Ci segnalano i nostri contatti, da varie fonti nella blogosfera (cosa che rende il reperimento di una “fonte primaria” un impossibile azzardo: come abbiamo più volte visto in passato, la viralità trasforma la singola notizia in una vera e propria vox populi inarrestabile) una notizia secondo cui “l’Unione Europea” avrebbe imposto ai nostri agricoltori hobbysti un patentino per gestire i piccoli orticelli urbani, o all’interno delle loro proprietà.
Non è affatto così: il patentino esiste ma, come vedremo, riguarda l’utilizzo di alcuni particolari prodotti per l’uso professionale, noti per la loro capacità, ove usati in modo scorretto, di recare grave danno all’ambiente ed alla salute.
Ma andiamo con ordine e per grado. Cominciamo da una dissertazione sul Prodotto Fitosanitario (PF per gli amici). Come ricordato dalla citata Regione Veneto, i Prodotti Fitosanitari (concimi, pesticidi, preparati…)
sono tra le poche sostanze che l’uomo, pur conoscendo la loro potenziale tossicità potenzialmente anche elevata, ha introdotto e continua a introdurre deliberatamente nell’ambiente. I vantaggi in alcuni casi sono evidenti e di tipo generale per tutti i cittadini, come nella lotta alla malaria o di altre malattie veicolate da insetti, in altri casi i vantaggi sono meno clamorosi o interessano un numero più limitato di cittadini: emergono quindi con maggiore evidenza i potenziali rischi e danni (cronici o anche acuti) correlati all’uso di PF, alcuni dei quali hanno la caratteristica di persistere, accumularsi e diffondersi nell’ambiente.La maggior parte dei PF, il cui utilizzo interessa sia l’ambito agricolo che non agricolo, è costituita infatti, da molecole di sintesi selezionate per combattere taluni organismi nocivi e per questo potenzialmente pericolose per tutti gli organismi viventi
L’utilizzo dei PF può comportare un rischio chimico più o meno elevato per i lavoratori in base alla tossicità e alle proprietà pericolose caratteristiche del PF, ai livelli e alla durata dell’esposizione, al grado di assorbimento, nonché alle modalità e alla frequenza d’uso della sostanza chimica.Spesso l’eccessiva confidenza degli operatori nell’uso dei PF può determinare un aumento di eventi incidentali che possono provocare infortuni sul lavoro e probabilmente, in un arco di tempo più o meno lungo, malattie professionali.Le operazioni che espongono gli agricoltori al rischio chimico legato ai PF iniziano con la preparazione della miscela, proseguono con l’applicazione dei PF e con la decontaminazione dei mezzi irroranti (lavaggio). Non sono poi da sottovalutare i possibili rischi connessi con le lavorazioni compiute nelle aree trattate nelle ore e nei giorni successivi, durante il tempo di rientro, senza l’ausilio delle protezioni (DPI) dal rischio chimico.
Il Decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012, di attuazione della direttiva 2009/128/CE, prevede che a decorrere dal 26 novembre 2015, il certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, più comunemente definito il “patentino” costituisce requisito obbligatorio per chiunque intenda acquistare o anche soltanto utilizzare, a livello professionale, i PF necessari per la difesa delle piante. Il certificato viene rilasciato dalle Regioni e dalle Province Autonome di Trento e di Bolzano secondo i propri ordinamenti.A titolo esemplificativo l’utilizzatore professionale può essere identificato:• nel rivenditore (cioè il datore di lavoro che deve gestire la sicurezza del suo deposito di rivendita);• nell’azienda agricola in cui si configura qualsiasi datore di lavoro di cui al D.Lgs. 81/08 (agricoltore, contoterzista, società di servizi, ecc.);• nelle imprese familiari in cui il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado, prestano in modo continuativo la loro attività di lavoro nella famiglia o nell’impresa familiare;• nei lavoratori autonomi contoterzisti che compiono opere e servizi;• nei piccoli imprenditori, che possono essere i coltivatori diretti del fondo;• nei piccoli commercianti e comunque coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con lavoro proprio e dei componenti della famiglia;• nei soci delle società semplici operanti nel settore agricolo.A partire dal 26 novembre 2015 pertanto, per acquistare ed utilizzare qualsiasi PF destinato ad un uso professionale sarà necessario essere in possesso del certifi cato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari; in pratica, il patentino diventa necessario per acquistare e utilizzare tutti i PF e non soltanto per quelli etichettati e contrassegnati con il simbolo di pericolo T+ e l’indicazione di pericolo “molto tossico” o con il simbolo di pericolo T e l’indicazione di pericolo “Tossico” o con il simbolo di pericolo Xn e l’indicazione di pericolo “nocivo” come prevedeva la precedente normativa.È da evidenziare che il decreto n. 150 del 2012 prevede che non solo chi acquista, ma anche chi utilizza i PF deve essere in possesso del certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari . Questo significa che tutte le persone che impiegano PF all’interno di un’azienda devono essere in possesso del patentino.Si ricorda inoltre che i PF possono essere acquistati solo presso rivenditori autorizzati
Il problema, come vedete, è molto ridimensionato.
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