DISINFORMAZIONE E ACCHIAPPACLICK Sindaco offre lavoro ai profughi, loro rifiutano: “Non siamo qui per lavorare, ma per farci mantenere”

Secondo un articolo pubblicato dalla finta testata TG Quotidiano, un gruppo di profughi avrebbe rifiutato un lavoro offerto dal sindaco spiegando di essere lì per farsi mantenere anziché lavorare.

A causa di un atteggiamento poco collaborativo ventiquattro richiedenti asilo tra i 20 e i 25 anni ospiti in un ostello di Zone nel Bresciano hanno rischiato di essere allontanati. Il motivo di questa drastica decisione va ricercato in un secco rifiuto da parte loro nei confronti di un’istanza di aiuto dell’amministrazione comunale. Ai profughi era stato infatti chiesto di dare una mano nella pulizia di alcuni sentieri che conducono alle rinomate e turistiche Piramidi di Terra. «Ci sentiamo sfruttati, non vogliamo», è stata la replica tanto inaspettata.

Di conseguenza il sindaco Marco Zatti, molto deluso e arrabbiato ha scritto una lettera al Prefetto di Brescia chiedendo di spostare il gruppo di migranti da un’altra parte. Non era infatti la prima volta che gli stranieri si rifiutavano di partecipare a piccoli lavori di manutenzione a servizio della comunità. Venuto a conoscenza della situazione, il rappresentante dello Stato Annunziato Vardè ha effettivamente spostato due giovani del gruppo in un’altra zona, ricordando però come la nostra legge non obblighi nessuna persona a lavorare. Eppure, nel pomeriggio di venerdì la situazione a Zone ha rischiato di precipitare. Gli altri ventidue richiedenti asilo, in prevalenza africani e ospiti nell’ex albergo “La Lucciola” hanno iniziato a protestare opponendo resistenza, tanto che sono dovute intervenire le forze dell’ordine per riportare la situazione alla calma. Soltanto in serata gli animi sono poi tornati pacifici al punto che persino la proprietaria della struttura è potuta rientrare in casa.

Zatti, primo cittadino di Zone eletto con una civica nel 2009 e ora al suo secondo mandato, è una persona molto equilibrata e che nonostante la forte protesta della Lega Nord si è sempre impegnato per ospitare i migranti in paese. A Zone, piccolo paese di montagna affacciato sul Lago d’Iseo i primi profughi arrivarono nel 2014 e all’epoca lo stesso Zatti per tranquillizzare la situazione scrisse una lettera ai suoi concittadini invitandoli all’accoglienza. Intanto, il recente provvedimento prefettizio è stato notificato ma le autorità non intendono procedere a uno sgombero con la forza quindi i ventidue richiedenti asilo potranno restare, a meno che non decidano di andarsene spontaneamente.

Rielaborare un titolo nonostante l’evidente contraddizione presente nella notizia è consuetudine degli autori di TG Quotidiano, sempre alla ricerca del click facile (leggi la nostra guida utile), dell’indinniato di turno e della condivisione compulsiva. L’intento, chiaramente, è quello di presentare al lettore un piatto fatto di «scempiaggini apparecchiate con la carta più argentata» (ecco la fonte della citazione) che creano una forte distorsione della realtà e un messaggio alterato e riproposto con la chiave di lettura più cara al lettore medio.

Nel presentare la notizia, gli autori fanno copia-incolla da un articolo de La Stampa pubblicato il 30 giugnoidentico nei contenuti, ma anch’esso non fedele alla realtà dei fatti. Un primo riscontro più vicino alle fonti ci arriva da un articolo pubblicato il 16 giugno da BS News. 

24 richiedenti asilo avevano rifiutato l’invito del Comune, che chiedeva loro di collaborare alla pulizia del sentiero delle Piramidi di Terra, danneggiato dal maltempo che aveva colpito il territorio nei giorni precedenti.

Le piramidi di Zone / Itinerari Brescia

Il sindaco Marco Zatti, dunque, si era recato presso la struttura “La Lucciola” – l’ex locanda ospitante i richiedenti asilo – per incontrare i profughi e chiedere la loro collaborazione. Zatti non è nuovo a tali iniziative, considerando che anche nel 2017 il suo progetto di collaborazione con i richiedenti asilo era andato a buon fine. Questa volta, però, nessuno degli ospiti ha risposto alla richiesta.

Troviamo più dettagli su Brescia Oggi, in un articolo del 16 giugno. La redazione ha infatti contattato direttamente Marco Zatti, che ha raccontato:

Dal 24 al primo luglio illuminiamo le piramidi d’erosione- racconta il sindaco Zatti-. In preparazione di questo evento, la scorsa settimana ho incontrato i richiedenti protezione internazionale domandando loro di rendersi disponibili a collaborare. Lì per lì mi han chiesto tempo per pensarci. Mercoledì, la persona che gestisce l’ex locanda “La lucciola“, ora denominata Ostello Trentapassi, mi telefona per dirmi che alcuni di loro sembrano intenzionati ad aderire alla mia richiesta. Io sono passato per caricarmi sulla jeep i volontari e scopro che nemmeno un profugo verrà al lavoro.

Come riportato da BS NewsBrescia Oggi, alla base del rifiuto a collaborare degli ospiti ci sarebbe un loro moto di protesta, in quanto il primo cittadino – stando alle loro motivazioni – non avrebbe fatto abbastanza per far ottenere il permesso di soggiorno per uno di loro, accusa che Zatti respinge spiegando che la commissione giudicatrice ha ritenuto che la persona in questione non fosse in possesso di determinati requisiti.

Per ovviare alla mancata collaborazione, Zatti si è presentato di persona sui luoghi presso i quali era richiesto di intervenire e ha provveduto alla polizia insieme a un pensionando e a un diciottenne.

Alessio Marchetti e Andrea Sini / Brescia Oggi

Marco Zatti, comprensibilmente contrariato, ha dunque provveduto a scrivere una missiva al prefetto Annunziato Vardè, il quale ha disposto che – pur non potendo, per legge, obbligare persone al lavoro – il gruppo di 24 si spostasse presso un’altra struttura. La decisione e lo spostamento dei primi due profughi alla nuova destinazione, però, ha scatenato attimi di tensione all’interno della struttura e si è reso necessario l’intervento dei Carabinieri.

L’impossibilità di effettuare il trasferimento con la forza ha reso impossibile lo scambio, e si è deciso che gli ospiti de La Lucciola dovranno allontanarsi spontaneamente. Solo da quel momento verrà messo in atto lo scambio.

La situazione, dunque, è diversa da quanto riportato dal titolo di TG Quotidiano e dalle affermazioni contenute ne La Stampa. Gli ospiti dell’ex taverna (oggi Ostello Trentapassi) non hanno risposto “vogliamo farci mantenere” o “ci sentiamo sfruttati” alle richieste di collaborazione del Comune, bensì hanno giustificato il loro rifiuto come un atto di protesta per un mancato permesso di soggiorno destinato a un loro connazionale. Affermare ciò è una chiara stratega di distorsione filtrata della realtà.

Parliamo di disinformazione, quindi, perché TG Quotidiano liquida la vicenda attribuendo agli ospiti una volontà di farsi mantenere senza impegno dal Comune, mentre il motivo del loro rifiuto arriva dalle fonti locali. Marco Zatti, il sindaco, si è subito adoperato per trasferire i 24 richiedenti asilo che non collaboravano ad altra struttura, su disposizione del prefetto. I primi trasferimenti hanno creato disordini che hanno reso impossibile proseguire allo scambio. Non esistono prove, infine, sulle frasi pronunciate dai profughi in risposta alla richiesta di collaborazione.

 

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