Forse ci siamo crogiolati eccessivamente nella certezza scientifica, studiare troppo rende ciechi di fronte alle grandi verità che stanno sotto il nostro naso. Secondo Gabriele Zuppa «La teoria dell’evoluzione di Darwin è un coacervo di contraddizioni che la invalidano». Così riporta la pagina Facebook Filosofia e Storia della Filosofia nel pubblicizzare il nuovo libro di Zuppa, “Gli strani casi del Dr. Darwin e di Mr. Marx”, edito dal Circolo Proudhon. Forse è meglio se vi sedete un attimo, respirate, quanto seguirà potrebbe sconvolgervi.
«Il comunismo di Marx poggia su basi teoriche che sono in realtà un’apologia del capitalismo. Incredibilmente, i presupposti teorici di queste due grandi dottrine le accomunano. Ma – quel che ancor più deve sconcertare – questi stessi contraddittori presupposti hanno plasmato il Novecento e continuano a determinare le nostre vite. Il nostro presente è un enorme errore».
Siccome siamo un sito di debunking e non la Pravda glisseremo totalmente i secolari dissapori tra estimatori di Proudhon e Marx, che risale almeno da quando quest’ultimo sottopose a impietosa verifica “Filosofia della miseria”, del primo, mettendone in evidenza le fallacie filosofiche, storiche e logiche. Questioni molto interessanti, che potrete approfondire in altra sede, come la congettura in base al quale oggi il pensiero marxista verrebbe oscurato dall’evoluzionismo. Il problema che possiamo mettere in evidenza qui è che si fanno paragoni tra una tesi filosofica ed una teoria scientifica. Per la verità ormai si è sempre più concordi a definire l’evoluzione delle spiecie una legge, esattamente come quella della gravitazione universale, non perché la si possa evincere da Hegel o Kant, ma in quanto quotidianamente verificabile a livello empirico.
Ma non facciamo gli ottusi. Supponiamo che effettivamente le tesi di Darwin siano un insieme confuso di tesi contraddittorie. Poniamolo per vero e tentiamo di elencare le principali obiezioni che notoriamente i negazionisti dell’evoluzionismo avanzano, verificando se per caso sono dimostrate o se esistono evidenze contrarie.
In internet, come nei libri, si scorda spesso di citare l’esperimento di Miller. Negli anni ’50 Stanley Miller e Arold Urey simularono in laboratorio le condizioni atmosferiche della terra 300milioni di anni fa. Si ritiene che abbondassero nel cosiddetto “brodo primordiale” elementi quali vapore acqueo, idrogeno, ammoniaca e metano. Realizzata una miscela in laboratorio con tali elementi, venne poi bombardata con scintille elettriche simulando l’azione dei fulmini. Dopo diversi giorni comparvero amminoacidi, purine e primidine, ovvero le molecole organiche di base che occorrono per fare una cellula. Ottenuta risposta positiva alla domanda “è esistito un brodo primordiale” da cui tutti abbiamo avuto origine, sorge spontanea quella successiva: “Se tutto questo si genera in laboratorio in pochi giorni, cosa succederebbe nell’arco di 300milioni di anni?”.
Sì, va bene, ma che prove abbiamo dei vari passaggi dal brodo primordiale fino allo stato attuale degli esseri viventi, compresi gli umani?
Sarebbe forse troppo banale far notare che nonostante i propellenti le zanzare ci sono ogni anno e che ogni anno occorre un nuovo vaccino influenzale, non per via delle leggi del business e del consumo, ma perché persino virus e batteri si sono lasciati incantare dalle astruse tesi di Darwin, evolvendo e divenendo sempre più forti, lasciandosi abbindolare dagli effetti della selezione naturale, che premia gli individui più resistenti. Le cose in laboratorio vanno anche peggio: Date un numero di condizioni note, si può verificare come un ceppo di batteri evolva sotto gli occhi di inconsapevoli marxisti-darwinisti in camice bianco. Qualcuno potrebbe ripetere alcuni degli esperimenti che abbondano nella letteratura scientifica e tentare di falsificarli, sarebbe molto più convincente di mille bubbole pseudo-filosofiche. Oppure si potrebbe tentare di trovare anche solo un fossile “fuori posto”, che contraddice il modo in cui oggi noi datiamo i fossili, sulla base della loro posizione negli strati della crosta terrestre. Scoprire il fossile di un coniglio negli strati dove ci si aspetterebbe di trovare dei Dinosauri, per esempio, metterebbe KO due secoli di studi.
Continuiamo pure a giocare: Supponiamo che i dati empirici siano paragonabili alle opinioni. Consideriamo pure quello degli scienziati un mero “punto di vista” – che pure è condiviso quotidianamente da milioni di esperti nelle branche più disparate – Sentiamo allora il punto di vista di un filosofo specializzato proprio nelle implicazioni etiche ed epistemologiche della biologia. Abbiamo chiesto un parere riguardo le tesi di Zuppa al Filosofo della Scienza Riccardo Dal Ferro, meglio noto su YouTube come Rick DuFer – dove svolge un importante attività di divulgazione volta anche a promuovere il dialogo tra filosofia e scienza.
«”La teoria dell’evoluzione di Darwin è un coacervo di contraddizioni che la invalidano”. Così si legge nel saggio (di scarsa saggezza, oserei dire) di Gabriele Zuppa “Lo strano caso del Dr. Darwin e di Mr. Marx”. Ma questa è solo l’ennesima boutade di chi si fregia del titolo di filosofo senza aver mai aperto una volta un libro di epistemologia che tratti in maniera competente di evoluzionismo.
In prima istanza, dire che “la teoria dell’evoluzione” non è valida è come affermare l’invalidità della metafisica, del metodo scientifico, del Romanticismo. Semplicemente, è un’affermazione che non ha senso perché riduce la complessità di una conversazione umana che attraversa più di 200 anni di storia, di idee, di teorie e di voci, in una definizione totalmente fuorviante. La “teoria dell’evoluzione” non è un monolite criticabile in questo modo in quanto si tratta di una pluralità irriducibile di voci contrastanti, presupposti contrari, voci dissidenti, idee divergenti, fino al punto (proprio come ad esempio la meccanica quantistica) da rendere necessaria la stesura di una Sintesi Moderna che, immagino, il signor Zuppa non saprebbe nemmeno da che parte iniziare a leggere.
In secondo luogo, da quando le contraddizioni insite in una teoria la invalidano? Al massimo, le contraddizioni ci permettono di falsificare e perciò di criticare e far progredire una visione che non è unitaria, non è unificata, non è unica! E dire che una contraddizione (o un “coacervo”, come scrive beffardamente Zuppa) invalida una teoria, significa confondere la teoria con l’ipotesi! E questo, mi permetto di dire, dimostra non l’invalidità dell’evoluzionismo, ma la totale incomprensione, derivata indubbiamente dallo scarso studio, che il signor Zuppa possiede nei confronti di quella cosa bellissima e importante chiamata “scienza”. Non mi soffermerò invece sul ridicolo accostamento tra teoria di Darwin e marxismo perché una simile sparata non merita il mio tempo.
Concludo con un invito a chi di scienza si occupa per davvero: i filosofi non sono rappresentati dal signor Zuppa e dai suoi scritti. I filosofi sono principalmente persone in ascolto del mondo, che attendono solo il momento giusto per portare il proprio contributo al mondo della scienza, senza voler prevaricare le prerogative del dato, dello scienziato, della scoperta. Non abbiate paura, amici scienziati, non siamo tutti così.
Evviva l’evoluzione!».
In conclusione, il punto è proprio questo: Le contraddizioni del divulgatore – qualora ci siano – e le implicazioni politiche, religiose o sociali delle sue tesi, non invalidano in nessun modo le evidenze empiriche, le quali possono essere messe in discussione da altre evidenze, di pari rilevanza statistica. Darwin non era un filosofo, è possibile discutere sulle implicazioni filosofiche dei suoi studi, ma non al prezzo di distorcere la realtà. Non è per questo che decine di secoli fa un certo Talete si mise in testa di trovare un metodo razionale di vedere il mondo.
Riccardo Dal Ferro, che per chi non lo avesse ancora capito, ha letto il libro di Zuppa ed ha le competenze per capirne i contenuti – soprattutto la carenza di dati a sostegno – invita Zuppa a confrontarsi con lui in una Live nel suo canale YouTube.
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