Ci viene segnalata la seguente notizia, relativa ad una coppia nel Connecticut, descritta come una “coppia gay” ed assistita dalla seguente chiosa:
Naturalmente occorre dare soddisfazione alle lobby gay ed attuare le leggi che sono riusciti a strappare e quindi via libera alle adozioni di bambini da parte di pedofili che con la scusa del matrimonio riescono a mettere le mani su innocenti da abusare. E’ questo che aspetta l’Italia se i matrimoni gay saranno permessi.
Cominciamo da un enorme difetto di correlazione: infatti dichiarare che le nozze tra individui dello stesso sesso porteranno a “adozioni di bambini da parte di pedofili” significa, di fatto, attribuire agli omosessuali l’esclusiva, o quanto meno, un primato nella pedofilia e nel crimine.
Cosa assolutamente falsa, come conferma il comunicato stampa del dott. Cubelli, presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia, che di seguito riportiamo:
L’Associazione Italiana di Psicologia (AIP), principale Società Scientifica rappresentativa della Psicologia e della ricerca psicologica italiana, apprese le parole pronunciate dal Cardinale Tarcisio Bertone durante la visita in Cile (“numerosi psichiatri e psicologi …. hanno dimostrato che esiste un legame tra omosessualità e pedofilia”, Corriere della Sera.14.04.2010, p. 2), intende precisare che la letteratura scientifica sull’argomento non supporta in alcun modo quanto sostenuto dal Segretario di Stato della Santa Sede e che è anzi dimostrato che vittime di abuso sono tanto i bambini quanto le bambine.
In particolare, in qualità di Psicologi, Psicoterapeuti e Ricercatori sentiamo il dovere di precisare che le parole pronunciate dal Cardinale, oltre che assolutamente prive di evidenza scientifica, paiono rilanciare una pericolosa reinterpretazione in chiave psicopatologica dell’omosessualità, condizione invece da anni esplicitamente esclusa dalla nosografia psichiatrica in uso.
Pur prendendo atto delle successive dichiarazioni di smentita, l’AIP sente il dovere di precisare che “patologizzare” l’omosessualità, invocando in modo improprio il supporto della comunità scientifica, non fa che aumentare l’omofobia, che è la vera malattia da combattere. L’errato riferimento alla letteratura psicologica, sociologica o psichiatrica appare estremamente dannoso per lo sforzo che, da anni, clinici e ricercatori intraprendono a vantaggio della salute psichica della popolazione, sia dei minori (abusati e non) che degli abusanti (questi sì realmente malati). L’AIP pertanto invita tutti coloro che ricoprono importanti ruoli istituzionali, e che quindi hanno un peso incisivo sulla pubblica opinione, a prestare maggiore attenzione alla ricerca scientifica e a diffondere correttamente i suoi risultati conoscitivi e applicativi.
prof. Roberto Cubelli
Presidente Associazione Italiana di Psicologia
Acclarato quindi che, dal punto di vista psicologico e statistico la citata predominanza nell’abuso da parte di coppie same-sex non esiste possiamo passare al resto dell’articolo.
La fonte citata, il Daily News, infatti non parla di abusi, ma di imputazione per abusi.
La vicenda risale al 2011, dove i due coniugi G.H. e D.W., accusati di aver molestato e maltrattato due dei loro figli adottivi con abusi sessuali, fisici e psicologici, e punizioni brutali ed immotivate (come costringerli a dormire nell’armadio) furono tradotti in carcere a scopo cautelare e poi rilasciati.
Cita il Daily News che ciò si era reso necessario stante la delicatezza delle indagini, in quanto:
Other children in the home told authorities that they weren’t abused, and prosecutors had agreed to a plea deal because they said a lack of forensic evidence would make it difficult to prove all of the allegations.
Gli altri bambini in famiglia hanno riferito alle autorità che non vi erano stati abusi, ed i PM hanno accettato un accordo perché la mancanza di prove rendeva difficile provare i capi di imputazione.
Come sempre accade in queste vicende però il giudizio si è prolungato fino al 2013, sicché
But now, three other children are claiming they were also abused, although no new criminal charges had been filed Friday, the Hartford Courant reported.
Altri tre figli hanno dichiarato di aver subito abusi venerdì, ma non sono stati formulati nuovi capi di imputazione, riferisce l’Hartford Courant.
Proprio l’Hartford Courant, con articolo del 28 Ottobre 2014, ci rivela l’epilogo della storia: i due coniugi, adesso divorziati (probabilmente in seguito alle accuse anche mediatiche ricevute che ne hanno messo il rapporto a dura prova) sono stati prosciolti da ogni capo di accusa.
All criminal charges against G. H., a former Glastonbury man who was accused of sexually assaulting boys that he and his former husband adopted through the state Department of Children and Families, were dismissed Tuesday at Superior Court.
Harasz’s former husband, D. W., was found not guilty after a trial last month.
Tutte le accuse pendenti in sede penale contro G.H., un ex abitante di Glastonbury accusato di aver molestato i bambini che lui ed il suo ex marito avevano adottato per tramite del dipartimento bambini e famiglie, sono state abbandonate martedì dalla Corte Suprema.
Il marito di Haraz, D.W., è stato dichiarato innocente durante un giudizio il mese scorso.
Anzi, apprendiamo dalle parole del legale della ex coppia che:
The DCF never told Harasz and Wirth when they adopted the nine boys that the boys had suffered sexual abuse in the past.
Il Dipartimento non aveva mai detto ad H. e W., quando avevano adottato i nove bambini, che gli stessi avevano subito abusi sessuali in passato.
Abbiamo quindi una coppia prosciolta da ogni accusa in data 28 Ottobre 2014, “colpevole” di aver adottato dei bambini già resi fragili e vulnerabili da abusi avvenuti in passato (e quindi di certo non per mano dei “pedofili omosessuali”), ed in un articolo datato 7 Settembre 2014 che, senza aver riscontrato i dati di un procedimento alle sue battute finali, invece ha già dato per certa (come si è visto, compiendo errore) la colpevolezza della coppia imbastendovi su un j’accuse verso le “nozze omosessuali”.
Un j’accuse, come si è visto, che sarebbe stato infondato anche se la sentenza fosse stata di condanna.
Ma così non è stato.
Dobbiamo tornare quindi a parlare del rischio di vischiosità che la Rete presenta. Qualora la smentita di una notizia sia meno clamorosa o idonea ad attirare click e condivisioni (di gente prosciolta da ogni accusa ne sono pieni i tribunali: non fa notizia. Di “coppie gay pedofile ed incestuose” pare la viralità dei Social Network abbia un gran bisogno), la notizia sopravviverà sempre alla più secca delle smentite.
Con quello che ne consegue per tutti i coinvolti.
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