La condanna di Beppe Grillo per diffamazione viene oggi ritenuta da molti come una “condanna politica” citando paragoni addirittura a Pertini e Mandela. Ecco cosa riporta il Blog del comico genovese nel post del 14 settembre 2015:
Oggi è stata emessa la sentenza dal tribunale di Ascoli Piceno contro di me per diffamazione, per aver detto in un comizio che il professor Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio affermava delle coglionate in merito al nucleare. Il fatto risale all’11 maggio 2011, in occasione di un mio comizio elettorale a San Benedetto del Tronto in vista del referendum sul nucleare. «Vi invito a non pagare più il canone, io non lo pago più perché – dissi davanti al pubblico del comizio – non puoi permettere ad un ingegnere dei materiali, nemmeno del nucleare, parlo di Battaglia, un consulente delle multinazionali, di andare in televisione e dire, con nonchalance, che a Chernobyl non è morto nessuno. Io ti prendo a calci nel c…o o e ti sbatto fuori dalla televisione, ti denuncio e ti mando in galera», dissi riferendomi alla partecipazione di Battaglia ad una puntata di Anno Zero.
Io sono fiero di aver contribuito a evitare la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. E’ un’eredità che lascio ai nostri figli che potranno evitare incidenti come Chernobyl e Fukushima.
A Chernobyl non è morto nessuno?
Forse fa paura che il Movimento 5 Stelle si stia avvicinando al governo?
Se Pertini e Mandela sono finiti in prigione potrò andarci anch’io per una causa che sento giusta e che è stata appoggiata dalla stragrande maggioranza degli italiani al referendum.
In alto i cuori.
Beppe Grillo dovrebbe sapere per cosa è stato realmente processato e condannato.
Il tutto nasce da un comizio elettorale dell’11 maggio 2011, a San Benedetto Del Tronto, dove dichiarò quanto segue:
Vi invito a non pagare più il canone Rai. Io non lo pago più perché non puoi permettere ad un ingegnere dei materiali, nemmeno del nucleare, parlo di Battaglia, un consulente delle multinazionali, di andare in televisione e dire, con nonchalance, che a Chernobyl non è morto nessuno. Io ti prendo a calci nel culo e ti sbatto fuori dalla televisione, ti denuncio e ti mando in galera.
Ecco il video del comizio:
Tralasciando le dichiarazioni sul nucleare di Franco Battaglia, che non hanno nulla a che vedere con il processo e con l’accusa, Beppe Grillo venne accusato per un fatto ben preciso, ossia l’aver affermato che lo stesso Battaglia fosse consulente delle multinazionali, un’informazione falsa secondo il Pm Lorenzo Destro:
Il pm Lorenzo Destro contesta a Grillo l’accusa di diffamazione aggravata per l’attribuzione di un fatto determinato, la consulenza alle multinazionali, e la diffusione in rete. Il magistrato ha chiesto e ottenuto dal giudice Maria Teresa Gregori l’integrazione della recidiva nel capo di imputazione, a causa di una condanna passata in giudicato subita da Grillo, sempre per diffamazione. Il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile del prof. Battaglia e ha invece respinto le eccezioni della difesa del comico sulla nullità della citazione a giudizio e di incompetenza territoriale. Il processo riprenderà l’11 giugno prossimo.
Da qui la condanna per diffamazione, che pone al momento in evidenza che non è stato dimostrato tale legame.
Capite, quindi, che Beppe Grillo non è stato condannato (come riporta sul suo Blog) “per aver detto in un comizio che il professor Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio affermava delle coglionate in merito al nucleare“.
Nulla a che vedere, neanche in questo caso, con la questione politica (“Forse fa paura che il Movimento 5 Stelle si stia avvicinando al Governo?“). Se si afferma che una persona abbia compiuto qualcosa e questa si riveli una falsità, tale persona ha tutto il diritto di difendersi da tali affermazioni nelle sedi opportune.
Non è la prima volta che Beppe Grillo viene condannato per diffamazione aggravata, e questo ha fatto si che venisse ritenuto recidivo:
Grillo è stato condannato a un anno di reclusione per diffamazione aggravata dalla recidiva per la precedente condanna, sempre per diffamazione, ai danni del premio Nobel Rita Levi-Montalcini, definita “vecchia p…”.
Nel 2003 il comico genovese patteggiò una causa in cui lo vedeva accusato per diffamazione aggravata nei confronti di Rita Levi-Montalcini: l’aveva definita “vecchia puttana” insinuando che avesse ottenuto il Nobel grazie ad una ditta farmaceutica.
Sempre nel 2003 definì l’ex sindaco di Asti Giorgio Galvagno “un tangentista“. Per tale fatto Grillo venne condannato in Cassazione nel 2013.
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