Categorie: Disinformazione

DISINFORMAZIONE Figli “troppo cristiani”, i servizi sociali li tolgono ai genitori – Bufale.net

Tra le segnalazioni pervenute oggi mi son trovato di fronte a quella del post Facebook di Mario Adinolfi pubblicato in data 2 marzo 2016:

Marius e Ruth sono cristiani, sono sposati, hanno 5 figli tra cui un neonato di pochi mesi. Sono norvegesi. Il 16 novembre su segnalazione della preside della scuola in cui andavano i figli più grandi i servizi sociali sono andati a prelevare i bambini, arrestando prima Ruth e poi Marius. Nell’esposto della preside si indicava l’accusa nei confronti dei genitori: “Troppo cristiani”. La stessa preside scrive che non si riscontravano comunque segni di violenza o maltrattamenti nei confronti dei bambini. A Marius e Ruth nulla viene contestato dopo gli interrogatori, vengono rilasciati. Ma i bambini vengono sparsi in varie casa famiglia, solo il 18 febbraio viene consentito ai due genitori di vedere i loro figli insieme, prima di dichiarare tutti e cinque i bambini “adottabili”. Questo è l’esito, ieri in tv l’ho detto: l’obiettivo è l’assalto a Cristo, alla Chiesa, ai cristiani.

Adinolfi potrebbe essersi affidato ai titoli della stampa italiana, che a sua volta si sarebbe affidata a quella estera sulla questione (la denuncia di persecuzione religiosa proviene per lo più da siti religiosi come Christianpost e Christiantoday).

Ecco i titoli degli articoli pubblicati in Italia:

Perseguitati perché cristiani?

Assolutamente no! Le accuse rivolte ai genitori sono altre, non riguarda affatto il loro credo religioso. Il 2 dicembre 2015 la pagina Facebook dedicata al loro caso pubblica una lettera del fratello di Marius in cui vengono spiegati i moventi:

What we know so far, and is now also supported by documentation, is that the entire investigation started from an alert provided to the Barnevernet by the school principal, where the girls Eliana and Naomi attend. The principal called Barnervernet, expressing ‘concerns’: the girls told her they are being disciplined at home, also the girls are ‘challenging’ in the sense that they talk a lot and do not want to obey the school rules, but are creative and intelligent. In her message she also said that the parents are faithful Christians, ‘very Christian’ and the grandmother has a strong faith that God punishes sin, which, in her opinion, creates a disability in children. According to the principal’s statement, the girls’ aunts and uncles also share this belief. The complaint further says that although the girls are distinguished by good results at school and that she does not believe them to be physically abused at home, she believes that the parents need ‘help’ and guidance from the Barnevernet into raising their children.

Following this referral, the Barnevernet workers went to the school and interrogated the girls regarding their home life. Among the things expressed, the girls mentioned that sometimes they hide some things they do from their parents, in fear of being punished by their parents by pulling of their ear, a slap across their behind or upside the head, but that they are not afraid of their parents or of going home. One of the girls gave an example of a time when Marius came home, held the baby in his arms and the baby reached for his glasses. According to the girl’s statement, Marius then took the baby and shook him “as a rag.” Marius then told me the way things took place: he came back from work, leaned over the baby and the baby reached for his glasses. Marius was glad, as this was the first time the baby (3 months old) reached to grab something with his hands, so he gladly took him in his arms and bounced him, but not shook him “as a rag.” The baby then also grabbed his hair, just as babies do when first learning to grab things with their hands.

La scuola, in seguito ai racconti delle due figlie di Marius e Ruth Bodnariu, non ha fatto altro che segnalare il dovuto alle autorità competenti. Si parla, quindi, di probabili abusi sui minori (uno di loro sarebbe stato “preso come uno straccio”) e non del semplice fatto che siano religiosi e cristiani.

Dal sito Norway.org troviamo una nota del “Pentecostal Movement of Norway” nella quale si nega che vi sia in atto una sorta di persecuzione religiosa nei confronti della famiglia:

Press release: Pentecostals are not being persecuted by Norwegian
authorities
In connection with the demonstrations and protests against Norwegian authorities held in several countries, the Leader Council of the Pentecostal Movement of Norway want to express the following:
We can not and will not make any statements, nor take a stand, in regards to the current case in Naustdal, Norway. However, in regards to the general situation in Norway we want to say that in our experience the Norwegian authorities, including child welfare services, are treating different religious groups in a fair and good manner. We have no reason to suspect that we are being treated differently than others in our country, due to our faith.
Regarding the matter of physical violence as a way of punishment towards children, we will repeat what the Leader Council has earlier stated:
The church is to convey Gods unconditional love towards children, and we find no reasonable theological arguments for using physical violence as punishment when children do something wrong. On the contrary – in a time when it was common to set children aside, Jesus himself invited the children to come close and sit on his lap. This narrative, and other passages, shows how great respect and love God has for each and every child.
Regards,
Leader Sigmund T. Kristoffersen
Spokesman Andreas Hegertun

Marius e Ruth hanno ammesso di aver alzato le mani sui figli per educarli

I genitori si erano rivolti anche ai media rumeni, essendo di origine rumena, e dal sito Hotnews.ro si apprende che hanno imposto la loro disciplina sui bambini “alzando le mani” contro di loro (ad esempio schiaffi e sculacciate). Il padre ha ammesso che in certi casi l’uso della violenza era necessaria, così come la madre riportando appunto la questione legale relativa alle leggi norvegesi:

Marius Bodnariu: “Intr-o oarecare masura, mai ales ca sotia a crescut aici, cunoastem ca nu sint acceptate astfel de masuri de corectie in educarea copiilor in Norvegia”

Ruth Bodnariu: “In Romania nu e considerata violenta. In Norvegia din pacate asta e caz penal”.

Nel Paese nordico le leggi in difesa dei bambini sono molto severe e di fatto vietano vietano le punizioni corporali anche  fini didattici. Questa forma di protezione, che qualcuno potrebbe giudicare estrema, non è ben capita dagli stranieri nel Paese nordico. Dal sito Bufdir.no è possibile consultare alcuni dati relativi anche al tema dei genitori provenienti dall’estero. Il sito rumeno Evz.ro ha riportato che nel 2014 sono circa 1665 i bambini prelevati involontariamente dalle loro famiglie (contro la volontà dei genitori, si intende).

Conclusioni

Si parla quindi di abusi, che siano o meno dovuto ad un educazione “cristiana” non importa alla legislazione norvegese. Il tribunale non si è ancora espresso in merito alla faccenda e le indagini continuano, non ci resta che aspettare e vedere se i figli potranno tornare o meno dai loro genitori.

Ci fu un precedente simile in Svezia, ma senza che venisse citata la religione, dove un italiano diede uno schiaffo per strada al proprio figlio. Quel gesto gli costò caro, siccome le leggi svedesi a riguardo sono molto severe.

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