Il 20 gennaio 2016 il sito LaFucina.it, appartenente alla galassia di siti web gestiti dalla Casaleggio Associati e diffusi da Beppe Grillo, pubblica un articolo “Gli studi che danno ragione a Di Bella” a firma Giuseppe Di Bella. L’articolo è solo un copia incolla, per lo meno citato, di un articolo pubblicato dal blog de Il Giornale che riporta, appunto, le dichiarazioni di Giuseppe Di Bella. Un bel loop:
La Fondazione di Bella ha finanziato una ricerca sulle cellule staminali che documenta l’effetto differenziante – e dunque potenzialmente antitumorale – di due sostanze della terapia Di Bella: l’acido retinoico e la melatonina. Sono entrambe molecole particolari, tossiche per le cellule tumorali e vitali per quelle sane.
Il lavoro, appena pubblicato su Stem Cells International, è stato realizzato dai dipartimenti di Scienze biomediche dell’università di Sassari e di Biotecnologia dell’Università di Vienna, dal laboratorio di Biologia molecolare di Bologna, dalla Medicina rigenerativa della Fondazione Rinaldi Fontani e dall’Istituto per la guarigione dei tessuti di Lugo, Ravenna. Cliccate qui.
Cellule mesenchimali staminali della polpa dentale – sotto l’effetto combinato di melatonina, acido retinoico, acido ialuronico e acido butirrico – sono diventate osso. (Si sta parlando di cellule sane e di come riescano a cambiare la loro natura attraverso alcune sostanze).
Lo studio citato nell’articolo, uno solo e pubblicato sul sito Hindawi.com, non parla in alcun modo del Metodo Di Bella. Ne riportiamo l’abstract:
Human dental pulp stem cells (hDPSCs) have shown relevant potential for cell therapy in the orthopedic and odontoiatric fields. The optimization of their osteogenic potential is currently a major challenge. Vascular endothelial growth factor A (VEGF A) has been recently reported to act as a major conductor of osteogenesis in vitro and in vivo. Here, we attempted to prime endogenous VEGF A expression without the need for viral vector mediated gene transfer technologies. We show that hDPSCs exposure to a mixture of hyaluronic, butyric, and retinoic acids (HA + BU + RA) induced the transcription of a gene program of osteogenesis and the acquirement of an osteogenic lineage. Such response was also elicited by cell exposure to melatonin, a pleiotropic agent that recently emerged as a remarkable osteogenic inducer. Interestingly, the commitment to the osteogenic fate was synergistically enhanced by the combinatorial exposure to a conditioned medium containing both melatonin and HA + BU + RA. These in vitro results suggest that in vivo osteogenesis might be improved and further studies are needed.
L’unico accenno ai tumori viene fatto soltanto nell’introduzione riportata nel primo capitolo:
Compounding the list of agents that may play a crucial role in this process, melatonin, an indolamine influencing circadian rhythms, sleep-wake cycle, tumor growth inhibition, and immune function, has been recently described as a regulator of stem cell differentiation, being an enhancer of osteogenesis from bone marrow stem cells, while inhibiting adipogenesis.
Lo studio analizza una miscela di coltivazione e differenziazione per cellule staminali. Anche se si accenna ai tumori, si tratta di un singolo studio in vitro che non tratta il tema delle terapie oncologiche. Lo stesso Di Bella lo ammette e annuncia una prossima ricerca specifica sulle staminali del cancro:
Di Bella ha precisato che si tratta di un “lavoro apripista”: “Si cerca di capire come si possono condizionare le staminali, come si può entrare nelle cellule e cambiarne il destino. Occorre poi individuare la quantità di agenti differenzianti utile di volta in volta a rigenerare un organo”.
Quindi, ci saranno altre ricerche?
“Sì. La prossima sarà specifica sulle staminali del cancro. L’obbiettivo – tanto ambizioso quanto necessario – è riuscire a bloccare le cellule che danno metastasi e le staminali tumorali responsabili delle recidive sia locali che a distanza”.
Tornando alla miscela di coltivazione, bisogna dire che l’acido retinoico si usa nella coltura di staminali da anni (per farvi un triste esempio lo usava anche Vannoni) e riportare il fatto che se si stimolano i fattori di crescita (come il VEGF o l’FGF-2) tale miscela potrebbe rappresentare un induttore di tumori, stimolando la crescita di vasi sanguigni con cui lo stesso tumore trae nutrimento. Tutto ciò è già noto nell’ambiente scientifico, così come il fatto che uno dei rischi delle staminali è l’induzione di tumori.
Insomma, ci troviamo di fronte ad uno studio in vitro (uno, non “studi”) sulla modulazione dell’osteogenesi da parte di acido retinoico e melatonina, che non tratta di terapie oncologiche e neanche lontanamente del Metodo Di Bella. L’unico accenno è soltanto verso la Fondazione Giuseppe di Bella che ha finanziato lo studio insieme ad altri enti:
The authors thank the financial support from Regione Autonoma della Sardegna, Fundamental Research Program, L.R. 7/2007 “Promotion of the Scientific Research and Technological Innovation in Sardinia” under Grant Agreement CRP-59886 AMBROSIA Project, Banco di Sardegna Foundation (Prot. U858.2014/AI.741.MGB Prat.2014.0178), and Fondazione Giuseppe di Bella (NPO), Bologna, Italy.
A spararla grossa è stato anche il sito Dionidream con il titolo dell’articolo pubblicato il 27 gennaio 2016: “La Rivincita di Di Bella – Studi confermano la validità dell’Acido Retinoico e Melatonina nella cura del cancro“.
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