Precisiamo subito che la foto è reale, si tratta della fotografia scattata ad un uomo australiano Tyler Atkinson di Ballarat, Victoria, che mostra il suo macabro trofeo.
Bisogna tuttavia fare delle precisazioni:
Il fatto è avvenuto, presumibilmente 2013, in Australia e quello che si vede nella foto è un gatto selvatico (da non confondere con il randagio).
E’ importante sottolineare che, per quanto non condivisibile, il Governo australiano ha autorizzato la soppressione dei gatti selvatici, tenuto che la loro popolazione è aumentata a dismisura, minando il delicato ecosistema del continente.
Con una nota, il Governo Federale ha autorizzato l’uccisione di 2 milioni di felini che, stanno mettendo a serio rischio la fauna autoctona; 120 specie tipiche dell’Australia, sono infatti vicino all’ estinzione a causa dell’aumento dei gatti selvatici, eccezionali predatori.
Le autorità australiane hanno anche messo a disposizione dei cittadini una app, che consenta la veloce individuazione dei gatti selvatici, la caccia al felino è aperta soprattutto tramite esche avvelenate, ma non mancano vere e proprie battute di caccia.
Intervistato dai media locali, il Commissario per le specie minacciate, ha dichiarato:
“E’ molto importante sottolineare che non odiamo i gatti, però non possiamo più tollerare il danno che stanno facendo alla nostra fauna selvatica. Oltre 120 specie sono a rischio estinzione e la scienza ha dimostrato, con evidenza cristallina, che la più grande minaccia sono proprio i gatti”.
Il Ministro dell’ambiente Greg Hunt, ha aggiunto:
“E’ un provvedimento necessario”, entro il 2020 voglio vedere 2 milioni di gatti selvatici abbattuti e le misure di controllo applicate su 10 milioni di ettari”.
Il Governo sta inoltre attuando una politica di controllo della popolazione dei gatti, che prevede la sterilizzazione e l’uso del microchip.
La situazione sembra essere talmente grave che, anche i padroni dei gatti domestici, vengono messi in guardia, intervista da ABC Radio, l’ecologista Damien Licari ha dichiarato:
“Bisogna prendere provvedimenti perché non sia loro permesso ai gatti di uscire, non c’è dubbio che cani e gatti domestici abbiano un impatto devastante sui piccoli mammiferi e sugli uccelli delle aree urbane”.
Va detto tuttavia che, la fotografia in questione è stata pubblicata su un sito di appassionati di caccia con l’arco nel 2013, un anno dopo i fatti e questo è il testo che accompagnava il post:
“Ho beccato il mio primo gatto selvatico questa mattina, ero dietro di lui, a circa 3 metri…“ per poi proseguire nel descrivere la scena di caccia.
La notizia ha provocato dure reazione tra gli animalisti, che hanno aperto una petizione per fermare questo tipo di pratica ed incriminare l’uomo per violenza sugli animali, anche attraverso il coinvolgimento della polizia di Victoria dove si sarebbe svolto il fatto.
https://www.causes.com/posts/
Gli appelli online, tuttavia, ad oggi, sono stati rimossi, così come è stata rimossa la pagina Facebook in cui l’uomo mostrava la sua passione per la caccia con l’arco, Tyler è stato costretto a chiuderla a causa continue minacce provenienti da tutto il mondo.
https://www.facebook.com/
Tornano alla foto che circola sui social italiani, essa viene accompagnata da un appello del tutto falso. Il testo dell’appello è il seguente:
IO NON SO IL TUO NOME, MA SO CHE ABITI NELLO STIVALE,GIURO SUI MIEI CANI,CHE SE TI INCROCIO TI SPUTTANO D’AVANTI A TUTTI,TANTO UNA FACCIA COSÌ BRUTTA TE LA RICORDI PER TUTTA LA VITA!!SAPPI CHE USARE UN ARCO PER UCCIDERE UN GATTO, A PRESCINDERE CHE NON SI FA,GLI PROVOCA UN DOLORE ATROCE CHE DURA FINCHÉ NON MUORE,PUBBLICO LA TUA FOTO GRAZIE A TE CHE L’HAI POSTATA PER FARE VEDERE I TUOI TROFEI….PECCATO SOLO CHE NON SEI CHI DICI DI ESSERE E QUINDI SEI PURE UNA CODARDA….PERCHÉ HAI PAURA????? COSA TEMI???!
Sarebbe interessante capire come mai circolano appelli del genere, chi li crea, spesso, prende una foto a caso, con protagonisti dei poveri animali, poi scrive un testo indignato e sensazionalistico. A che scopo, se non quello di creare like e condivisioni? Una notizia utile, avrebbe potuto informare, farci capire e magari farci anche intervenire, ripristinando gli appelli online, invece… tutto si trasforma in un gioco che non serve a nulla. Peccato, abbiamo perso un’altra occasione…
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