DISINFORMAZIONE Automobile fa 1800 km con 50 litri d’acqua, nessuno ne parla, condividi – bufale.net
Ci segnalano il seguente articolo, relativo ad una brillante invenzione. Riportiamo comunque il testo per evidenziare il perché della nostra scelta
Questa è davvero l’ Auto a basso consumo o se meglio preferite: L’ AUTO GREEN… Scommettiamo che non ne avete neppure sentito parlare in Tv? Ovvio, troppo scomodo questo brevetto una scoperta che fa drizzare i capelli a tutte le compagnie petrolifere e ai grandi potenti che detengono il potere…
Il futuro dell’automobile? E’ anche nelle mani di un ingegnere abruzzese di 28 anni. Si chiama Davide Patella, ingegnere con la passione delle auto, determinato e soprattutto inventivo per la salvaguardia dell’ecosistema. Mentre si parla di inquinamento atmosferico e di consumi eccessivi di combustibili fossili, ecco che ti arriva il genio abruzzese che, con un additivo davvero innovativo e una centralina che funge da camera di scissione, ti risolve due problemi in uno. E a costi davvero irrisori. Il sistema rivoluzionario si chiama K19, e a spiegare di cosa si tratta è lo stesso Patella
“Ho realizzato e sperimentato un sistema da cui lavoro da circa 2 anni chiamato K19 e brevettato da me per alimentare qualsiasi mezzo a motore, di qualunque genere. Questo sistema è gestito elettronicamente interfacciandosi con la centralina stessa della vettura in modo da leggere e scrivere i parametri in tempo reale e autoadattarsi al percorso e stile di guida, ottimizzando il più possibile consumi ed emissione gas di scarico. Il muletto utilizzato per la sperimentazione è una Opel Astra 1.3 multiejet, con cui ho già percorso 13.000 chilometri senza nessun tipo di danno al motore, e con emissione di C02 pari a 0,02 rispetto all’1,20 dichiarato dalla casa costruttrice”, sottolinea con orgoglio Patella.
“Il mio sistema è innovativo perché utilizza bassi consumi ti produzione: circa 1.5 ampere per produrre 100 litri di ossidrogeno/bioetanolo, ma non tramite la cella elettrolitica che attualmente si trova in commercio, ma tramite una camera di scissione progettata e costruita da me. Questo sistema permette alla vettura di percorrere a velocità media 38 chilometri con un litro di carburante (diesel o benzina), e soprattutto con un pieno di 50 litri di gasolio e 2 litri di additivo tocchiamo i 1800 chilometri di percorrenza. Il K19 è un sistema assolutamente innocuo: rischio di esplosione e incendi praticamente zero, tanto che se si prova a dare fuoco all’additivo esso risulterà non infiammabile, in quanto la base di tutto ciò è acqua”. E’ qui, secondo l’ingegnere sanselvese, l’innovazione straordinaria che arriva con il suo K19. “L’evoluzione risiede proprio nel fatto che il mio sistema è in grado di riconoscere e filtrare e desalinizzare l’acqua, che sia potabile o non, che sia acqua marina o acqua di pozzo!”. Naturalmente Patella ha già avuto contatti con varie aziende automobilistiche che hanno dato la loro immediata disponibilità alla sperimentazione ed eventuale commercializzazione in serie del K19. Il futuro dell’auto è già qui.
Come vedete, è bastato passare dalle lettura del titolo, che per molti è l’unica parte dell’articolo che viene letta, alla lettura del testo per vedere che il brevetto di Patella non è creato per fare 1800 chilometri con 50 litri d’acqua, ma per ridurre il consumo del gasolio, che comunque va usato, e che, al contrario di quanto asserito, lo stesso avrebbe già contattato le case automobilistiche interessate.
Non si tratta quindi nè dell’auto ad acqua, né di una conoscenza occultata dai potenti, che anzi, trovate occupazioni pratiche, sarebbero ben felici di trovare un metodo per ridurre i consumi, di contro aumentando le vendite delle vetture e riattivando l’indotto.
Maggiori dettagli sul giovane inventore vengono forniti dal sito Sansalvo.net
Si è molto parlato di un giovane sansalvese Davide Patella, che ha brevettato un metodo innovativo per alimentare un qualsiasi motore.
Davide ha 28 anni, non è un ingegnere come erroneamente riportato da alcuni mezzi di informazione, è un diplomato dell’Istituto Professionale di San Salvo, con una grande passione per i motori.
Diventa meccanico frequentando alcune officine meccaniche sansalvesi, è grazie alla San Salvo Diesel dei fratelli D’Ortona, con i quali collabora per alcuni anni, che impara il mestiere.
Poi alcuni problemi personali, lo costringono a fermarsi, ma è la passione per i motori e il desiderio di contribuire in qualche modo a migliorare l’ambiente in cui tutti noi viviamo, che lo induce a sperimentare un nuovo congegno che permette di diminuire le emissioni di CO2 e di limitare notevolmente i consumi di carburante di un qualunque motore.
Passa ore e notti su quel motore, aiutato dal suo migliore amico Marco Grosso. Distrugge un’auto, ma non desiste, sostenuto sempre dalla sua famiglia. Padre pensionato Pilkington e madre operatrice dell’Istituto San Francesco, sono sempre al suo fianco e lo sostengono in questo suo intento.
Finalmente la messa a punto, di un sistema che lui chiamerà K19, K per la forma che ha, 19 per i mesi che sono stati necessari per giungere ad un risultato.
A dicembre contatta su FB una grande casa automobilistica, ne segue una mail di risposta poi diverse conversazioni telefoniche, fino a quando Davide non viene invitato a recarsi in azienda. Lì viene sottoposto a decine di domande, alle quali Davide risponde prontamente, è la sua creatura in fondo.
La casa automobilistica è interessata, gli chiede di vedere l’auto. La passano al setaccio per ore, poi la risposta, “Ci hai convinto, complimenti!”.
E’ un sogno che si avvera, dal quale tuttora Davide stenta a svegliarsi. Passa ancora oggi notti insonni, perché la sua testa non si è fermata a quel singolo motore, vuole andare avanti. La passione e la motivazione, lo spronano a cercare nuove soluzioni innovative.
Davide Patella, è un giovane sansalvese, cresciuto passando il tempo tra chiacchiere e motori, la reazione ad una difficoltà personale ed un sogno, lo hanno portato ad un risultato frutto soprattutto di tentativi, di pazienza e di curiosità. Non sappiamo se il suo sistema cambierà il mercato automobilistico mondiale, ma c’è comunque qualcosa di bello in una storia che parla di impegno, di sogni, di voglia di contribuire a migliorare questo mondo.
Ci lascia ricordando le parole che in questi mesi lo hanno accompagnato, quelle di un mito Enzo Ferrari, un esempio per Davide, un punto di riferimento, “Perché i sogni sono contagiosi!”.
Siamo dunque ad una storia che sembra presa dal mito americano: un giovane inventore, non ancora ingegnere ma con tanta passione, idea qualcosa, contatta una casa automobilistica, con un modo forse ingenuo, forse irrituale, vende il progetto e decide di cimentarsi nell’invenzione.
Butac, oltre a qualche comprensibile dubbio, riporta una trascrizione del video del giovane inventore contenente inoltre la seguente frase:
Ora stiamo realizzando un progetto che permetterà la produzione in serie per equipaggiare le macchine. Ragazzi, il futuro è arrivato, e soprattutto se avete un sogno, portatelo avanti.
Quindi, al Gennaio 2016 abbiamo:
1. Un giovane inventore che progetta qualcosa che ritiene essere estremamente utile
2. Una ditta automobilistica che ascolta il suo progetto
3. Un progetto per la commercializzazione dello stesso
Ora: non siamo titolati per dirvi se il progetto funzionerà o meno, o se andrà in porto. Auguriamo ogni bene al giovane inventore, e per questo riteniamo necessario scindere la sua storia da un titolo clickbait che poco la rappresenta.
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