Dal 2011 circolano informazioni scorrette nei confronti di Katinka Simonse, in arte Tinkebell, accusata di aver ucciso animali innocenti nel nome dell’Arte.
Sarebbe in possesso, inoltre, di numerosi animali tenuti in condizioni orribili, ma non è perseguibile penalmente perché la legge le permetterebbe tutto ciò.
Leggiamo quando riporta il sito Tecnologia-ambiente.it:
Si chiama Katinka Simonse, ha 31 anni e vive ad Amsterdam. Ha ucciso animali innocenti e l’ha fatta franca. Li ha uccisi nel nome dell’Arte.
Katinka possiede molti animali e li tiene in condizioni orribili. Tra i suoi animali ci sono 60 criceti chiusi in piccole sfere, maiali controllati a distanza e pulcini incastrati in tagliacarte. Nel suo giardino si diverte a colorare le lumache, numerandole una per una, in tal modo potrà controllare quante lumache vivono nella sua proprietà.
Katinka non ha subito alcuna accusa legale, la legge non bada a lei ma gli animalisti sì. Per quanto folle questa donna possa sembrare, ha dato una spiegazione al suo atteggiamento che lei definisce del tutto normale: la società sfrutta gli animali in tanti modi, perché lei non potrebbe farlo per l’arte?
Della carriera di Katinka, ciò che fece arrabbiare di più gli animalisti, fu l’uccisione di un gatto. Nel 2004 Katinka Simonse, uccise il suo gatto domestico per fabbricarsi una borsetta. Ci furono molte polemiche riguardo la faccenda. In questo video Katinka spiega come ha proceduto nella sua impresa e, durante l’intervista, al minuto 01:10, si sente Katinka che afferma di aver spezzato il collo al suo gatto. Il video non è stato tradotto ma ciò che afferma “l’artista” è molto chiaro.
Non possiamo limitarci a questo. E’ il momento di agire. Dopo le ultime leggi dell’UE, questa condotta non può essere tollerata! Prendiamo parte alla lettera che sarà inviata al governo Olandese. Deve essere emanata una sentenza per formare Katinka. Firma la petizione nel piccolo box a sinistra.
Partiamo per ordine. La frase “ha ucciso animali innocenti nel nome dell’arte” è incorretta, siccome lei utilizza animali investiti o morti per cause naturali. Unica eccezione per il suo gatto, che ammise pubblicamente di averlo ucciso per poi farne una borsetta.
Divenne famosa nel 2004 per la sua borsetta fatta con la pelliccia del suo gatto domestico. Anche se l’animale aveva appena due anni, in realtà era molto malato e sarebbe morto comunque in seguito alla malattia.
Katinka uccise il suo gatto e decise di farne una borsetta. Perché? L’obiettivo di quel gesto era quello di dimostrare, passeggiando per strada con la sua borsetta di pelliccia di gatto, l’ipocrisia della gente in merito all’uso degli animali per le borse di cuoio.
I criceti non erano 60, ma 95, e non sono a casa sua. A inizio 2008, presso una galleria d’arte di Amsterdam, Katinka portò 95 criceti e li lasciò vagare per la struttura dentro le classiche palle da criceto.
Il motivo? Dimostrare la doppia morale della gente nei confronti degli animali domestici, dove non si scandalizzerebbe di fronte ad un singolo criceto nella sua pallina, ma che di fronte a 95 criceti protesterà. I criceti vennero sequestrati dalle autorità, fu processata e successivamente assolta.
In verità il numero 60 era quello dei pulcini. Katinka, durante una fiera, portò con se 60 pulcini maschi acquistati da un allevamento di massa (industriale) per salvarli dalla brutta fine che li attendeva (i pulcini maschi, in certe industrie, vengono soppressi) e li mise in vendita a chi fosse interessato ad occuparsene.
Ne vendette solo 9, e non sapeva cosa fare perché la gente si prendesse gli altri 51. Fu allora che lanciò la provocazione di triturarli nel caso nessuno li avesse presi, o addirittura di lanciarli contro al muro, così come farebbero in certi allevamenti. Molta gente si avvicinò a lei, la minacciò e le rubò una trituratrice che aveva con se.
Alla fine i 51 pulcini furono venduti ad un anonimo (anonimato richiesto dallo stesso acquirente). La stessa sera Katinka venne arrestata, interrogata e trattenuta in centrale per 5 ore.
Le lumache le dipinge veramente da anni nel suo giardino, ma la storia è alquanto bizzarra. Siccome il suo vicino di casa le uccideva, Katinka ideò un sistema per fargli cambiare atteggiamento: dipingere i numeri nel guscio delle lumache. A distanza di un anno le lumache erano ancora vive nell’orto. La tattica aveva funzionato, ma Katinka decise di “abbellire” le nuove generazioni con brillantini e piccoli dipinti.
Le lumache, prima ignorate e difficili da scovare, erano più visibili, tanto che i vicini di casa le notavano e le osservavano. Secondo il racconto di Katinka, un bambino si sarebbe affezionato ad una in particolare tanto che la aiutò a sopravvivere.
La storia delle lumache continuò attraverso una sua installazione per il museo dei bambini “Villa Zebra” a Rotterdam. Obiettivo? Dimostrare che, mentre le persone trovano molti animali accattivanti, ci sono altri che danno i brividi, ma che diventando opere d’arte li fanno diventare speciali e con personalità.
In questo caso non si parla di maiali come li conosciamo comunemente, ma di un grosso porcellino d’india (o “cavia“).
Ricordiamo sempre che si tratta di animali morti, non uccisi da Katinka, ma deceduti per colpa di un incidente stradale o per cause naturali.
Katinka, in arte Tinkebell, è una provocatrice:
Tinkebell provoca esemplificando i punti ciechi della società moderna. Si confronta con un pubblico che gode nell’essere indignato per tutto ciò che non lo riguarda, ma allo stesso tempo è molto dispiaciuto per le proprie azioni. Si chiede come mai milioni di pulcini maschi vengono brutalmente uccisi ogni giorno, ma lei viene arrestata per aver minacciato di fare lo stesso in pubblico. Perché le persone che apertamente discutono dell’abbassamento dell’età del consenso sessuale vengono trattate come vili pedofili eppure i siti internet “barely 18” (appena diciottenni) sono così popolari? Trasformando il suo gatto in una borsetta, cerca di dimostrare alla gente la loro ipocrisia verso l’uso di animali per il consumo e la produzione di pelle. Se non altro, i suoi lavori costituiscono un incentivo estremo per discutere della nostra morale e del modo in cui la società si sta sviluppando.
Qualcuno potrebbe definirla come una “strana animalista“.
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