Ci segnalano i nostri contatti un articolo targato Corriere della Sera, dal seguente contenuto
Sarà che è solo per sei mesi. Sarà che c’è di mezzo l’estate e poi i turni prevedono anche sabati e domeniche di lavoro. Sarà che i più bravi e fortunati nel frattempo trovano qualcosa di meno precario e magari di più vicino alle proprie ambizioni. Fatto sta che per gli uomini di Expo reclutare le seicento persone da mettere al lavoro durante il periodo dell’esposizione non è stata una passeggiata, in particolare se si guarda alla fascia sotto i 29 anni, giovani ai quali veniva proposto un contratto di apprendistato: parliamo di 1.300-1.500 euro al mese suppergiù, comprensivo di festivi e notturni come da contratto nazionale. Dunque, il 46 per cento dei primi selezionati (645 profili su 27 mila domande arrivate alla società Manpower, cui era stato affidato il compito della raccolta dei curricula e della prima selezione) è sparito al momento alla firma. Sparito anche nel senso letterale del termine: qualcuno non ha neppure mandato una mail per dire «Grazie, ci ho ripensato». E quindi via così: con il secondo gruppo di selezionati e poi con il terzo.
Tanto è bastato, tra pagina Facebook e commenti direttamente sui mezzi social della testata, a stimolare la rabbia e l’eristica dei commentatori, accusando i giovani “rinunciatari” di essere bamboccioni, parassiti che vivono a spese dei genitori, e altri commenti che, decisamente, travalicano il limite della legittima critica per assumere un linguaggio eristico, livoroso ed ingiurioso.
Ma sarà davvero così? Nonostante il recentismo della notizia, altri portali cominciano già ad esibire le prime, brevi ma pregnanti rettifiche.
Nextquotidiano, da sempre sul pezzo, riporta infatti l’appello di uno dei bamboccioni parassiti che no, proprio rifiuta di sottostare alla lapidazione mediatica del “popolo della Rete”, mai a corto di insolenze ma decisamente a corto di conoscenze giuslavoristiche e commerciali, senza dire la sua:
Ecco il mio punto di vista: Ho mandato il cv a Manpower per far parte dello staff di Expo a Ottobre, ho fatto tutti i test attitudinali a dicembre, ho fatto il colloquio di gruppo e il colloquio individuale a Gennaio, mi hanno dato un riscontro il 10 aprile, chiamandomi al telefono e dicendomi “Congratulazioni è stata presa, domani le mandiamo la graduatoria ufficiale”. La graduatoria ufficiale non è mai stata mandata. Ho mandato mail, ho chiamato e mi è sempre stato risposto che non ne sapevano nulla. Il 16 Aprile mi chiama un incaricato di Manpower per dirmi che la formazione sarebbe cominciata il 21 Aprile e che mi avrebbero mandato (‘naltravolta) la graduatoria. Nulla. Mi ritelefona il 17 Aprile dicendomi che ci saremmo risentiti per la conferma ufficiale nei giorni successivi.
Il 20 Aprile mi mandano una mail con su scritto che avrei dovuto cominciare la formazione il 22 Aprile a Milano. Non una graduatoria ufficiale, nessuna menzione al contratto di lavoro o di stage. Il 21 Aprile mi mandano una mail dicendomi che per essere confermata dovevo superare un questionario. (Scusa ma non ero già stata preso e non incomincio il giorno dopo la formazione?). Ho fatto ripetute domande circa la formazione senza nessuna risposta (La formazione verrà pagata? Dopo la formazione si firmerà un contratto di lavoro?). Tutto questo senza contare che per una posizione di Communication and Social Network il compenso è 500 euro al mese per 6 mesi, dopodichè sei sicuramente a casa,di cui ne avrei dovuti spendere 350 per un abbonamento ai mezzi per arrivare là in quanto Expo non ha nessuna convenzione con i mezzi di trasporto.
Quindi ricapitolando ho rifiutato un lavoro perchè con 150 euro al mese non mangio, perchè non mi sembra serio questo processo di selezione (e in generale la gestione dell’Expo in toto) e perchè ho la fortuna di avere un lavoretto e non posso mollarlo dall’oggi al domani (dato che la conferma semiufficiale scritta mi è arrivata il 20 Aprile e avrei dovuto cominciare il 22 Aprile SENZA un cavolo di contratto). Fine.
Il portale, per gli interessati, indica il link al commento social dell’utente interessato, al quale potrete leggere anche le risposte di rito.
Un’altra dei presunti bamboccioni ha invece preferito rivolgersi alla testata online Giornalettismo per rendere la sua testimonianza sulla vicenda che scopriamo esattamente identica nei contenuti a quella elargita dal suo collega a Nextquotidiano, ulteriormente attestandone la veridicità:
Quando ho letto l’articolo mi sono sentita chiamata in causa in quanto sono stata classificata come una dei “giovani pelandroni” che ha rinunciato all’Expo per via dei turni lavorativi. Su 800 giovani rinunciatari probabilmente qualcuno ha preso questa decisione a causa degli orari di lavoro ma penso che molti altri abbiano la mia stessa situazione; ovvero tanta voglia di partecipare a questo grande evento ma grosse difficoltà economiche e organizzative che non permettono di prendere parte a questo progetto.
Io ho una laurea triennale e un master in “Management dei beni culturali e le industrie culturali e creative” quindi quando ho visto l’opportunità Expo non volevo lasciarmela sfuggire in quanto è uno dei più grandi eventi culturali del mondo. Non avevo grosse aspettative economiche ma speravo che questo lavoro potesse darmi le competenze necessarie per un futuro.
Ho mandato la candidatura lo scorso autunno, passato tutti i test attitudinali e finalmente a Gennaio sono stata chiamata per il colloquio, e fin qui tutto bene.
Dopodichè nessuno si è più fatto sentire fino al 10 Aprile, quando ho ricevuto una chiamata da parte di un numero anonimo che mi ha riferito di essere stata confermata per la posizione Expo e che mi avrebbero mandato la graduatoria ufficiale il giorno successivo. I giorni successivi ho chiamato diverse volte l’ufficio Manpower di Milano (non avevo un numero diretto) ma mi è stato risposto di aspettare e di mandare una mail a un indirizzo email specifico. Ho inviato molte email ma non mi è mai stata data risposta. Ho perso quindi le speranze ma il 16 vengo ricontattata dall’ufficio Manpower che mi dice che la formazione inizierà il 21 Aprile e quindi di tenermi pronta.
Ho chiesto il luogo della formazione, gli orari e se fosse possibile avere una conferma scritta ma mi è stato negato tutto dicendo che mi sarebbe stata mandata una mail da lì a qualche giorno. Il 17 Aprile la stessa solfa, mi chiama ufficio Manpower sempre con numero privato e mi dice che la formazione sarebbe cominciata il 22 Aprile e non più il 21 in quanto c’erano stati problemi riguardante un aspetto del contratto. Il 20 Aprile alle 20:30 di sera ricevo finalmente la mail scritta di Manpower dove mi si invitava a partecipare alla formazione il 22 Aprile e di seguito c’erano i dettagli su luogo e ora. Sono rimasta sconcertata in quanto mi aspettavo una graduatoria e mi aspettavo anche dei dettagli aggiuntivi circa il contratto di lavoro. La formazione sarebbe stata pagata? Avrei firmato il contratto? Io attualmente sto lavorando (per sopravvivere) e non me la sono sentita di mollare di punto in bianco senza preavviso il mio lavoro per andare incontro a una giornata di formazione senza una prova scritta del compenso che avrei percepito. Non dico firmare il contratto prima, ma almeno un riepilogo di ciò che ci si era detti a voce 4 mesi prima giusto per avere una “sicurezza”. Non avrei voluto finire nella situazione in cui lasciavo il posto di lavoro attuale per iniziare un corso di formazione che dopo 6 giorni mi avrebbe lasciato a casa senza stipendio.
Inoltre il 21 Aprile sera mi è arrivata una mail con la richiesta di una compilazione di un questionario “al fine di completare la mia candidatura” in cui avrei dovuto rispondere almeno al 70% delle domande in maniera esatta. Le domande non erano di cultura generale né specifiche del lavoro che avrei dovuto svolgere, ma su Expo, dalla gestione dei padiglioni alla sicurezza che si avrà. Ovvero cose che non posso sapere. E poi scusa, ma non ero già stata presa?
Sono stata molto tentata di accettare anche se il salario era 500 euro con contratto di stage (40 ore settimanali), ovvero finiti questi 6 mesi non si ha neanche la possibilità di chiedere la disoccupazione, e ovviamente 6 mesi senza versare contributi. 500 euro di cui 350 euro li avrei spesi per un mensile del treno Torino-Milano più i vari pullman da prendere per arrivare alla stazione dato che abito a Torino e gli affitti a Milano sono talmente alti che è meglio dormire 3 ore per notte e fare il pendolare. Sono stata tentata perché la posizione per cui mi sono candidata è davvero il sogno nel cassetto ma a un certo punto devo decidere se mangiare oppure no. Ciò che ha fatto cadere l’ago della bilancia però è stata la poca serietà da parte di Manpower: avrei accettato anche prendendo uno stipendio da fame e facendo turni massacranti ma se le selezioni sono state così poco serie, cosa mi posso aspettare dall’esperienza in sé?
La gente ci chiama pelandroni, choosy o bamboccioni. Io non mi ritengo nulla di tutto questo, anzi, forse il mio essere poco bambocciona ha fatto sì che perdessi questa possibilità. Io vivo da sola con il mio ragazzo e quindi ho dei doveri economici nei confronti suoi e della casa. Probabilmente fossi stata ancora a casa con mamma avrei potuto prendere 500 euro al mese senza problemi perché non avrei avuto la spesa o le bollette con cui fare i conti. Eppure in questo momento bisogna scegliere: o si sta a casa con mamma (bamboccione) in modo da poter cogliere queste occasioni, oppure si esce dal nido e si rinuncia a queste opportunità, sicuramente interessanti, ma poco proficue sul lato economico (pelandroni).
Come vedete, la situazione emarginata dai “presunti bamboccioni” diviene diversa: siamo sì di fronte ad un potenziale guadagno di 1300-1500 euro mensili (che scopriamo, nel leggere i commenti e le dichiarazioni rilasciate, essere di fatto molto ridimensionati), ma il candidato interpellato dichiara di aver scoperto solo in seguito che tale contratto andrà obbligatoriamente preceduto da un corso di formazione ricco di incertezze e, anche se in seguito ad un corso di cui non è chiara la posizione relativa a pagamenti e certezza del posto, l’eventuale candidato “fuorisede” si ritroverebbe a falcidiare i costi di alloggio e trasporto.
Non riteniamo pertanto possibile biasimare il fuorisede che, a seguito di queste criticità, abbia deciso di rinunciare, né ammissibile la posizione dei commentatori suemarginati che, prima ancora di sentire l’avversa campana hanno deciso di elevare la loro “sentenza di condanna” alla gogna mediatica del bamboccione.
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