene riciclata come nuova, in mancanza di meglio, per attirare una nuova bordata di likes.
Già nel Gennaio del 2015 Paolo Ceccacci ne aveva fatto una compiuta analisi: riassumendo possiamo confermare come l’attuale normativa in vigore, frutto di quella discussione del 2011, prevede l’adozione della castrazione chimica come regime premiale, consentendo cioè un cospicuo sconto di pena a chi acceda alla stessa.
Ma attenzione: la castrazione chimica non è la panacea che sembra: riduce insomma il livello ormonale, ma non cancella la devianza mentale in sé. Sostanzialmente, il pedofilo resta tale, con tutti i profili di pericolo e la necessità dell’intervento psicologico del caso per controbattere tale pericolo, a prescindere dalla sua capacità fisica di mettere in atto le sue ideazioni mentali, col MOIGE (MOvimento Italiano GEnitori) a ricordarci che la mera castrazione chimica non impedirebbe, ad esempio, ad un pedofilo di sfogare i suoi desideri nella violenza fisica.
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