Ci segnalano i nostri contatti la seguente foto, reperita su Facebook e relativa al recente crollo di una sezione del Viadotto sulla tratta Palermo-Lercara Friddi, la rampa di ingresso.
L’immagine macro, sia pur accennando ad un evento realmente accaduto, segue il meccanismo base delle bufale “per immagini”, legando ad un evento vero immagini ad esso inattinenti e traendone conclusioni quantomeno ardite, se non schierate verso una tesi preconcetta e precostituita.
Proprio perché, come abbiamo ultimamente chiarito, questa pagina tende all’equidistanza va rimesso ordine nelle affermazioni. L’immagine macro, innanzitutto, si presenta così:
Partendo dalla didascalia, per quanto sia evidente che il Gruppo CMC, che non è esattamente una “piccola impresa”, abbia la gestione e l’appalto di un ingente numero di costruzioni edili in tutto il paese, è inesatto dichiararla “la ditta che ha fatto il viadotto”.
Infatti la stampa nazionale rivela una collaborazione, una cordata che comprende il Gruppo CMC, ma anche altre ditte, che curiosamente la macro decide di omettere
A vincere è la cordata guidata dalla Cmc di Ravenna, insieme al consorzio Ccc (consorzio cooperative costruzioni). Il 19 ottobre 2009 viene firmato il contratto tra l’Anas e il contraente generale Bolognetta scpa (oggi composto da Cmc capofila, Ccc e il big delle costruzioni catanese Tecnis).
Ancor più peculiare appare la mistificante descrizione dell’avvenuto, laddove si parla di un Viadotto crollato. I commenti all’immagine su Facebook si presentano al riguardo decisamente infuocati: riporteremo, preliminarmente alla conferma, uno dei più diretti:
Assai grave che […] parli di “viadotto crollato” (il che non corrisponde al vero in merito al manufatto eretto dalla cmc) e metta addirittura una foto che non centra nulla con un’opera della cmc.
Infatti il cedimento riguarda, come riporta il citato Sole 24 Ore:
«Non c’è stato assolutamente alcun rischio per il traffico e la sicurezza delle persone» nella vicenda della rampa di accesso al viadotto siciliano (sulla tratta Palermo-Lercara Friddi, 1° stralcio, in corso di potenziamento) crollata nei giorni scorsi, di cui è emersa notizia il 4 gennaio. «Che ci fosse qualcosa che non andava l’abbiamo visto per primi noi, insieme ai tecnici Anas, e insieme abbiamo concordato la chiusura al traffico il 29 dicembre. Poi le piogge copiose dei giorni successivi hanno aggravato il cedimento, ma a quel punto la strada era chiusa».
Il cedimento ha quindi riguardato una rampa di accesso, non il viadotto ex se, chiarendo come
Sia l’Anas che il general contractor hanno infatti chiarito che a cedere non è stato il viadotto Scorciavacche 2, bensì il terreno di fondazione di una delle rampe d’accesso.
e che, comunque le responsabilità di rito sono in accertamento, e la cordata si è immediatamente, e sin dalla prima notizia, dichiarata pronta al risarcimento completo ed integrale in caso di effettivo accertamento di proprie mancanze in sede civilistica.
Il commento indicato, peraltro, ci invita ad una terza riflessione: le immagini fornite, a tutta evidenza, contrastano col fatto come narrato dalle principali agenzie di stampa. Il che ci porta a dover cercare dove sia l’errore: ricerca che compiremo secondo gli auspici della nostra guida sulle immagini prese da Google, e che ci porta ad affermare che le immagini contenute nella macro non corrispondono a quelle tratte dal luogo del cedimento.
Le immagini sono tratte da una notizia del luglio 2014, e ritraggono un ponte stradale ceduto tra Ravenusa e Licata, cosa non sfuggita a molti dei commentatori e coloro che ci hanno segnalato la notizia, pronti, con la segnalazione, ad indicarci ogni anomalia da loro riscontrata.
Tali anomalie bastano a rendere la macro poco attendibile rispetto alle notizie, più precise ed accurate, fornite dalla stampa nazionale e locale, ma nondimeno il mero amore di completezza ci invita a riprendere quanto fornito dai commentatori ed evidenziare la fallacia narrativa su cui si basa la macro, ovvero il difetto di correlazione.
Presentando lo smottamento della rampa di accesso come un autentico “crollo”, ed evidenziando il nodo della presenza del Gruppo CMC, si tende a delegittimare un’impresa del settore edilizia-trasporti del tutto diversa per luogo, struttura e tecniche adottate.
Siamo di fronte alla fallacia di correlazione, laddove, delegittimato un determinato soggetto, si insinua il sospetto che ogni singola azione, passata, presente e futura del soggetto, venga ipotecata da eventi passati, remoti nel tempo e nello spazio.
È un po’ come asserire, per adottare un esempio utile a chiarire il concetto della fallacia, che dopo aver tamponato una macchina una sola volta nella propria vita si diventi permanentemente inabili alla guida, in quanto ogni tentativo, da quel momento in poi, di guidare un’automobile, non potrà che concludersi con un sinistro stradale.
E tale fallacia è resa ancora più amara dal fatto che, come detto, l’accertamento delle effettive responsabilità delle parti coinvolte è, ad oggi, ancora in corso.
Ciò rende necessario fornire la massima informazione sugli effettivi risvolti di quanto emerso dall’autorità, e rende doveroso analizzare ogni singolo caso, caso per caso, con elementi certi, aderenti ed inoppugnabili.
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