DISINFORMAZIONE In carcere per aver ucciso un cane, prima volta in Italia – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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La storia di Antonio Serri ed il cane Travanera

La storia viene ben raccontata dall’Unione Sarda in un articolo del 25 ottobre 2006, articolo riportato dal sito dell’Università di Cagliari:

2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 19
Su Planu. Tre testimoni l’hanno visto uccidere l’animale del vicino con cui aveva litigato
Massacra un cane, ingegnere in cella
Carcere per Antonio Serri, 40 anni: «È un uomo pericoloso»
Antonio Serri, ricercatore nella facoltà di Ingegneria, è in carcere: è accusato di aver ucciso un cucciolone, due settimane fa in via Su Planu
Incastrato dai testimoni: è stato arrestato ieri Antonio Serri, 40 anni, di Cagliari, l’ingegnere accusato di aver massacrato un cane di dieci mesi, chiamato Travanera, per vendicarsi di un condomino con cui aveva litigato per questioni di vicinato. Tre testimoni Il fatto è accaduto giovedì 12 ottobre in via Su Planu. Una donna (che aveva poi chiamato i carabinieri) l’aveva visto dal terrazzino afferrare il cane per le zampe di dietro e sbatterlo più volte, con una violenza feroce, contro il muro: avrebbe anche gridato per cercare di fermare il massacro, ma inutilmente. Una seconda persona afferma di aver visto Antonio Serri caricare la bestia agonizzante su una sorta di monopattino elettrico su cui il professore (insegna, in quanto ricercatore in Elettrotecnica, nella facoltà di Ingegneria dell’università di Cagliari) è solito farsi vedere. Un terzo testimone, infine, l’aveva visto disfarsi della carcassa gettandola in un cassonetto dell’immondizia. «Pericoloso» È rifacendosi a questo quadro accusatorio, supportato da «incontrovertibili elementi di colpevolezza» ma anche a quella che il comando della compagnia cittadina dell’arma definisce l’«accertata pericolosità sociale» di Antonio Serri che ieri il pm titolare dell’inchiesta, il pm Maria Chiara Manganiello ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminare un’ordinanza di custodia cautelare. I militari della stazione di Pirri (che fin dall’inizio hanno avuto la responsabilità delle indagini su questa vicenda) hanno rintracciato l’ingegnere ieri all’ora di pranzo, gli hanno stretto le manette ai polsi e l’hanno accompagnato a Buoncammino.

Leggendo un successivo articolo pubblicato da La Nuova Sardegna, in  data 4 novembre 2006 ed intitolato “Uccise un cucciolo, ricoverato in psichiatria“, si evidenziano ulteriori particolari in merito alla motivazione dell’arresto:

CAGLIARI. Ha lasciato il carcere ed è ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Santissima Trinità il ricercatore universitario Antonio Serri, arrestato il 24 ottobre scorso dopo aver massacrato una cagnetta di dieci mesi sbattendola contro il muro di un palazzo, il 12 ottobre nel rione di Su Planu. Con un provvedimento improntato alla massima prudenza il gip Alessandro Castello ha sospeso la misura cautelare che aveva condotto Serri a Buoncammino e ha disposto che l’indagato venga sottoposto alle cure psichiatriche indispensabili a restituirgli la piena salute. D’accordo coi difensori Michele Schirò e Roberto Nati il ricercatore – che insegna elettronica nella facoltà di ingegneria cagliaritana – ha accettato il ricovero a Is Mirrionis, dove gli specialisti hanno avviato la terapia. La decisione del giudice avrà anche l’effetto di sospendere il procedimento di riesame della misura cautelare che era stato richiesto dai due avvocati. Nei prossimi giorni Serri dovrebbe riprendere la sua attività all’Ateneo, sempre che il magistrato lo autorizzi a farlo.
A chiedere l’arresto di Serri era stato il sostituto procuratore della Repubblica Maria Chiara Manganiello. Tre le accuse alla base dell’istanza presentata al gip Castello: furto aggravato del cane, maltrattamenti di animali e peculato, quest’ultima riferita ad alcuni fax che il ricercatore avrebbe trasmesso al condominio ‘nemico’ di Su Planu usando per scopi esterni all’ufficio l’apparecchio dell’università. Il 24 ottobre la richiesta era stata accolta perchè il quadro accusatorio ricavato dal rapporto dei carabinieri e dalle valutazioni del pubblico ministero appariva preoccupante: messi insieme i fatti, Serri richiava di creare pericoli a se stesso e ad altre persone. In particolare i proprietari degli appartamenti di Su Planu, le controparti di una querelle condominiale lunga di anni che il ricercatore aveva pensato di risolvere trucidando il piccolo Travanera, il cucciolo di bastardino adottato da una famiglia. Un atto crudele, compiuto sotto gli occhi di tre testimoni che poi riferiranno tutto ai carabinieri. Stando al rapporto dell’Arma, Serri aveva preso il cagnetto per le zampe posteriori per poi sbatterlo violentemente sulla parete del palazzo. Infine l’aveva buttato ancora agonizzante dentro un cassonetto dell’immondizia, dove il padrone l’ha trovato quando non c’era ormai più nulla da fare per salvarlo.
Interrogato dal giudice Castello, Antonio Serri si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma lo stesso giudice, prendendo atto di una situazione umana delicata, ha cercato una soluzione che garantisse la sicurezza dell’indagato e lo mettesse in condizione di risolvere i suoi problemi. Alla fine la scelta è caduta sulla psichiatria del Santissima Trinità, dove Serri resterà il tempo necessario. Il procedimento penale andrà avanti. Le accuse sono confermate anche se alla luce di questa decisione il livello di responsabilità dell’indagato potrebbe cambiare. (m.l)

Antonio Serri non finì in carcere per via della legge 189 del 2004, all’epoca non era stato affatto ancora condannato.
L’uomo era stato arrestato sulla base di tre accuse che lo ritenevano di fatto un pericolo per la società (furto aggravato, maltrattamento di animali e peculato). Venne poco tempo dopo rilasciato e ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’ospedale Santissima Trinità.
Sappiamo che l’Enpa era intervenuta sul caso:

L’Enpa – è scritto ancora nella nota – continuerà a dare ogni sostegno possibile alle forze dell’ordine perché possano essere perseguite le persone che arrecano sofferenza agli animali. I questo caso è particolarmente significativo il fatto che i carabinieri abbiano ritenuto ‘socialmente pericoloso’ il soggetto arrestato, riuscendo a dare prova di aver capito – si conclude nella nota dell’Ente nazionale – quello che da tempo la Protezione animali cerca di dimostrare: chi colpisce animali indifesi è una minaccia anche per gli uomini».

Al momento non troviamo riferimenti su quanto sia avvenuto in seguito, come ad esempio se Antonio Serri è stato o meno condannato e se è stato in carcere in seguito ad un eventuale condanna. Al momento si sa che venne rinviato a giudizio per peculato e che doveva essere ancora fissata l’udienza per il reato di furto e maltrattamento (ne parliamo nella pagina successiva del nostro articolo).
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