Si discute negli ultimi giorni circa la partecipazione del Cardinale Giovanni Battista Re al prossimo Sinodo. Motivo del dibattito è che il cardinale avrebbe difeso la scomunica, proclamata nel 2009 da Mons. Cardoso vescovo di Recife, nei confronti di una bimba, rea di aver abortito dopo uno stupro, e del personale medico che ha effettuato l’operazione.
Si legge su Articolotre
Il cardinale Giovanni Battista Re potrebbe partecipare al Sinodo che si terrà nell’ottobre 2015 a Roma, la vicenda che lo vede coinvolto merita una riflessione.
Nel 2009, in Brasile, una bambina di nove anni viene regolarmente violentata dal patrigno e rimane incinta. La legge brasiliana consente l’aborto in caso di stupro o di grave pericolo per la salute della madre, in questo caso doppiamente vero e la bimba abortisce.
L’allora arcivescovo di Recife scomunica la piccola, la madre e il personale medico che ha praticato l’interruzione di gravidanza.
Il patrigno, lo stupratore, il criminale, non è stato scomunicato, perché il cardinale Re dichiara “Lo stupro è meno grave dell’aborto”.
Il patrigno, lui, lo stupratore, criminale, non è stato scomunicato, disgustoso.
Altri siti che riportano la notizia, in modo abbastanza simile, sono Blogdieles2 e Gaiaitalia. Quanto riportato dalle varie testate, pur senza citare fonti risalenti al 2009, è abbastanza conforme a ciò che è realmente accaduto, non fosse che il cardinale non ha mai definito lo stupro come meno grave dell’aborto.
Il caso della scomunica in Brasile aveva suscitato forti attacchi da parte del governo nei confronti della chiesa locale. La legge brasiliana consente l’aborto, se operato entro 20 settimane dal concepimanto (nel caso specifico dopo 15), se la gravidanza è successiva a uno stupro o mette in grave pericolo la futura madre. Tutti e tre i punti erano rispettati, eppure il vescovo non aveva esitato.
Il cardinale Re aveva però difeso l’azione:
le dichiarazioni del cardinale Re, prefetto della congregazione per i vescovi, pubblicate da “La Stampa” del 7 marzo. Poteva Fisichella ignorare queste dichiarazioni nel momento di firmare il suo articolo? In queste dichiarazioni, il cardinale Re dice, a proposito del doppio aborto praticato a Recife: “È un crimine agli occhi di Dio. È giusta la scomunica di chi ha provocato l’aborto”. Il 14 marzo monsignor Cardoso, arcivescovo di Olinda e Recife, riceveva una lettera di elogio da parte dello stesso cardinale.
“It is a sad case, but the real problem is that the twins conceived were two innocent persons, who had the right to live and could not be eliminated,” Cardinal Giovanni Battista Re told the Italian daily La Stampa.
“Life must always be protected. The attack on the Brazilian church is unjustified,” Re was quoted as saying. He also heads the Pontifical Commission for Latin America.
L’articolo della Stampa è in forma cartacea e dunque non riportabile. Ad ogni modo il cardinale Re ha dichiarato l’attacco a monsignor Cardoso e alla chiesa come ingiusto, ha difeso la scomunica e condannato l’atto in sé di abortire, ma non ha espresso confronti tra aborto e stupro, definendo il secondo meno grave. Dello stupro si sono occupate solo le autorità brasiliane.
Ci troviamo davanti a fatti controversi, tuttavia riportati in maniera errata per aumentare le polemiche.
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