Ci segnalano i nostri contatti un’immagine riguardante la recentissima vignetta Le Monde virale, che sta circolando nei nostri profili in queste ore in merito al crollo del Ponte Morandi a Genova avvenuto lo scorso 14 agosto. I vari post sui social evidenziano un certo senso di indignazione da parte del pubblico italiano, al punto da indurci ad analizzare in modo più approfondito la copertina che tanto sta facendo discutere. Proviamo dunque a capire di cosa si tratti.
Le Monde
Il cattivo gusto dei francesi di ironizzare sulle disgrazie altrui non lo perderanno mai!
La vignetta in prima pagina sul quotidiano transalpino la dice lunga del rispetto che hanno verso le tragedie altrui.Mi raccomando, al prossimo grave attentato terroristico tutti con la bandiera francese sulla foto del profilo.
Vi ricordo anche la schifosa vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto di Amatrice, gli spaghetti al sugo coi morti.
Je suis Charlie? No grazie.
Con oltre 2000 condivisioni abbiamo fatto l’unica cosa sensata che potessimo fare: abbiamo regolarmente acquistato una copia di Le Monde del 16 Agosto, trovando, effettivamente, una copia della vignetta incriminata (voi potrete vederla su Kiosko).
Effettivamente la vignetta Le Monde c’è, nulla di che dire, ma quello che è sfuggito alla pubblica indinniazione è che, sin da bambini, si insegna a non giudicare un libro o una rivista dalla sua copertina, cosa che è esattamente quello che molti “lettori”, ricolmi di furore nazionalista e speciale indinniazione hanno fatto.
Se non l’avessero fatto, se anche loro avessero come noi deciso di andare in edicola (l’edicola di una grande stazione basta: solitamente vi è presente una vasta raccolta di stampa estera), avrebbero trovato a pagina due un articolo di Margherita Nasi, molto ben composto e rispettoso della complessa situazione in corso (che raccomando di leggere in integrale) dal titolo A Gênes, le chagrin et les polémiques (A Genova il dispiacere e le polemiche) che si apre con una precisa citazione
Il poeta tedesco Heinrich Heine paragonò Genova allo scheletro di un animale arenato sulle rive del Mediterraneo. Da martedì 14 agosto la colonna vertebrale del colosso ligure non è altro che un mucchio di cenere.
Nulla nel resto dell’articolo, e assolutamente nulla dimostra la minima mancanza di rispetto nella vignetta, ma un’analisi lucida e precisa delle reazioni degli ultimi giorni.
La vignetta fa quindi riferimento ad una citazione secondaria, dove la giornalista Nasi cita il poeta Heinrich Heine in un atto d’amore per la Liguria.
Ironicamente, ad Heine dobbiamo una frase che ben si applica a chi vorrebbe in questo momento la censura e la distruzione di Le Monde:
Chi brucia i libri, presto o tardi arriverà a bruciare esseri umani.
Calmate dunque la vostra indignazione immotivata: non è corretta.
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