Diego ci chiede di verificare la notizia riguardo l’83,5% dei vigili urbani di Roma si è dato malato per il Capodanno. All’inizio mi chiedevo se intendeva “per Capodanno”, intendendo il periodo, o intendeva “per festeggiare Capodanno invece che lavorare”. Poi, leggendo gli articoli di giornale che riportavano le notizie, mi imbatto in un Tweet del 2 gennaio 2015 del Presidente del Consiglio:
L’uso del virgolettato mi ha fatto intendere che il Premier ha valutato l’assenza dei vigili come “voglia di non lavorare“, conseguito dal commento “Ecco perché nel 2015 cambiano le regole del pubblico impiego“. Stesso discorso su Twitter per il Ministro Madia:
Ben 83 vigili su 100 a Roma hanno fatto gli scansafatiche per non lavorare a Capodanno? Assolutamente no, le ragioni sono ben altre.
Da mesi sono in conflitto con il Comune per le regole sulla rotazione degli stessi agenti e per il nuovo contratto frutto dalla legge Brunetta del 2009 (si parla di perdite medie sugli stipendi comprese tra i 100-200 e i 400-500 euro). Negati della possibilità, su decisione degli stessi sindacati, di convocare un’assemblea sindacale a ridosso della mezzanotte, l’alternativa sembrerebbe essere stata la scelta di darsi per malati o in permesso per donare sangue. Da notare che lavorando a Capodanno venivano pagati quattro volte tanto un turno normale. Ma c’è dell’altro, perché fino ad ora le notizie venivano da una sola direzione, quando invece si doveva ascoltare anche i diretti interessati: i vigili.
In verità, però, i numeri riportati non tornano. Innanzitutto i vigili avrebbero dichiarato di aver disertato la prestazione straordinaria volontaria di Capodanno, e sappiamo cosa si intende per “volontaria“. Ecco cosa racconta un vigile urbano di Roma nella sua lettera pubblicata il 3 gennaio 2015 dall’Espresso:
Il recente innalzarsi dei toni sui tavoli sindacali ha avuto come risultato da parte dei sindacati la decisione, quest’anno, di non iscriversi agli straordinari nel periodo compreso tra il 20 dicembre e il 15 gennaio: così quasi nessun vigile ha dato la propria disponibilità a lavorare in quel periodo al di fuori dei propri turni ordinari, con conseguente rinuncia ad una buona remunerazione aggiuntiva.
[…]
Ad ogni modo, non garantire del lavoro straordinario è un diritto garantito da tutti i contratti collettivi.
[…]
Il Comando, anziché fare mezzo passo indietro, ha lavorato coi propri giuristi per rintracciare ogni limite contrattuale e di legge e obbligarci a fare in ordinario ciò che in straordinario non sarebbe stato coperto. Sono arrivate diffide dalla Prefettura (con forti richiami all’ordine pubblico da garantire); una lettera della commissione di Garanzia per gli scioperi, stimolata dal Comune; e altri interventi intimidatori per farci fare lo straordinario, sebbene questa non sia una prestazione dovuta.
A mollare la presa per primi furono i sindacati:
Così alla fine i sindacati hanno rinunciato all’assemblea, anche in seguito a una minacciosa circolare del Comando in cui, citando le porzioni di legge a proprio favore, se ne chiedeva uno spostamento e si minacciavano sanzioni disciplinari pesanti a chi vi avesse aderito: sebbene legalmente non fosse chiaro quanto e se fosse davvero nel giusto, i sindacati hanno deciso di non fare l’assemblea, insomma hanno “frenato per primi”.
Come se non bastasse, il vigile racconta ancora all’Espresso:
A quel punto, senza assemblea, i vigili sono rimasti fermi a capire come il Comune volesse comunque organizzare le cose, a Capodanno, viste le scarsissime adesioni allo straordinario. La risposta è stata questa: oltre il 50 per cento di chi era di turno il giorno 31 o il giorno 1, anche se come propria turnazione era previsto di mattina o di pomeriggio (e in base a questo avesse organizzato la propria esistenza), si è ritrovato improvvisamente spostato in orario 17-24, 18-01 o 23-06.
Un abuso? Probabilmente sì, specie perché accompagnato da telefonate intimidatorie al personale poche ore prima (del tipo: “Se non ti presenti sarai punito disciplinarmente, anche i malati saranno denunciati” ecc).
La reazione dei vigili, da quanto viene raccontato all’Espresso, è stata la seguente:
Il risultato è stato che, in maniera del tutto spontanea e slegata da qualsiasi proposta sindacale, molti vigili hanno iniziato per conto proprio a studiare il proprio contratto e hanno scoperto di aver diritto da contratto, per esempio, a donare sangue in un giorno di lavoro o ad assistere il proprio parente infermo o a effettuare una visita medica: tutti istituti contrattuali regolari, previsti, ovviamente da esercitarsi con giustificativo a norma di legge.
Tra gli assenti ci sarebbero anche i vigili in ferie approvate, riposi, maternità e donazioni di sangue, e solo 44 sono i casi che sono stati ritenuti infine sospetti (o 90 come ritiene il Corriere.it), non l’83,5% reso noto dal Campidoglio. Ecco quanto racconta il vigile all’Espresso:
I vigili a Roma sono circa 6000, di questi la stragrande maggioranza (oltre 4000, forse quasi 5000) erano già assenti il 31 dicembre perché in precedenza regolarmente autorizzati (si fa perlopiù riferimento ai piani ferie e riposi che ogni dirigente vaglia, modifica e sottoscrive come in ogni posto di lavoro); io stesso ero in ferie e dunque assente giustificato.
Dei circa 1000 e spiccioli rimanenti, con cui il Comune/Comando sperava di fare “le nozze coi fichi secchi”, circa 800 erano gli assenti per altre ragioni al di fuori dalle ferie di cui sopra: il dato del cosiddetto «83% di assenteismo» deriva quindi da questo calcolo.
Di questi 800 circa, i dati circolati parlano di meno della metà di malati (tutti gli altri hanno usufruito di diritti contrattuali di altra natura), e più d’uno da ben prima che il 31 dicembre venisse imposto il “servizio coatto” in centro: il numero degli ipotetici fannulloni quindi scende in modo vertiginoso. Tra l’altro, se invece di limitarsi al dato del 31 dicembre ci si sposta a verificare il lavoro del primo gennaio, si scopre che degli oltre 300 previsti a lavorare nella fascia oraria fino alle 6 di mattina solo 115 sono venuti a mancare per le ragioni già spiegate (siamo intorno al 30-35% del totale, e circa la metà significa una cifra tra il 10 e il 20% di malati, cifra in linea con la stagione e con la situazione meteorologica cui sono stati costretti gli agenti a fine dicembre).
Dal sito Fanpage.it, sezione Roma, è stata pubblicata la lettera di uno dei vigili urbani della capitale, la quale racconta come stanno le cose dal punto di vista degli agenti:
Per chi avesse voglia di conoscere la verità sui vigili brutti e cattivi, che non è quella che vi raccontano.
Non vi raccontano che i vigili sono in agitazione, insieme agli altri comunali, da un mese. Non vi raccontano che Marino, mostrando insofferenza e un po’ di schifo verso la categoria, non si è mai presentato agli incontri con i sindacati.
Non vi raccontano che dal primo gennaio è entrato in vigore un nuovo contratto, imposto unilateralmente che prevede riduzioni di stipendio per tutti, su un contratto fermo già da 8 anni.
Non vi raccontano che il vicesindaco Nieri, eletto con Sel, ha da subito manifestato una sorta di fastidio epidermico nell’incontrare i rappresentanti dei vigili. E che, all richiesta di un agente circa il perché di tanto accanimento, lui rispondeva su Facebook: “dovete imparare a nuotare in mezzo bicchiere d’acqua”.
E non vi raccontano che i vigili sono in agitazione perché il provvedimento anticorruzione voluto da Brunetta è stato recepito dall’amministrazione nel modo più estensivo e punitivo possibile. Non per i corrotti o i ladri, ma per tutti. E finora ha portato al trasferimento in altre sedi di persone integerrime, senza macchia alcuna, a pochi mesi dalla pensione. Con una cattiveria ed un cinismo unici.
Non vi raccontano, soprattutto, che i vigili hanno dichiarato che, come forma di protesta avrebbero disertato la prestazione straordinaria volontaria di Capodanno, anche perché sciopero ed assemblea non sono stati autorizzati.
Non vi raccontano che “siccome i vigili si comprano con un caffè” , nessuno al comando ha preparato il servizio ordinario per il 31, nessuno ha sospeso richieste e riposi come prassi. Perché tanto i vigili verranno a frotte volontari, visto che la notte del 31 è ben pagata. Alla faccia dei sindacati.
Ed invece, per la prima volta, i vigili hanno tenuto il punto, e le adesioni volontarie sono state 0 (leggi zero)
Così Campidoglio e comando si sono trovati, a poche ore dal capodanno, nel panico più totale, per colpa della loro schifosa arroganza. E per metterci una toppa hanno commesso ogni genere di sopruso, modificando arbitrariamente turni di lavoro, cercando di richiamare abusivamente in servizio gente in ferie o a riposo. Ed utilizzando la reperibilità, strumento utilizzabile solo per catastrofi. Per gestire un concerto. Dall’altra parte, ovviamente, ogni genere di resistenza, lecita e meno lecita, con ogni mezzo per difendersi da una serie di porcate mai viste.
E per giustificare questa disorganizzazione figlia della presunzione e dell‘arroganza, per giustificare l’aver tenuto le persone in servizio appiedato 19 ore, non si é trovato di meglio che sparare cifre a capocchia sui malati. 835, come ripreso anche dal premier. Solo che in quel numero c’erano anche ferie, riposi, maternità, donazioni. Oggi si parla di 44 casi sospetti, non 835. Ma per estendere il Jobs act ai pubblici dipendenti 835 suona meglio. Anche evitare di parlare della protesta è meglio.
Perché twittare dalla pista di Courmayeur è scomodo, bisogna essere sintetici.
Insomma, da queste due lettere sono fuoriuscite informazioni non fornite dal Campidoglio o dal Comando, per non parlare delle denunce pubbliche di telefonate intimidatorie e abusi. Ascoltando anche l’altra versione dei fatti, quella degli accusati (i vigili), si scoprono aspetti della storia ben diversi da quelli raccontati o presunti da altri, dando una spiegazione plausibile per quel fantomatico 83,5%.
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