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Antonio Serri venne accusato, oltre che per furto aggravato e per maltrattamento di animali, anche per il reato di peculato. Ecco quanto riportato da Il Sardegna il 7 dicembre 2007 (in formato PDF anche su Bufale.net):
Peculato e danneggiamento. Con queste contestazioni di reato il giudice per l’udienza preliminare Giorgio Altieri ha rinviato a giudizio (il dibattimento inizierà il 13 giugno 2008) il ricercatore universitario Antonio Serri, balzato nelle pagine dei giornali lo scorso anno per il massacro della cagnolina Travanera. Secondo il pubblico ministero 1ossana Allieri, Serri avrebbe utilizzato il fað della acoltà di ingegneria per finalità private, ovvero per spedire ai Carabinieri una serie di denunce contro gli allora condomini del palazzo in cui abitava a su Planu (traiqualiil proprietario del cagnolino Travanera) eicolleghi dell’università (con i quali il ricercatore aveva parecchie frizioni). Colleghi che tra l’altro lo incolpano di aver danneggiato alcune automobili. Il ricercatore è inoltre accusato di aver sottratto energia elettrica per alimentare un camper che utilizzava all’interno del cortile della facoltà. Tutte contestazioni cheieriil difensore di Serri,l’avvocato1oberto Nati, ha rigettato chiedendo al gup il non luogoaprocedere. Anche perchè, oggi, le diatribe con gli eð condomini e con i colleghi sono acqua passata.
Rimangono invece in piedi gli strascichi dell’altra vicenda in cui Serri è rimasto coinvolto, per la quale l’ingegnere, accusato di maltrattamenti di animali e furto, era finito anche a Buoncammino. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Maria Chiara Manganiello, è conclusa e si attende solo la fissazione dell’udienza preliminare. Il caso Travanera fece molto scalpore, suscitando l’indignazione degli animalisti. Serri non negò di avere sbattuto contro il muro il cagnolino, ma si difese dicendo di essere stato aggredito dall’animale.
Nell’introduzione dell’articolo nella condivisione Facebook leggiamo:
Il 12 ottobre scorso aveva massacrato un cane davanti a tutti, per poi lasciarlo agonizzante in un cassonetto
La stessa introduzione la troviamo anche nella pagina Facebook di Casteddu Online, il quale però riporta un commento al post ben diverso:
POST FACEBOOK: Il 12 ottobre del 2006 aveva massacrato un cane davanti a tutti, per poi lasciarlo agonizzante in un cassonetto. Ora se ne riparla nei siti animalisti
INTRODUZIONE ARTICOLO: Il 12 ottobre scorso aveva massacrato un cane davanti a tutti, per poi lasciarlo agonizzante in un cassonetto
Visitando il sito di Casteddu Online e precisamente l’articolo in questione, notiamo che viene ampiamente dichiarato che si tratta di una storia avvenuta nel 2006. Probabilmente la condivisione dell’articolo conteneva un’altro testo precedentemente pubblicato e quello è rimasto. Abbiamo provato anche noi prima di scrivere il nostro articolo, il risultato è sempre “il 12 ottobre scorso”.
Si tratterebbe di un aggiornamento dell’articolo. Infatti, l’articolo di Casteddu Online era stato riportato da Sardanews.it con un testo molto simile (copia incollato dalla prima versione riportata da Casteddu Online):
Il 12 ottobre scorso aveva massacrato un cane davanti a tutti, per poi lasciarlo agonizzante in un cassonetto Autore: Roby Collu il 17/12/2015 16:44
Un cane ucciso crudelmente. Prima per una cattiveria di questo tipo si rischiava soltanto una pesante sanzione, ma con l’entrata in vigore della legge n. 189 del 20 luglio 2004, è stata introdotta in Italia la possibilità di condanna al carcere fino a tre anni per chi maltratta, tortura e uccide gli animali di affezione: in particolare i cani e i gatti. Un 40enne di Cagliari, A.S., forse non conosceva questa legge o magari non credeva venisse mai applicata, lo scorso 12 ottobre con un gesto di vendetta contro un suo vicino di casa, tra l’altro causato da futili motivi, si è scagliato contro la povera cagnetta del vicino, e con tanta crudeltà lo ha ucciso sbattendolo ripetutamente contro il muro. Poi l’ha caricata sul suo scooter e lo ha buttata in un cassonetto della spazzatura. Lo spiacevole episodio è accaduto alla periferia della città, all’ora di pranzo, davanti agli occhi dei vicini che poi hanno chiamato i carabinieri e denunciato il fatto. Successivamente, A.S., è stato poi denunciato e accusato per aver ucciso il cane. E per lui si sono aperte le porte del carcere. Con l’entrata in vigore della legge 189, per l’uccisione di un animale d’affezione è prevista la reclusione da 3 a 18 mesi. Tra l’altro, questa è stata la prima persona in Italia arrestata e detenuta in carcere per il reato di maltrattamento su animali.
A sinistra troverete l’attuale articolo di Casteddu Online, a destra quello di Sardanews:
Come vedete la struttura della storia narrata è la stessa, solo che vengono alterate molte parti ed aggiunte altre nell’articolo di Casteddu Online (quelle aggiunte riguardano appunto la citazione che il fatto sia avvenuto nel 2006).
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